Sdengo

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MARC1963
00venerdì 29 ottobre 2004 18:01
Vi posto un articolo de Il corriere della Sera, su un grande uomo che, solo per caso, è anche un grande allenatore. So che qui dentro qualcuno mi capisce.
Ciao Marcello

Fu per un cielo senza nuvole. E per quel mare blu come uno sguardo che non concede scampo. Fu per le notti di un’estate siciliana, quando gli anni erano ancora lievi e i sogni avevano respiro, che Zdenek Zeman s’innamorò del Sud, lasciandosi alle spalle l’ultima primavera della sua terra. Quella del ’68, che vide i fiori sbocciati a Praga recisi dai cingoli dei carri armati.


Ne è passato di tempo da allora e il ragazzo boemo che s’incantò a guardare l’orizzonte sulla spiaggia di Mondello, oggi è l’allenatore più amato e discusso del nostro calcio, un uomo scomodo che ti sbatte sul muso l’acido di verità indigeste, un tipo cinico e romantico alla Philip Marlowe, capace di svelare gli intrighi del pallone ma anche di nascondere un sovrappiù di vanità nell’ostinata fedeltà alle proprie idee.

Uno straniero, insomma. Almeno sul manto erboso. Perché fuori da lì Zeman è un meridionale qualunque. Per scelta o, forse, per vocazione. Come dimostra la sua carriera, consumata in buona parte fra Sicilia, Puglia e Campania. Ultimo approdo a Lecce, dove i successi raccolti in quest’avvio di campionato ne hanno rinverdito la fama.


«Lo ammetto: se posso, preferisco allenare una squadra del Sud - spiega con quella voce strascicata che non ha mai un sobbalzo -. Qui, più che altrove, la passione sopravvive alla svendita dei sentimenti, all’ipocrisia di quel gran carosello industriale che è diventato il calcio e un po’ la nostra vita. E se a volte si eccede, non importa: meglio un peccato d’entusiasmo che il purgatorio dei contabili».

Eppure in Zeman tutto sembra contraddire lo stereotipo del meridionale: aplomb, riservatezza, coerenza, tenacia... Ma, alla fine, è proprio in questo intreccio di opposti che si cela l’anima profonda del Mezzogiorno italiano, un miscuglio di emozioni che il tecnico boemo illumina attraverso inquadrature inedite.


«Lo dicono in tanti ed è vero: il Sud non esiste. Esistono i Sud, regioni diverse l’una dall’altra cucite insieme da un comune sentire più che dalla storia. A Napoli, per esempio, il frullatore della modernità non è mai riuscito a triturare l’orgoglio e la supponenza dell’antica capitale. E se questa per certi versi è una fortuna, dall’altra è una maledizione: si vive dimezzati fra un passato di splendori e un futuro d’incertezze.

I napoletani credono di aver inventato tutto loro, compreso il calcio. E non s’accorgono che il calcio anche da quelle parti, ormai, è un’industria. Purtroppo. E io l’industria non la so fare. O, meglio, potrei pure farla, ma preferisco allenare. Ecco perché, probabilmente, le mie avventure in Campania non hanno dato i risultati sperati: il successo immediato mal si concilia con la fatica quotidiana.


Troppo spesso, nel Mezzogiorno, pur d’inseguire il miraggio d’una facile vittoria, si cambia idea da un giorno all’altro, cedendo alle lusinghe del potente di turno. Io invece sono uno che domani dirà le stesse cose dette oggi».

A cominciare dal desiderio di offrire un’opportunità ai giovani, insegnando il valore del lavoro. «Cosa che nel calcio è sempre più difficile - aggiunge Zeman -. Adesso basta che un ragazzo imbrocchi quattro o cinque partite e viene esaltato come un campione: gli fanno balenare ingaggi d’oro, trasferimenti al Real Madrid e lui, fatalmente, si perde per strada...

Lo sport, al contrario, dovrebbe insegnare la meritocrazia, soprattutto qui dove spesso imperano altre logiche. In Puglia e Sicilia è ancora possibile provarci, perché i riflettori del circo sono più flebili». La penombra, tuttavia, è pure il rifugio del crimine organizzato, che risucchia la vita di tanti giovani meridionali.

