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Il Mont Ventoux, in italiano Monte Ventoso, è una cima della Provenza alta 1.912 metri. Il nome deriva da "vento": il mistral vi soffia infatti a volte a più di 160 km/h.

Soprannominato dai francesi il "Gigante della Provenza", è situato a 20 km in linea d'aria a nord-est di Carpentras, ed è abbastanza lontano dalle altre cime della regione.

Classificato "Riserva di biosfera" dall'UNESCO, presenta una flora particolarmente variegata. Le regioni circostanti sono ricche in vitigni.

La prima ascensione di cui è rimasta traccia è quella effettuata nel 1336 da Petrarca, che descriveva il panorama straordinario che gli offriva la cima. Nel XV secolo fu costruita una cappella dedicata alla Santa Croce.

Fin dal XII secolo, i cantieri navali di Tolone hanno utilizzato gli alberi che crescevano sui suoi pendii. Il monte fu rimboscato nel XIX secolo. La parte superiore è tuttavia sprovvista di vegetazione, specialmente sul lato meridionale. Ospita dal 1882 un osservatorio meteorologico.

Il Ventoso presenta tre ascensioni, che sono state teatro di tappe importanti in molte competizioni ciclistiche, tra cui ovviamente il Tour de France.

Il Tour de France propone regolarmente l'ascensione di questa cima, celebre per l'alta pendenza e per il calore che sprigiona nel mese di luglio. I ciclisti del Tour salgono sul Ventoux per la prima volta nel 1951 lungo la tappa Montpellier-Avignone. Fra i ciclisti che si sono mostrati su queste salite troviamo Charly Gaul nel 1958, Raymond Poulidor nel 1965, Eddy Merckx nel 1970, Bernard Thévenet nel 1972, Eros Poli nel 1994 (autore di una fuga di 171 km in solitaria), Marco Pantani nel 2000 e Richard Virenque nel 2002.

Nell'edizione del 1967, il britannico Tommy Simpson muore sulla salita, vittima del calore e del doping. Lo stesso Eddy Merckx ebbe un malore in una sua vittoria.

“Le miroir des aigles” (“Lo specchio delle aquile”) del poeta René Char culmina a 1912 metri al di sopra della pianura. Dall’alto dei loro 95 milioni di anni, le rocce del cretaceo si sono conquistate una bella fama, che ha ormai superato le frontiere della Vaucluse.



Il monte Ventoux e la sua vetta minerale, vestigia di antichi disboscamenti, offrono 1.800 metri di salita per escursionisti e ciclisti. Da sempre, per queste due categorie, una meta privilegiata, che si parta da Malaucène, a nord, o da Bedoin, a sud. “Il gigante di Provenza", in parte rimboschito nel 1858, si estende su 580 km2 di superficie e 25 km di lunghezza da est a ovest. Un vero e proprio paradiso per gli appassionati di botanica e i ricercatori, che scoprono la foresta mediterranea alle sue pendici e una flora artica in vetta, dall’olivo al papavero giallo e vellutato della Groenlandia, dal leccio al sassifraga dello Spitzberg.

Cervi, caprioli, camosci, cinghiali popolano questa meraviglia della natura composta da pini neri e silvestri, faggi, larici e cedri del Libano.