ermeticamente...

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curioso.dilettante
00giovedì 21 luglio 2005 13:15
Carissimi amici e fratelli,
ho una domanda su cui mi interrogo sempre e ve la condivido, acciocchè ognuno cerchi per sè la propria ipotesi di soluzione.

Ammettendo pure che noi si riesca ad ottenere la Chiave, quale sarebbe la Porta su cui utilizzarla? E dov'è questa Porta?

Un abbraccio a tutti

Alessio
YESSOD
00giovedì 21 luglio 2005 18:15
ermeticamente
Carissimo Alessio, innanzitutto devo dirti che mi ha fatto piacere trovare, nuovamente, un post. Continuare a lavorare in questo forum credo sia un modo per ricordare chi, da qui,non potrà più rispondere. PURTROPPO!
Quanto alla tua domanda, non socosa dire.
L'unica cosa che mi viene da pensare e che, avendo la Chiave, forse, sapremmo già a quale porta appartiene.
E' un pò come il famoso "chi è nato prima l'uovo o la gallina?", cosa ne dici?
e.t.n
00giovedì 21 luglio 2005 21:19
biciclette
quand'anche trovassi la chiave, che scopo ha, se non so dov'è la toppa?
Ma se so dov'è la porta, allora saprò sicuramente dove cercare la chiave...
Importante è, avendo la bicicletta, non passare la mia vita ad ammirarla, lustrarla ed immaginare come sarebbe bello saperla usare.
Importante è montarci sopra, cadere, risalire, e poi andare.

Dove?

Questo è un altro discorso.
silentman13
00venerdì 22 luglio 2005 11:20
Cari amici,

queste astrazioni mi hanno sempre affascinato. Dimostrano un bisogno di materializzare l'emozione che molti di noi provano.

Qual'è questa emozione? Il bisogno di unità, secondo me. Il bisogno di ricongiungerci al Tutto. Quando ci accorgiamo di quel filo invisibile che ci lega ad un qualcosa, notiamo già un cambiamento in noi. Inizia a crescere la voglia di ricerca, la sete di sapere. Abbiamo fatto il primo passo di un lungo cammino che, volenti o nolenti, tutti noi prima o poi percorreremo (notate quante astrazioni emergono spontaneamente).

Se osserviamo la Natura, con occhi attenti, notiamo che tutto è duale. Anche questo sarebbe un buon argomento su cui riflettere.

Saluti
e.t.n
00domenica 24 luglio 2005 00:36
emozione o disperazione?
Caro Silentman,
forse al cammino si perviene più per disperazione e consapevolezza di questa che per altro.

o sbaglio?
Domenicano bianco
00domenica 24 luglio 2005 20:31
Re: emozione o disperazione?

Scritto da: e.t.n 24/07/2005 0.36
Caro Silentman,
forse al cammino si perviene più per disperazione e consapevolezza di questa che per altro.

o sbaglio?



Queste parole le ho già sentite...da Lucarelli stesso !!!

un saluto

D.B.
e.t.n
00domenica 24 luglio 2005 21:21
cognomi...
il cognome è lo stesso...
Domenicano bianco
00domenica 24 luglio 2005 21:45
Re: cognomi...

Scritto da: e.t.n 24/07/2005 21.21
il cognome è lo stesso...



anche il nome, anche il nome...
e.t.n
00domenica 24 luglio 2005 21:47
cognomi
intendevo il mio...
Cacitai
00lunedì 25 luglio 2005 01:05
Puo' succedere...
Può succedere che un computer si guasti, che tutti i dati inseriti nell'hard disk diventino apparentemente irrecuperabili ecc.

Allora conviene procurarsi un computer nuovo, inizializzarlo (?) e reinserire i dati di base che si riescono a ricordare, poi ricominciare il lavoro.

Molte volte il contenuto del vecchio hard disk (con il quale si era lavorato a lungo), può essere recuperato in parte con programmi appositi, ma e' quasi sempre una gestione complessa di informazioni frammentarie...

