Racconto do Gigi

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fulmix77
00sabato 16 settembre 2006 16:21
Ah caspita tempo fa aveva richiesto di inserirlo giustamente tra i racconti mancanti.
Questo è uno dei più bei racconti mai letti su Cuba. Mai morto così tanto dalle risate. Non ero ancora stato a Cuba per cui lo rileggerò volentieri


Autore Gigi 01/05/2005



Tempo fa avevo già pubblicato questo raccontino su un altro sito, mi son chiesto: perchè non metterlo pure qua?

E' in tre parti....se vi piace le pubblicherò.


Dedicato in particolare ai "Camagueyani".





La prima volta fu nel lontano ’93.

Ero già stato a Cuba l’anno prima a Varadero e visitato La Habana, pensavo di aver espletato le mie funzioni di “yuma”. Adesso volevo una Cuba più vera.

Già, ma non volevo nello stesso tempo rinunciare a qualche comodità e alla presunta “sicurezza” di un villaggio turistico. Sentito questo l’agenzia mi indirizzò a Playa S. Lucia.

Il “terminal” di Camaguey era quello che attualmente viene usato per i voli interni, poco più grande di una capanna, fatiscente, aveva una “giostra” per i bagagli delle stesse dimensioni di una giostra di macchinette per bambini e mentre aspettavo la mia maleta, di là dai vetri i turisti in partenza, forse per sadismo o per invidia, facevo segni molto eloquenti di un’attacco di zanzare…altri mimavano dei “mal di pancia,”….cominciamo bene..pensai.

Salito sul pulmann e assorbito il colpo di aria gelata del condizionatore come si assorbe una badilata sul viso, cominciò il viaggio verso la meta….già cominciava ad imbrunire ed il traffico già scarsissimo di natura diventò inesistente. Il “ronn…ronnn..del motore, e la stanchezza fecero si che m’addormentai di botto e l’ora e mezzo passò in un attimo.

Mi svegliai a causa di un improvviso vociare, proprio mentre si lasciava la strada per entrare nell’area dell’hotel, il Cuatro Vientos. Con gli occhi mezzi chiusi cercai di capire il perché di questo “casino”, ma ci volle poco…….schierate come per una parata, frotte di ragazze aspettavano il passaggio dei nuovi arrivati per esibire le proprie grazie, lo facevano ingenuamente, quasi vergognandosi ma provocando una reazione di stupore da parte dei turisti maschi e di disapprovazione da parte naturalmente delle turiste donne…(forse perché c’erano solo ragazze??).

Quell’ora e mezza di sonno mi aveva ritemprato, e bastò una doccia per rimettermi in forma completamente. Passai per il ristorante per sfizio ma il solo vedere l’abbuffamento generale dei nuovi arrivati mi tolse l’appetito, girai i tacchi e mi diressi verso il bar per il primo dei mojitos.

Quella sera nell’hotel c’era in programma il la sfilata di moda settimanale e appollaiato sul mio sgabello potei ammirare quasi da solo l’andirivieni delle modelle….e dei ..(sob!) modelli.
Fu in quell’occasione che vidi per la prima volta Milton, si proprio quello che fa lo str…hemmm….che partecipa alle trasmissioni di Costanzo. Era molto giovane e molto conteso da quattro babbuine italiane e pure da qualche babbuino canadese.

Non ero ancora dotato del “triquisystem”, perciò insensibile alle moine ed ai sorrisini moooolto invitanti delle modelle, mi diressi verso l’uscita con il chiaro scopo di andar a controllare se il “plotone” schierato visto prima, era ben “allineato e coperto”…

Pufff…….non c’erano più, come per magia erano sparite, evidentemente dopo la divisa da parata, adesso, indossata a tuta mimetica, si preparavano all’attacco.

Tutto stava nel trovare il campo di battaglia…

Nuovo del posto, non sapevo da che parte dirigermi, appena fuori dall’hotel passava solo una strada , buia e le alternative erano due, o di qua o di là….
Indeciso, notai un calesse fermo sotto una palma, un destriero magro e spelacchiato, e il conducente grasso e baffuto.
Non feci nemmeno a tempo ad alzare un dito per dire…hemmm hemmm scusi che (il conducente) rivolgendosi a me mi chiese …. ….hola señor, quiere chicas??
Azz…guardai subito la patta dei miei pantaloni per vedere se quel “quiere chicas” era giustificato, ma non trovando niente di “anormale” mi resi conto per la prima volta che i cubani in 40 e passa anni di castrismo, avevano, oltre le altre conquiste della rivoluzione, pure affinato l’arte di leggere nel pensiero. (jajajaja)

E quella fu la prima volta che andai a caccia in carrozza…..