«Non ho mai incontrato la mafia sul mio cammino, ma ovviamente ne ho sentito parlare. È un problema, comunque, che riguarda l’intero Paese: l’unica differenza è che nel Mezzogiorno gli hanno dato un nome, a Milano o a Torino ancora no».

Cosa resta allora di quel Sud che, 35 anni fa, le rapì lo sguardo? «La dignità della gente, senza dubbio. Le cose, poi, non sono cambiate granché. Ed è meglio così. Io amo le tradizioni e credo che un popolo debba mantenere le proprie radici. Da questo punto di vista, al di là degli eccessi, capisco perfino la battaglia politica della Lega. E, pur non seguendone le vicende, comprendo la lotta dei no global: in un mondo che rischia di diventare tutto uguale, il Sud resta un’isola felice.

Non so ancora per quanto. Vogliono, ad esempio, che la Turchia entri nell’Unione Europea: ma cosa c’entra la Turchia con l’Europa? Nulla, sono due storie diverse. Ho lavorato lì e posso dirlo, a differenza di chi pretende di omologare i popoli senza conoscerli». E lei, in tutto questo tempo trascorso a sfidare i luoghi comuni sul Mezzogiorno, non s’è mai chiesto: cosa ci faccio qui? «Molte volte. Ma è questo lo sfizio...». Che soltanto un meridionale può assaporare: vero, mister Zeman?

Enzo D'Errico -Corriere della Sera


Lemmir eneB
00venerdì 29 ottobre 2004 21:33
Forza Lecce...[SM=g27800]
Frank2
00venerdì 29 ottobre 2004 23:28
Zeman dimostra (se ancora ce ne fosse voluta conferma)di essere un uomo di sport ,inteso nel senso più nobile del termine.Dopo aver scoperchiato i pentoloni del doping,lo hanno allontanato per un po' dalle scene di prim' ordine.Ma adesso i fatti gli danno ragione,e chissà quanti altri dopati si troveranno in questo sporco mondo del calcio.E poi dicono che gli sport sono tutti uguali...mah,i ciclisti ora li chaimano tutti drogati,i calciatori no.Ditemi come si fa a correre come dei dannati per tre giorni alla settimana,per novanta minuti.Però girano i miliardi e gli sponsor.Spero ancora per poco.

Ciao.
Marcè,ti ho capito perfettamente.Mi è bastato un cammino da Bari a Barletta per capire come ti manca "il profumo del mare"
Lorenz James Barbagianni
00sabato 30 ottobre 2004 08:47
Amen...
Attenzione, in Italia si è tremendamente bravi a ritenere tutti colpevoli fino a prova contraria anzichè innocenti fino a prova contraria. [Andatevi a rileggere i giornali e le infamate scritte e dette sul povero Enzo Tortora alcuni anni fa]. Io odio il qualunquismo e sono garantista. Aspetto le udienze e devo credere ancora alla legge: quando avrà fatto il suo corso, però! Quanto a Zeman, [ah, io al bel giuoco "stile Mancini" (?) ho sempre preferito le vittorie], mi sarebbe piaciuto avesse fatto nomi e cognomi e indicato PRECISAMENTE le sedi dello scandalo: troppo facile e troppo comodo sparare sul mucchio ed essere superficiali anche perchè, come qualcuno ci insegna, "a pensar male prima o poi ci si becca". In ultimo mi spiace che qualcuno segua ancora il ciclismo se pensa che sia uno sport di dopati. Amen.
Frank2
00sabato 30 ottobre 2004 08:54
Ciao Lory.A proposito del processo alla Juve,per esempio,mi pare siano state chieste delle condanne per il dirigente Giraudo e il medico Agricola.Ora si tratta di aspettare.Certo,se si comportano come hanno fatto con lo scandalo scommesse,allora i calciatori continueranno a doparsi tanto le sanzioni saranno minime.Quanto alla frequenza di partite giocate,proprio stamane leggevo della proposta di Campana (presidente dell' Assocalciatori)di mettere un tetto alle partite infrasettimanali al fine di evitare un "sovraffollamento" e un "sovraccarico" delle stesse.
Un saluto,
Antonio Piccolo
00sabato 30 ottobre 2004 09:17
Re: Amen...