Meglio usare un computer nuovo, tanto i programmi sono sempre quelli a cui siamo abituati e quello che e' dentro di noi possiamo sempre re-immetterlo sottoforma di bit quando vogliamo...




"Never give up, never surrender"
-quote from Galaxy Quest
silentman13
00lunedì 25 luglio 2005 08:36
Re: emozione o disperazione?

Scritto da: e.t.n 24/07/2005 0.36
Caro Silentman,
forse al cammino si perviene più per disperazione e consapevolezza di questa che per altro.

o sbaglio?


Sicuramente superare le difficoltà ed il dolore ci aiuta a crescere.
Personalmente non ritengo di aver intrapreso il cammino per disperazione, non me ne vogliate.

Forse non ho colto bene il concetto...

Saluti
curioso.dilettante
00lunedì 25 luglio 2005 12:39
Re: biciclette

Scritto da: e.t.n 21/07/2005 21.19
quand'anche trovassi la chiave, che scopo ha, se non so dov'è la toppa?
Ma se so dov'è la porta, allora saprò sicuramente dove cercare la chiave...



Carissimo ETN,
grazie per aver colto il senso della domanda!
Relativamente al suo secondo pensiero - tuttavia - mi viene da aggiungere che sapere dove cercare non sempre equivale a trovare!

Meno ermeticamente, per essere più esplicito con gli altri astanti: una volta ottenuta la Pietra, come la si dovrebbe usare?

Un abbraccio
Alessio Nisticò
silentman13
00lunedì 25 luglio 2005 15:06
Caro curioso.dilettante,

ritengo (e spero) che si inizi sempre a lavorare la Pietra con l'intenzione di poterla un giorno porre ad edificazione del Tempio, assieme alle altre.
Altrimenti perchè lavorarla? E' giusto intraprendere un viaggio se non si sa dove andare?

Saluti.
curioso.dilettante
00lunedì 25 luglio 2005 20:48
Vie, viaggi e viaggiatori
Caro Silentman,
per dar principio ad un Opera credo il primo passo sia quello di fare un po' d'ordine ed esaminare la complessità del problema scomponendolo in elementi semplici.
Personalmente non ravviso nelle sue riflessioni una soluzione alla domanda, ma ritengo interessante comunque approfondirle insieme, rettificate.
Dunque, rimanendo sempre in attesa di indicazioni al quesito principale, provo ad interrogarmi su quanto suggerisce:

1) ritengo (e spero) che si inizi sempre a lavorare la Pietra con l'intenzione di poterla un giorno porre ad edificazione del Tempio, assieme alle altre.
* di quale Tempio stiamo parlando?
* l'Alchimia si propone forse di edificare un Tempio?
* quali sono le altre pietre? Chi le ha prodotte?
* se assumessimo la sua metafora come Opera "latomistica" (quindi parliamo di Massoneria e non di Alchimia) torniamo a chiederci a quale Tempio stiamo lavorando, come sopra, ma teniamo ben distinte le due operatività!

2) Altrimenti perchè lavorarla?
* questo era ciò che chiedevo anch'io... ma aggiungiamo pure: per chi lavorarla?
(oltre che: come utilizzarla?)

3) E' giusto intraprendere un viaggio se non si sa dove andare?
* qui qualcuno ci risponderebbe di sì! Einstein, per esempio, disse che "la ricerca della verità è più preziosa del suo possesso!" E' in fondo, se vuole, lo spirito del pellegrinaggio di Santiago de Compostela... non è certo importante arrivare alla fine a quel santuario, quanto invece fare l'esperienza del viaggio - un viaggio iniziatico - che avviene fuori e dentro del viandante. Quando qualcuno ti mette sulla Via, sei Iniziato, quando cominci a percorrerla con le tue gambe divieni Adepto. Quando arrivi alla fine - che non deve coincidere necessariamente con la mèta... che succede? Nessuno è tornato indietro per dircelo?
* quando non sai dove stai andando, qualsiasi strada ti condurrà là (L. Carrol "Alice nel Paese delle Meraviglie").