Non ci volle molto, passata l’entrata del Caracol, e poco prima del Coral (ora Club Santa Lucia) sulla destra c’era un Rumbo, bar all’aperto con impianto stereo. Man mano che m’avvicinavo l’assordante musica che usciva dalle enormi casse diventava sempre più insopportabile, da lontano si vedeva un brulicare, un ondeggiare a tempo di musica, decine e decine di mulatte, blanche, tregueñe , morene, indie, chine e nere che avvistata la carrozza portayuma in avvicinamento, come all’unisono, si erano messe a dimenare i fianchi mettendo in mostra la propria abilità . Avevano invaso persino la strada e incuranti di qualche mezzo che passava, ballavano e ballavano.

I tavoli erano 5 o 6 ed erano tutti occupati, un paio da quattro alemanni e gli altri da cubane con qualche chulo.
Azz…mi son detto , dovrò rimanere in piedi, ma….sempre per quella prerogativa di leggere nel pensiero, un negrone, evidentemente il gestore del Rumbo, con maniere che con un’eufemismo definirei…..convincenti, fa sloggiare un gruppo di ragazze da un tavolo e facendosi largo mi fa cenno che il posto si era per incanto …liberato.

Ed eccomi seduto, da solo con sette o otto sedie (di plastica) libere intorno a me. Ho sete, mi giro verso il “bancone” per ordinare con una mimica accentuata (non si sentiva una mazza) un C-U-B-A-L-I-B-R-E, et…voilà…mi rigiro e le sedie libere già si erano riempite di culetti.

Ahhhh…magica Cuba, è proprio vero che qui le cose basta desiderarle e s’avverano…

………………….Approccio………………..

Hola señor, se puede?...........................Claro que si

No molesto?.........................ma te pare? A vagonate ste molestie…

Da que pais vienes?...........................Italia

Ahhhhhhhhh…mafioso !!!...........seeeeeeee…stocazzo

Primera vez en Cuba ?....................no, seconda

Cuando llego?..................hoy

Cuanto tempo esta aqui?......................1 mes……..

Quiere una chica??.................una solo???

Hayyyy…que mujeriego!!!!!..............senti chi parla…..

Me compra una Cola??..................ehhhh??? Una bottiglia di minerale e sette bicchieri e …pedalare!!!

………………………………………….

Insomma, poverine,mettevano solo a frutto le nozioni imparate alla facoltà di jineteria dell’università di Camaguey.

Finisco il mio cubalibre e , sarà per il TUM TUM dei bassi che uscivano dalle casse, sarà per la vista di tanto bene della natura, ….mi viene fame.

Chiedo dove posso mettere qualcosa sotto i denti e mi viene indicato più avanti un posto chiamato Rapido….

Bueno, dice una, vamos…!! Vamos?? Cosa vamos,….!!............VADOS…..!! Al massimo ne porto una, ma che abbia mangiato di recente…..chesonoio…Babbo Natale???

Mi avvio a piedi con a fianco la prescelta e dietro le altre sei di scorta, un poliziotto in mezzo al marciapiede si scansa per farci passare, (bei tempi) e arrivo al Rapido, prendo il classico pollo fritto per due e Coca….sto mangiando e che ti vedo? Lei che si alza e va verso le altre rimaste a guardare aldilà dei pali che fungono da recinto, porta con se il piatto di plastica e va a dividere…….AZZZZZ……AZZZZZZ…..AZZZZZZ …chefiguraemmierdaaaaaaa che ho fatto….
Rimedio subito, ven ven, todas aqui, oygo…niño….otros 6 por favor… e che se ciave sparagnare (non m’importa risparmiare) .

Ho tirato su una bella compagnia, finito il pollo faccio lo “sborrone” e mi faccio portare una bottiglia di rum, a quella vista saltano fuori un paio di chitarre con i rispettivi suonatori,…..si comincia con Guantanamera (sic!) si continua con Besame Mucho, in onore dell’ospite si canta tutti in coro Il ragazzo della via Gluck e La Canzone del sole, e….giù rum e Coca Cola.

