La Domanda delle Domande
Quando si cerca, il porsi domande è cosa naturale...ed ogni domanda sincera è utile per verificare quello che si ignora, bruciando dentro di sè quello che si crede di sapere.
Forse è questo
il Senso cui allude il Signor
Yi Pai. Si dice: "
A quale bisogno risponde la ricerca di una risposta ad una domanda che non si pone? "
Mi viene in mente la storia di Perceval e della domanda mai posta: la terra è desolata ('la terre gasteè', guasta) dopo la ferita del Re Pescatore. Il Reame è in preda alla disperazione ed all'infelicità. Ed il povero Perceval, che fortunosamente assiste rapito all'incredibile processione del Graal, non riesce a porre la semplice domanda: "Chi serve il Graal", "A cosa Serve il Graal"?
L'insegnamento di questa storia meravigliosa che ha attraversato l'Europa per secoli, è forse che non è tanto importante la risposta (forse perchè incomprensibile per la nostra razionalità) bensì è fondamentale, quindi fondante, il porsi esplicitamente la domanda. Forse è questo il primo passo di un possibile miracolo, di una speranza di salvezza dall'abominio di cui l'uomo è così pervicacemente autore ed attore.
Dunque - per tornare ai temi alchemici di cui qui ci piace dibattere assieme - quel semplicissimo ed innocente atto di porsi "la domanda" compie un piccolo importante miracolo all'inizio, durante e - penso - alla fine della Queste Alchemica.
Non si avrà risposta, ma pronunciando dentro di sè quelle quattro parole che compongono 'la domanda delle domande', si torna al Sacro, come per una attrazione magnetica, a quel mondo naturale e senza spiegazioni classificabili di cui l'uomo - come dice anche il Signor
Yi Pai - aveva cognizione certa ai tempi di Eleusi e, prima, in Egitto. Come anche a Babilonia, Sumer, Thiuanaco e via dicendo. Del Sacro si aveva percezione emotiva e cognizione fattuale, sposata sempre a quel timore-terrore che è sintomo immediato dell'Amore. Amore puro. Ci vuole purezza per amare, purezza per trovare il Graal. Alla fine, solo Galahad - pare - ce l'ha fatta...Perceval era un folle (ed anche figlio di una vedova!), Galahad era il puro dei puri: dunque purpureo..
m18:
Strani tempi davvero, quelli antichi.
Allora, forse, il mondo non era così nettamente diviso, lacerato con la spada dell'arroganza dell'intelletto. Il Mistero della Creazione e della Manifestazione veniva percepito come tale dai semplici e dagli edotti, come una realtà velata cui si accedeva solo attraverso un addestramento individuale e lungo, fatto di innumerevoli prove ad ostacoli teoriche e pratiche...echi di quelle prove sono arrivati sino a noi se ancora oggi diciamo che '
...molti sono i chiamati, pochi gli Eletti'. Nostalgia?...forse sì. Con tutti i dovuti distinguo, con tutti i riconoscimenti dovuti allo straordinario progresso 'tecnologico' di cui oggi godiamo tutti noi. Sottolineo quel 'tecnologico' (tecnologia anche in psicologia, cara
Donum Dei), perche ad ogni cercatore sincero appare subito chiaro che manca il pezzo chiave, quello che precede la 'tecnica': la Conoscenza, la Percezione, la Filosofia. E per Filosofia intendo anch'io l'Innamoramento della Natura, che come ogni Amore nulla ha mai di razionale e di realmente motivato, di perfidamente meccanico.
Se tutti i Maestri si sono affannati per centinaia di anni a dare traccia chiara e/o allegorica di un percorso Filosofico e di laboratorio nella Queste Alchemica, vi è certo un buon motivo: alla concezione della Spiritualità intesa unicamente come percorso mistico o speculativo viene affiancata - come per magia - una strada pratica, e paradossalmente ermeticamente 'tecnica', che riporta l'uomo verso il centro della percezione tangibile del Divino all'Opera, nella Grande Opera. Non il centro dell'uomo, ma
Il Centro. Un raggio di Luce nel Chaos. Lo ritengo una cosa straordinaria, unica, preziosa. Per questo l'Alchima viene definita come Arte Reale, nella sua doppia accezione di essere riservata a pochi e di essere, al contempo, semplicemente concreta.
Quanto ai miti dell'inizio, ogni civiltà ha lasciato il suo timido segnale, usando le sue icone e le sue parole, più o meno segrete: e credo sia davvero utile il leggere molti libri Sacri sull'inizio e sulla nascita, non soltanto quelli ereditati dalla nostra tradizione. Si scoprirà che quello che leggiamo oggi nel Genesi Biblico, è forse solo un pezzo. Manca l'inizio dell'inizio.
In ogni caso il Genesi Biblico è uno splendido paradigma ermetico, come tutti sappiamo. Dunque se una particella di quel Chaos iniziale è rimasto su Terra tra i tanti frammenti perduti degli insegnamenti degli Antichi, forse dobbiamo davvero sorridere e ritenerci fortunati: la parte più utile a noi poveri cercatori, è sopravvissuta indenne a ricordarci quello che occorre fare con le mani (e con l'"Ora" dell'oratorio del ben noto detto alchemico) nel nostro piccolo laboratorio, confidando soprattutto nella Grazia dello Spirito. Ed osservando bene che in tutti i miti della Creazione, l'uomo è venuto molto, molto dopo...
Captain NEMO
PS:...dimenticavo: secondo alcuni miti, l'uomo ha avuto diversi 'prototipi', prima che il Signor Dio fosse per così dire soddisfatto. A mio avviso, non siamo poi venuti così perfetti...anche se dovremmo essere stati fatti 'a sua immagine e somiglianza'. Anzi, direi proprio di no...chissà: forse è per questo che vogliamo tornare a casa ?!
m17:
[Modificato da Captain NEMO 08/11/2005 1.37]