Buon lavoro

Alessio Nisticò
silentman13
00martedì 26 luglio 2005 09:03
Re: Vie, viaggi e viaggiatori
1) ritengo (e spero) che si inizi sempre a lavorare la Pietra con l'intenzione di poterla un giorno porre ad edificazione del Tempio, assieme alle altre.

* di quale Tempio stiamo parlando?

Non sono nè massone, nè esperto di alchimia, quindi mi accorgo di aver utilizzato un'immagine forviante, scusatemi. Comunque volevo intendere come Tempio un luogo ideale (che utopicamente dovrebbe essere il nostro mondo) in cui ogni uomo si impegna a "raffinarsi" sempre più per il suo bene e soprattutto per la collettività.
Dire che tutto ciò è un'utopia è un comodo inganno che la nostra mente egoistica crea per farci sentire meglio, di fronte ai sempre più grandi abissi che si stanno formando tra gli uomini.
Stiamo ignorando i problemi con la speranza che li risolvano i nostri figli.

* l'Alchimia si propone forse di edificare un Tempio?

Non penso.

* quali sono le altre pietre?

Nella mia personale immagine rappresentavano l'umanità.

* Chi le ha prodotte?

La mia fede mi fa affermare Dio, ma è solo la mia personale certezza.

* se assumessimo la sua metafora come Opera "latomistica" (quindi parliamo di Massoneria e non di Alchimia) torniamo a chiederci a quale Tempio stiamo lavorando, come sopra, ma teniamo ben distinte le due operatività!

Vedi sopra.

2) Altrimenti perchè lavorarla?
* questo era ciò che chiedevo anch'io... ma aggiungiamo pure: per chi lavorarla?
(oltre che: come utilizzarla?)


Le teorie che ho letto nelle 10 lezioni di Kabbalah della Montesion sono affascinanti e secondo me si riassumono, molto semplificate, in questa.

"Dio ci ha creato e ci ha donato una natura meravigliosa per darci piacere. Noi siamo liberi in tutto, ma la nostra provenienza ci impone, volente o nolente, di ritornare all'Unità da cui Tutto è partito. Se non iniziamo il percorso volontariamente, vi accorgerete che arriveranno comunque problemi che ci aiuteranno a migliorare.

3) E' giusto intraprendere un viaggio se non si sa dove andare?
* qui qualcuno ci risponderebbe di sì! Einstein, per esempio, disse che "la ricerca della verità è più preziosa del suo possesso!" E' in fondo, se vuole, lo spirito del pellegrinaggio di Santiago de Compostela... non è certo importante arrivare alla fine a quel santuario, quanto invece fare l'esperienza del viaggio - un viaggio iniziatico - che avviene fuori e dentro del viandante. Quando qualcuno ti mette sulla Via, sei Iniziato, quando cominci a percorrerla con le tue gambe divieni Adepto. Quando arrivi alla fine - che non deve coincidere necessariamente con la mèta... che succede? Nessuno è tornato indietro per dircelo?
* quando non sai dove stai andando, qualsiasi strada ti condurrà là (L. Carrol "Alice nel Paese delle Meraviglie").


Lo spirito del pellegrinaggio di Santiago de Compostela, che tu citi Alessio (mi permetto di darti del tu e ti obbligo a darmi del tu), è esattamente ciò che intendo per viaggio. Giustamente non è importante arrivare alla fine, ma impegnarsi al massimo per raggiungerla. Perchè sono convinto che tutti sappiamo dove vogliamo arrivare, perchè altrimenti vivremmo istintivamente come gli animali.

* che succede? Nessuno è tornato indietro per dircelo?

Fortunatamente. Se sapessimo la fine del film, non andremmo neanche a vederlo, no?

Scusate se mi sono dilungato, ma ho espresso ciò che sento con grande sincerità.

A presto, Luca.
curioso.dilettante
00mercoledì 27 luglio 2005 14:40
per Luca
Carissimo Luca,
se posso permettermi: hai fatto un grandissimo passo avanti!
Ricordi quando Paolo mi "punzecchiava" ed io cercavo di eludere le domande?
Troppo spesso lo facciamo, ogni volta che la nostra curiosità ha delle domande "pungenti" e la nostra cultura non ha risposte adeguate.