Si aggregano altri quattro italiani che, passati per caso e sentito il casino si sono fermati, il gestore addirittura spegne quel poco di stereo e chiamandomi da parte mi dice: paga adesso le tue consumazioni, che il resto lo facciamo pagare agli altri quattro….(bastardoooo).
Insomma….senza accorgersi facciamo le 3 e improvviso mi viene un sonno tremendo, faccio un calcolo e mi rendo conto che sono mas o menos 24 ore che non dormo….e poi il rum ha fatto il resto.

Mi alzo e un po’…."zizagando" mi avvio verso l’hotel….

Il solito calesse ed il solito conducente appare come d’incanto, infatti si era messo poco distante sicuro che prima o dopo avrei avuto bisogno dei suoi servizi…salto su e veloce ma come una scimmia salta su pure la ragazza del pollo, …con le poche forze che mi rimangono la imploro di lasciarmi andare in “branda” da solo , e presto pure che con la nausea prorompente che mi aveva assalito causata dall’esubero di cuba libre e ron, avrei presto vomitato pure le “pastine della cresima”…..


..segue...forse


Seconda parte......



Bummm….bummmmm…bummmmm…

Il rumore dei colpi sulla porta della camera mi svegliano di soprassalto, ancora rincoglionito dal sonno e dalla ciuca di tre ore prima, cado quasi dal letto in preda all’ansia, mi sembra d’essere in caserma ed essere in ritardo alla sveglia e all’adunata….e con una faccia stravolta vado ad aprire….azzzz….un mulatto in divisa grigia/blu con una targhetta con scritto SEPSA mi guarda tra il divertito ed il comprensivo e mi dice…..hola despierta la chica que debe ir rapida…..ehhhh???? Ma quale chica??? ………lui mi guarda, guarda un pezzo sgualcito di carta con dei numeri, guarda il numero della mia camera e tutto dispiaciuto mi fa….perdoname señor, me equivocai, e girandosi va a bussare…beh a battere la porta della camera di fronte…..

Si apre la porta e veloce come una gazzella, con le scarpe in mano, sguscia fuori una negretta peperina che si avvia verso l’uscita vicino alla spiaggia… ….non prima però di aver dato una “propina verde” al mulatto in divisa……ahhhhh te capì come funziona la cosa??? Quelli che dovrebbero sorvegliare sono proprio quelli che gestiscono il giro……cominciamo bene…ma proprio proprio bene…….

Ritorno a letto ma l’ansia di quella sveglia, il fuso orario ( in Italia era mezzogiorno), e quel maledetto raggio di sole che entrava dalla vetrata posta ad est mi impedì di prendere sonno.
Resto disteso e mi diverto a contare i vari bummm….bummmm….bummmm che si sentono in lontananza…ricordo che ne contai una ventina……azzzz sommando con quelli che non ho sentito perchè addormentato, si può dire che il giro non manchi…..bene….cominciamo proprio bene…..

Gira e rigira, non prendendo sonno mi alzo evado alla playa e li incontro quasi tutti quelli che sono arrivati il giorno prima assieme a me che svegli come cardellini stanno passeggiando . Evidentemente il fuso orario ha mietuto molte vittime. Vuoi vedere che quelli che stanno ancora dormendo sono quelli che …bummmm...bummmm...bummm??

Fatta colazione decido di prendermi un carro, e prima che le cavallette ancora intorno al buffet arrivino a prendersi i migliori, mi affitto un bel Suzuki Vitara con tettuccio apribile verde metallizzata con al massimo un 2000km sul groppone.

Inserisco la cassetta con Juan Luis Guerra ( che sarà la mia colonna sonora di quel viaggio) che canta “Burbujas de amor” a tutto volume e vaiiiii….ho 30 giorni e 30 notti davanti a me……Cuba aspettami sto arrivando!!

Tengo un corazon
mutilado de esperanza y de razòn
tengo un corazòn que madruga dondequiera
ay!
Y este corazòn
se denuda de impaciencia
ante tu voz,
pobre corazòn
que no atropa su cordura.

Quisiera ser un pez
Para tocar mi nariz en tu pecera
Y hacer burbujas de amor por dondequiera
Pasar la noche en vela
Mojado en ti
……
…..
….

