Somalia, parla Ahmad «Chiuderemo i cinema»

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
vanni-merlin
00sabato 10 giugno 2006 11:47
IL NUOVO PADRONE DI MOGADISCIO LO SCEICCO CHERIF PROMETTE CHE NON SI DECIDERÀ NIENTE CHE NON SIA «IL RIFLESSO DELLA VOLONTÀ DEL POPOLO»
Somalia, parla Ahmad
«Chiuderemo i cinema»

Il capo delle Corti islamiche: il mondo ci dovrà accettare


10/6/2006
Jean-Philippe Rémy



MOGADISCIO La voce è così bassa che per sentirla bisogna piegarsi leggermente. Porta il capo coperto da una kefiah, lo sceicco Cherif Ahmad, presidente dell’Unione dei tribunali islamici di Mogadiscio, e sceglie con cura le sue parole. Che cosa contano di fare di Mogadiscio i nuovi padroni della città, tra cui si trovano alcuni fondamentalisti sospettati di intrattenere legami con Al-Qaida? I responsabili religiosi e militari che si sono raccolti da qualche mese sotto l’etichetta generica di tribunali islamici e hanno preso, lunedì scorso, il controllo della capitale somala, non hanno mai esposto chiaramente le loro intenzioni.

Lo sceicco Cherif Ahmad tenta di rassicurare sulle intenzioni del suo gruppo. Mercoledì, dal suo ufficio nel quartiere generale dell’Unione dei tribunali ha esposto i progetti del suo gruppo tra mille circonlocuzioni e eufemismi, impegnandosi a ripetere che a Mogadiscio non si deciderà niente che non sia il riflesso della «volontà del popolo». Le cautele non cambiano la sostanza, perchè se il «popolo» deve «dire ciò che vuole per la Somalia», i suoi auspici saranno raccolti e trasformati in decisioni dai tribunali islamici. E infatti lo sceicco Cherif Ahmad già evoca la creazione di una Repubblica Islamica, mettendo subito le mani avanti: «Se decidiamo di stabilire una repubblica islamica, il resto del mondo dovrà rispettare questa scelta». Quanto alle decisioni politiche riguardanti il modo di vita, il presidente dei tribunali, che dice di voler cedere presto il suo posto, resta sul vago, non scartando affatto l’idea di far chiudere presto le sale cinematografiche. «Ci sono dei luoghi in cui tutti si mescolano, gli uomini e le donne. Guardano film, fumano haschisch, bevono alcol. Se un padre manda suo figlio alla scuola coranica, può forse poi permettere che vada in questo genere di luoghi? I cinema sono dannosi per la salute, dannosi per la società, dannosi per la nostra cultura».

Questo modesto insegnante di scuola coranica è uscito dall’ombra da appena qualche mese, da quando è stato «scelto» per diventare presidente dell’Unione dei tribunali islamici. Tra i nuovi padroni di Mogadiscio, lo sceicco Cherif Ahmad è probabilmente uno dei meno potenti. I responsabili più potenti sono insieme meno soavi e più discreti, per non dire completamente invisibili. Lo sceicco Yussuf Indahadde, invece, non si nasconde. Ha cominciato dal nulla, e dalla fortuna della guerra civile si è ritagliato un feudo nella regione di Marka, «porto naturale» a sud di Mogadiscio. Nel frattempo, l’antico bevitore è diventato molto devoto.E soprattutto ha messo su uno dei più grandi parchi di pick-up della Somalia, che ha giocato un ruolo determinante nei combattimenti degli ultimi quattro mesi contro l’Alleanza dei capi fazione sponsorizzati dagli Stati Uniti. Lo sceicco Yussuf Indahadde, chiamato in causa dall’ultimo rapporto degli esperti dell’Onu sui traffici d’armi destinati in Somalia, è ora uno degli uomini forti di Mogadiscio, che si destreggia tra i suoi tre telefonini e si concede il piacere di tentare di convincere il suo interlocutore, l’unico occidentale presente in città, di abiurare seduta stante alla propria fede per abbracciare l’Islam, al fine di «evitare l’inferno».

Ma più che il proselitismo, la sua principale preoccupazione restano gli Stati Uniti. In particolare lo inquietano i sorvoli notturni della capitale in elicottero, i battelli americani che incrociano a largo le coste somale, e il sostegno finanziario ai loro «empi» nemici. Allo stesso tempo lo rallegrano, perchè in questo modo «gli Stati Uniti spingono la Somalia alla collera». «Ben presto, grazie a loro, ci sarà un autentico governo islamico nel mondo, perchè i musulmani, che dormivano da tempo, si sono risvegliati dopo le aggressioni americane contro l’Iraq, l’Afghanistan e la Somalia. Più ci attaccano, più avremo islamici per fare dei buoni governi», dice.

In Somalia, convertita dal IX secolo, si è sviluppato un Islam di confraternite, una via del sufismo accompagnata dalla venerazione dei santi, adattata a una società organizzata in clan che esaltano la memoria di antenati gloriosi. L’introduzione di correnti religiose ispirate al wahabismo saudita e ai fratelli musulmani egiziani si è realizzata nel XX secolo, portando alla formazione di piccoli gruppi fondamentalisti come quello di Al-Ittihad Al-Islami, che ha tentato la lotta armata ed è arrivato a prendere alcune città nei primi anni della guerra civile, prima di essere sconfitto e entrare nella clandestinità. Lo sceicco Hassan Dahir Aweys ne era il capo militare. È ormai considerato uno dei cervelli della galassia islamica che tenta di stabilire la sua influenza su Mogadiscio. Al momento non si trova in città. Dalla regione centrale della Somalia, in cui organizza una nuova serie di tribunali islamici e addestra dei militari, ha diretto a distanza una parte dei combattimenti della capitale, lanciando le sue istruzioni da un telefono satellitare. Si aspetta la prossima mossa.

Copyright Le Monde


da: www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200606articoli/6279gi...

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:09.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com