Allora cerchiamo di sostituire un simbolo con un altro, senza spiegare mai il primo, nè il secondo, e spesso neppure il legame che li collega (e che a buon bisogno abbiamo creato noi). In questo modo ci allontaniamo dalla comprensione e diveniamo vittime dell'illusione.

Invece è meglio guardarsi allo specchio e dire: questo ancora non l'ho chiarito bene, inutile che io lo consideri un punto di partenza...

Meglio riesaminare da capo un concetto quando si è all'inizio, perchè se si sbaglia un passaggio quando si crede d'esser prossimi alla Realizzazione, si può andare incontro a cocenti delusioni.

Ti auguro che la Grazia ti giovi all'Opera.
Fraternamente

Alessio
Perfetta Armonia
00mercoledì 31 agosto 2005 18:52
Agli studiosi dell'Arte (Messaggio Oscurato)
Su richiesta dell'Autore, il messaggio è stato "Oscurato"
Montesion

[Modificato da Montesion 12/09/2005 5.13]

Lone.Ranger
00sabato 3 settembre 2005 21:41
Le dodici porte
Le dodici chiavi della filosofia di Basilio Valentino servono per aprire le dodici porte di George Ripley.
O no?
Va beh, scherzavo, sapete, il gioco di fanciulli!
Mi dispiace mettere una citazione cerebrale, ma mi trovo costretto:
[12]La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele. [13]A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte. [14]Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello.

(Apocalisse, 21)
Forza, un po' di coraggio... tre tiri per mille lire, provate a cimentarvi anche voi!
Lone.Ranger
00sabato 3 settembre 2005 21:44
citazione
Mi scuso con il M.:V.: della Perfetta Armonia se aspettava risposte diverse, però io il capitolo 21 dell'Apocalisse ce l'ho nel cuore, quindi non ho fatto sfoggio di copia&incolla ma sono riuscito ad esprimermi solo così.
In fondo sono un semplice uomo.
nianzalotis
00martedì 6 settembre 2005 09:45
Per il MV di Perfetta Armonia
... Ebbene, utilizzando la metafora delle chiavi e delle porte, se le fasi operative iniziali dell’Opera servono a fabbricare delle chiavi, quali porte aprono, ma soprattutto dove sono queste porte? ...

Non appartengo, né apparterrò mai, ad alcuna confraternità, ma mi piacciono le domande difficili ed apprezzo quelli che onestamente cercano:
Una è la chiave che apre e chiude la sorgente dell’abisso ed il sigillo che copre il germe del Signore dei mondi.
La porta e la chiave…. “La santa luce che brilla nella grotta misteriosa di Adamo!”
La serratura è terrestre e la chiave celeste.
Chi ha la Luce apre tutte le porte della Natura, ma ve n'è una sola degna di interesse:
la porta del luogo eterno.
Iniziato è chi lo sa.
Adepto è chi assiste al miracolo della creazione.
Vi auguro la Perfetta Armonia.
Fraternamente - Nicola
ptah
00giovedì 8 settembre 2005 16:39
Ad un MV
Lunga la via, perigliosa e piena di spine, ma segnata e non desiderata, riservata ai benvoluti e preclusa ai benvolenti, specialmente se amanti ed utenti assidui dell'attrezzo della dannazione di Narciso!

Ogni bene sia augurato a coloro che si alzano da soli e inspirati dalla zarathustriana solitudine clamano nel deserto chiamando a se, ma purtroppo l'augurio dell'uomo nulla può davanti alle decisioni in altro luogo preso che fanno sedimentare il Sublime Dono di Dio su coloro che meno lo sanno e ancor meno lo cercano, sopratutto in pubblico.

Augurio benevolo inoltre sia anche a coloro che non scelti nè autorizzati, da soli desiderano camminare, pieni di se ed a fronte altera e sguardo solido, innamorati ferventi del proprio futuro, perchè ne hanno bisogno.