Esco dall’hotel e sempre sotto la solita palma vedo il calesse fermo, non vedo il conducente anzi, lo vedo per metà perché l’altra metà, la parte superiore era nascosta dal sedile. Guardo meglio e lo vedo con uno straccio zozzo che sta pulendo l’interno del calesse….Hola, lo saluto, esta limpiando el coche?.....si señor, estoy lavándo el sucio que ustede me ha hecho esta noche….azzz afferro al volo il concetto e con la faccia da ebete svincolo con un …..buon trabajo !!!

Mi dirigo d’istinto verso il Rapido (ho sempre contato sul mio istinto) e durante il breve tragitto analizzo un po’ Playa S. Lucia.

Non ci vedo niente di eccezionale, ma si vede che la vogliono sviluppare, praticamente la vorrebbero far diventare un’altra Varadero.

Al Rapido oltre al chiostro del pollo e delle bibite, vedo un paio di baracche/tiendas, e osservo che in quella dove vendono ropa ci sono una diecina di “sgarambone” vocianti che stanno spendendo un po’ di dollari….guadagnati la notte.

Mi fermo per chiedere la strada per Coco Beach (o Playa Coco) e già vengo circondato , …mannaggia e adesso cosa faccio? Per farmi largo invento che mi sta già aspettando la chica della sera prima (quella del pollo che poi avevo scaricato) e come risposta mi becco un bel… MENTIROSO!!! Era lei ed io non l’avevo riconosciuta in mezzo al gruppo!! Azzz ma come cambiano dalla notte al giorno….quasi quasi ieri sera sembravi più bella!! Lo penso ma non lo dico…non si sa mai, evvabè dico, sono venuto a cercarti per scusarmi e portarti in spiaggia.

Esperame un minuto…..sparisce in mezzo a quattro baracche per riapparire esattamente dopo un minuto con una borsa di plastica con quattro stracci e l’immancabile pettine. Vamos!!! Dice lei, ed io ….azzz eddai con sto vamos!!Me sembri un caporale di giornata!!!

Dopo un vero tour safari per una strada sterrata da far ringraziar i Santi in Paradiso d’avermi dato l’ispirazione di aver preso un fuoristrada arrivo al Coco Beach, paesino di pescatori con una bella baia che va a confinare con l’entrata del canale per Nuevitas.

Una capanna che funge da rimessa per gli sdraio da spiaggia e per la vendita di refrescos, cerveza y bacaidos de jamon y cheso, è tutto quel che c’era come servizi al turista, ma a me stava bene così, c’erano le palme per l’ombra, il mare per i bagni, il chiostro per la sete, e la piacevole compagnia di una tregueña che si stava rivelando una vera sorpresa per simpatia e intelligenza.

La giornata prometteva davvero bene…..




Soli e rilassati su questo angolo di paradiso…...cominciammo a parlare per conoscerci meglio…..

Yo me llamo Tamara, y llego da Esmeralda en la provincia de Camaguey…..

Mi so Gigi e vegno da Venexia…..

Ahhh Venecia , que romantica, el puente de los inamoratos que suspiras….

Ciò tosata…varda che sospirava i delinquenti quando li portavan ai piombi….

E così via….una raffica di domande per una serie di risposte più o meno mentirose…un gioco delle parti noto ad entrambi ma che male non faceva.

Bruuuuummmmm bruuuummmmmm……cheo cheo cheo…..il rumore di una guaguita sputacarbone che si parava costrinse a girarmi, era il pulmino che faceva spola tra gli hotels e Coco Beach, raccoglieva qualche turista e con un dollaro lo portava fino qua. Faceva un viaggio solo, all’andata alle dieci e al ritorno alle quattro….

Puttanaeva, penso, finita la pace…..aperte le porte scendono una decina di rumorosi italiani maschi e single che guarda caso , arrivati pure loro la sera prima con il volo da Milano…

Come mi vedono, si danno di gomito come per dire…varda varda el venexian, già in pool position ….
Masticando qualche “masaneta” (parolaccia) ma sfoderando la più innocente “faccia da tolla” li saluto e li chiamo, manco a dirlo d’un balzo me li trovo tutti intorno.