Scritto da: Lorenz James Barbagianni 30/10/2004 8.47
Quanto a Zeman, [ah, io al bel giuoco "stile Mancini" (?) ho sempre preferito le vittorie], mi sarebbe piaciuto avesse fatto nomi e cognomi e indicato PRECISAMENTE le sedi dello scandalo: troppo facile e troppo comodo sparare sul mucchio ed essere superficiali anche perchè, come qualcuno ci insegna, "a pensar male prima o poi ci si becca". In ultimo mi spiace che qualcuno segua ancora il ciclismo se pensa che sia uno sport di dopati. Amen.



Io invece ho sempre preferito il bel giuoco, perchè non riesco a divertirmi automaticamente in successione ad una vittoria. E pensate che sono per il Napoli, in cui Zdenek ha avuto la sua esperienza più fallimentare (se non erro: 5 partite, 0 punti).
Quanto a Zeman, mi pare che abbia già pagato abbastanza caro la scelta di non essere ipocrita e cieco. Fatto fuori dal potere (che strano, anche nello sport più venduto si gira intorno agli stessi nomi) che decide per tutti e anche i vincitori, sarebbe slittato ai dilettanti se avesse fatto nomi fin dall'inizio (perchè dopo non si è tirato indietro).

A me comunque, dispiace che qualcuno segua ancora il calcio (io non più) con la certezza che sia uno sport di drogati, e che le vere gare si disputino tra tre dirigenze, di cui tutti fingono di ignorare la provenienza dei danari.
Lemmir eneB
00sabato 30 ottobre 2004 09:38
Sussurrandolo... Forza Lecce !
Lemmir[SM=g27800]
Lorenz James Barbagianni
00venerdì 20 gennaio 2006 10:49
Re:

Scritto da: Frank2 29/10/2004 23.28
Zeman dimostra (se ancora ce ne fosse voluta conferma)di essere un uomo di sport ,inteso nel senso più nobile del termine.Dopo aver scoperchiato i pentoloni del doping,lo hanno allontanato per un po' dalle scene di prim' ordine.Ma adesso i fatti gli danno ragione,e chissà quanti altri dopati si troveranno in questo sporco mondo del calcio.E poi dicono che gli sport sono tutti uguali...mah,i ciclisti ora li chaimano tutti drogati,i calciatori no.Ditemi come si fa a correre come dei dannati per tre giorni alla settimana,per novanta minuti.Però girano i miliardi e gli sponsor.Spero ancora per poco.

Ciao.
Marcè,ti ho capito perfettamente.Mi è bastato un cammino da Bari a Barletta per capire come ti manca "il profumo del mare"



I fatti NON gli hanno dato ragione.
MARC1963
00venerdì 20 gennaio 2006 11:16
La riprendo
Era tanto che non entravo in questa sezione e neanche più mi ricordavo di aver postato l'articolo.
I commenti hanno preso una piega legal-processuale che non intendevo stimolare ma è naturale che sia andata così.
Tenevo solo a ricordare la grandezza dell'uomo, la sua profondità, la sua cocciuta testardaggine, la sua lucidità nel vedere le cose.....
in fondo avrebbe potuto essere anche un'intervista al nostro Ciccio, non vi sembra ?
Ciao Marcello
PiE81
00venerdì 20 gennaio 2006 16:08
Daccordissimo con Piccolo.
In più aggiungo che in ogni sport esiste il doping e la differenza tra doping e non è solo un limite legislativo, ma non "morale" dato che di per sè le leggi attuali sono ampliamente dopate. Raggiungere certi tempi in atletica leggera è praticamente impossibile senza prendere determinate sostanze. Il mio allenatore di atletica mi disse: per diventare olimpionici bisogna prima nascere predisposti, poi iniziare gli allenamenti già a 3 anni, poi arrivare adolescenti con la possibilità di fare tre allenamenti al giorno e se sei ancora sano, abboffarti di sostanze.
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