E simpatia accompagni i bisognosi, perchè l'uomo è chiamato ad essere buono, in quanto lo Spirito E' e basta.

E chi, lontano dalle strade di Heliopolis, ne ricorda gli splendori, va lodato anche solo per questo, perchè non vi sarebbe Umanità senza la voce del serpente fuorviante, ma solo servitù osannante.

Ed ora ai meno l'arduo compito di tutelare da tali voci autorevoli e venerabili gli ignari desiderosi di Sapienza! Ma fratelli, ricordando sempre che bisogna amare tutto e tutti, anche le voci della tentazione e dell'oblio delle parole del Maestro, perchè nel Chaos vi è spazio per tutto e tutti, ognuno nella sua misura.

Con un sorriso sulle labbra pertanto permettici di accompagnare queste Tue proposte, con tanta umana simpatia, proprie perchè tanto lontane da Heliopolis. Ma Ti preghiamo soltanto di lasciare stare nomi nobili nella Scienza, che ognuno parli solo per se stesso!


[Modificato da ptah 08/09/2005 20.24]

yi pai
00martedì 20 settembre 2005 15:19
LA TRACCIA DELLE GRU [al MV della Perfetta Armonia]
Qualcuno lancia il verso della gru
Chi vuole imitare il rumore del tuono sull'abisso?
Davvero Cielo e Terra non hanno pietà e trattano le diecimila cose come cani di paglia.
Un'eco morta.
Nessuna strada.
Lo spirito della Valle non muore.

Yi Pai
+rasha+
00giovedì 8 dicembre 2005 10:48
Re: emozione o disperazione?

Scritto da: e.t.n 24/07/2005 0.36
Caro Silentman,
forse al cammino si perviene più per disperazione e consapevolezza di questa che per altro.

o sbaglio?


Spesso è così, chi è disposto a snidare ombre e luci, a traversare acque corrosive, a traversare la morte se non ha una grossa urgenza di stare meglio e uscire dal proprio dolore? Non escludo che possa nascere qualcuno con anima talmente elevata che cerchi una via già per istinto, io non ne ho incontrati, ma non è detto che non ce ne siano. Invece ho incontrato gli altri.
Ricordo un mio amico che mi diceva: O ce la faccio o schiatto! -
Beh ce l'ha fatta, nel senso che è riuscito a traversare la morte, e capii che era vero perchè commentò: Ora sono diventato più umano. [SM=g27988]
Un abbraccio,
Gabriella
donum dei
00giovedì 8 dicembre 2005 21:48
la Necessità

Ricordo un mio amico che mi diceva: O ce la faccio o schiatto! –



Qualche settimana fa, trascinata da amici e per curiosità, ho assistito ad un incontro di lettura dei tarocchi tenuto da Alejandro Jodorowski.
Premetto che non ho apprezzato lo “show”, non mi interessa la sua psicomagia né la sua lettura dei tarocchi, ma ha raccontato una storiella divertente ed istruttiva:
un uomo aveva una piscina grande, bella ma con dentro dei terribili coccodrilli affamati. L’uomo era disponibile a pagare una somma altissima a chiunque si fosse tuffato e avesse attraversato le acque della piscina, dimostrando coraggio e temerarietà.
Non trova nessuno.
Finalmente si vede un uomo che affannosamente sta nuotando in quelle acque pericolose e stremato risale il bordo opposto.
Il padrone della piscina si congratula con lui:”Bravo, che coraggio!”
:”Coraggio? –risponde l’altro- se trovo il cretino che mi ha spinto lo strangolo..”
Quindi, la Necessità…