Ma come, sono appena le dieci, sei arrivato ieri sera e già hai “tacchinato”? mi dicono guardando Tamara con occhi libidinosi…..ma io prendendoli in contropiede ribatto…e voi?? Siete intenzionati a fare i mariconi in vacanza e passare tutto il giorno da soli?? Non sia mai detto!!! Ma qua di mattina come si fa a trovar “pastura”??

Ed ecco che entra in scena Tamara…..capito il problema propone: Sentite, perché non prendiamo la guagua, torniamo indietro e andiamo a “cargar” la” materia prima” proprio dal “magazzino”?

Boh! Se lei dice così ….proviamo…. e lei decisa ….Vamossss ( eddaie con sto vamosss)

Accordati con l’autista che furbescamente vedeva la possibilità ti “tacchinare” pure lui e rifatto al contrario il tour safari per 5 km, Tamara ci fa girare dentro una stradina che porta su un grande cortile in mezzo a 5 palazzoni alti 5 piani di stile russo.
S’attacca al clacson e poi si mette a chiamare…..

Oyeeeee….chicasss….vamosssss (eddaie) los turistas esta buscando chicas por ir a la playaaaaaa……

È stato come aver dato un calcio ad una siepe pieno di passeri …anzi di “passere”….rapidamente il pulmino venne circondato da una moltitudine di ragazze uscite dagli androni dei palazzi…tutte entusiaste per quella gita fuori programma.

Erano fin troppe e vergognosamente si dovette purtroppo fare una scelta…..tu si , tu no, tu si …tu si …tu no…..era penoso…..si , ancora adesso mi par di vedere le facce tristi o gioiose a secondo il caso….fu una delle pagine , per me, più imbarazzanti ( a dir poco) vissute a Cuba.

Evvabè, …….completato il “carico”, ciondolando la guaguita riprende il “strada” per Coco Beach, intanto all’interno cominciavano a formarsi le “coppie”…ad una prima conta ci s’accorge che ne “avanzavano” cinque….azzz, una per l’autista e le altre quattro????
Ed ecco subito un paio di “volontari” si fanno avanti pronti a sobbarcarsi “l’ingrato compito” (bastardiiiii) di tenere a bada tre scatenate cubante ciascuno (una “ufficiale “+ le due in “nero”).

All’arrivo ci aspetta il “promotore” (Leo) con tanto di targhetta appuntata sul petto per proporci il pranzo a base di pesce…

Dopo il “si” generale e fatto il conteggio dei partecipanti al pranzo, impallidisce….mai si era aspettato un tal numero di commensali …affamati a dir poco …di tutto. Sì, si può proprio dire che in 25 persone era quasi una nozze….e l’apparato per la ricerca del pescado si mise in moto.

Quattro o cinque tracagnotti con la maschera da sub si gettarono in mare, un paio con la fiocina e gli altri con un palo appuntito, e dato la pescosità della baia, in poco tempo raccolsero talmente tanto pesce da fare un mercato.

Dopo un paio d’ore il tutto era pronto per il pantagruelico pranzo e con gioia ci apprestammo a render onore alla nostra fame.

Ecco il ristorante…..se si nota si vede un capanno di guano sotto le palme,… ..eravamo la…


Immagine che non vedo più

Finita la fiesta, e presi accordi per ritrovarci tutti alla sera, prendiamo la strada (sic!) di casa prima che le je-jenas già in agguato, ci divorassero vivi.

A cena, in hotel, ci ritroviamo tutti e fatta la tavolata si da inizio alle confidenze.

Una cosa attira subito l’attenzione di tutti, la provenienza. Ebbene quasi tutte le ragazze “imbarcate” venivano da Esmeralda, cittadina ad una novantina di km da Camaguey.

Qualcuno disse pure che la sua nuova amichetta in confidenza gli spiegò che si danno il turno….dopo un mese di “servizio” lasciano il posto letto e lo prenotano già per la “collega” paesana che verrà al posto suo.

Il bello è che il giochino durava già da un paio d’anni, praticamente considerato il numero delle aspiranti novias e del turno mensile, ancora poco e tutte le ragazze da marito di quel paesino avrebbero fatto la propria esperienza in battaglie con i turisti.

Bene, ora in stanza a lavare la dentiera e poi vamossss a vivir la noche de Cuba!!