Maria Teresa


+rasha+
00venerdì 9 dicembre 2005 10:12
Re: per Luca

Scritto da: curioso.dilettante 27/07/2005 14.40
Carissimo Luca,
se posso permettermi: hai fatto un grandissimo passo avanti!
Ricordi quando Paolo mi "punzecchiava" ed io cercavo di eludere le domande?
Troppo spesso lo facciamo, ogni volta che la nostra curiosità ha delle domande "pungenti" e la nostra cultura non ha risposte adeguate.
Allora cerchiamo di sostituire un simbolo con un altro, senza spiegare mai il primo, nè il secondo, e spesso neppure il legame che li collega (e che a buon bisogno abbiamo creato noi). In questo modo ci allontaniamo dalla comprensione e diveniamo vittime dell'illusione.
Invece è meglio guardarsi allo specchio e dire: questo ancora non l'ho chiarito bene, inutile che io lo consideri un punto di partenza...
Meglio riesaminare da capo un concetto quando si è all'inizio, perchè se si sbaglia un passaggio quando si crede d'esser prossimi alla Realizzazione, si può andare incontro a cocenti delusioni.
Alessio



Ho quotato questo post perchè mi è piaciuto molto, intelligente e realistico, e anche "consapevole". Anche se molte cose non possono davvero essere esplicitate e necessitano di un po' di caos per sollecitare le menti, troppo spesso nascondono l'incomprensione e tendono a mascherarla dietro una valanga di erudizione.
Allora scandalizziamo un po'.
I misteri, o almeno quel poco che ho compreso, non è vero che non si possono svelare perchè altrimenti accadrebbe il finimondo, semplicemente non si sarebbe creduti e si avrebbe una forte contrapposizione. Finchè la mente è tranquilla sulla propria posizione accetta pure il programma della sua morte, se dite che in questa strada la mente artefatta deve morire l'adepto l'accetta perchè in fondo non ci crede, ma se la poni di fronte al fatto reale si ribella violentemente.
Se svelassimo i primi arcani avremmo un mare di contrapposizioni, oggi non c'è il rogo, ma il linciaggio morale si. La mente collettiva non prenderebbe mai coscienza attraverso il disvelamento, lo negherebbe e basta, e con molta veemenza. Lo farebbe per giunta in buona fede, perchè il Guardiano della soglia funziona davvero e vincerlo significa vincere il proprio istinto di sopravvivenza, il detto alchemico "la natura vince la natura" è questo, la nostra natura è l'istinto di sopravvivenza e lotta strenuamente per non essere scalzato. Gesù Cristo lo dice esplicitamente: Non gettate le perle davanti ai porci che non vi si rivoltino contro e non vi facciano a pezzi.
Non concordo nel disprezzo insito nella parola "porci", chi non comprende è degno del massimo rispetto, ma per il concetto si.
Del resto "chi sa sa di non sapere", man mano che si acquista consapevolezza ci si senti più piccoli di fronte all'universo, e molto più consapevoli di quanto ci sfugge rispetto a ciò che capiamo.
A questo proposito vorrei spiegare il significato di consapevolezza.
E' un modo particolare di sapere. Non passa attraverso la mente. Come se a un certo punto ci svegliassimo e alcune cose apparissero chiare, come è chiaro se fa caldo o freddo, se è giorno o notte. Viene da dentro e non è un pensiero per cui non ha bisogno di deduzioni o di giustificazioni o prove. E' così e basta. Come fai a trasmetterlo? Non si può.
Se tu dici a un religioso che dio non esiste, è un esempio, quello reagisce con veemenza se non con violenza, perchè crede attraverso la mente, ma il suo verbo non si è fatto carne, non è penetrato dentro. Se invece avesse scoperto dio dentro di sè non si risentirebbe affatto e non vorrebbe convincerti perchè ha già la sua certezza.
Quindi il preoccuparsi della chiave, della porta o di cosa si fa con la pietra è inutile. E' come quei giochi in cui si fanno domande per capire qual'è l'oggetto nascosto. La mente non può capire perchè la mente si difende strenuamente da certe verità.
Questa è la sua limitazione. Allora ben vengano i simboli e i miti. La mente non li capisce e pertanto non si oppone, e magari qualcosa di soppiatto scivola dentro e diventa consapevolezza.
Il che dimostra (contrariamente a quanto ho sostenuto fino ad ora)che l'erudizione serve.
Un mio maestro diceva che non è lo yoga a dare la conoscenza ma lo sforzo che si fa per fare yoga che serve.
Un saluto a tutti [SM=g28002]
Gabriella
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