La “noche de Cuba” ..un par de bale…

Avevo notato già i primi sintomi al ristorante mentre stavo nella tavolata….un sordo brontolio proveniente dalle profondità dei miei intestini…..qualche piccolo crampo che avevo sistemato con una battuta di piedi per confondere il rumore di uscita dello “spiffero” intestinale…ma fu inutile….mentre mi chinavo sul rubinetto del bagno per risciacquarmi i denti, il brontolio divenne un tuono e feci appena a tempo sedermi sulla tazza che il tuono si trasformò in un torrente di…lascio immaginare a voi.

E così tutta la notte….lasciando così la Tamara seduta al Rumbo ad aspettare ed il Gigi seduto sulla tazza a c…….re. Amazz…. quanta…..è proprio vero che siamo fatti di ….niente.

Per fortuna che mi ero portato le Bimixin, ed una mezza pastiglietta bastò a bloccarmi lo sfintere, ma ormai la notte era finita ed il sottoscritto…. pure.
Non restava altro che ritemprare le forze a colazione con una frittatina e becom.

Ma dove sei andato ieri sera….ma perché non sei venuto con noi….e così via, tutti che volevano sapere il perché della mia assenza,….mica potevo spiegare la vera ragione dell’improvvisa defaiance, ne andava della mia “dignità, ”….allora inventai una storia con una cameriera…..un sacco di balle che loro, ormai con il cervello annebbiato dalla rincoglionite acuta, bevvero come rosolio.

Un tizio, un toscano, dice che la sua “novia” gli ha parlato di un bellissimo cayo a 80 km dove si potrebbe andare….si fa la conta di chi vuole fare sta gita e manco a dirlo ci vogliono venire tutti…

Ragà, io ho la Vitara e più di 5 persone non posso trasportare…..che si fa?? Pensa e ripensa incaricano me di cercare una guaguita con autista per il viaggio….una guagua di 12 posti?? Eh no, almeno 25.
Mi informo e l’unico pulmino esistente era quello di servizio per Playa Coco….mi accordo con il Jefe, una piccola propina e l’indomani il servizio per la piccola baia di Coco Beach veniva sospeso per ….forza maggiore.

La mattina una piccola folla attendeva la guagua, saliamo , facciamo la conta e…..azzzz ma dovevamo essere in 10? Siamo in 15 !!!!! E adesso? Le ragazze che ci stanno aspettando per venire con noi sono in 10, come si fa???

L’autista si gira e con fare sornione dice…..señor….aqui en Cuba todo se puede y todo se hace…no se preocupe, cargamos por la caretera….


Segue la terza parte (chissa?)


A furor di popolo pubblico la terza e penultima parte....

...Per l'ultima parte, che è anche la parte più esilerarte, fate pure le vostre offerte....


E così si fece, arrivati a Nuevitas, piazzato il mezzo in centro della piazza…i novelli Romeo sbirciando per i vetri sceglievano le loro Giuliette che passavano….. ehmmmm casualmente proprio di là . Fatta la scelta, scendeva l’autista che in neanche un secondo..”convinceva” la “malcapitata” ad aggregarsi per la gita al Cayo.

Ormai non c’era neanche un posto a sedere e chi sulle ginocchia e chi in piedi, si affrontò la ….strada…sterrata. Seduto davanti mi voltai per controllare la situazione, beh a dir il vero era una bella situazione….e la giornata prometteva bene…..ma bene bene.


Si riprese il viaggio e dopo ripetuti ..ohhhh….alla vista di migliaia di fenicotteri rosa, e haiii….per le botte da contraccolpo dovute alla strada…..si giunse ad un …ponte su un canale con poco distante una casermetta dove quattro militari “gurdafrontera”, con divise sbrindellate, stavano giocando a domino.

L’autista, vecchio di mestiere, scese e dopo aver scambiato un paio di frasi con loro tornò dicendo:
No se puede pasar sin la propina natural…..
Qualcuno di noi, pallido di terrore, già si vedeva a 90° sodomizzato da un cubano in divisa verde oliva, ma poi saltò fuori un pacchetto di Malboro che mise le cose a posto rendendo felici i militari.

Otro problema, per passare il ponticello di legno marcio, bisognava scendere tutti a scopo precauzionale…..e così si fece, la guaguita piano piano passò sopra con disappunto di qualcuno di noi che armato di telecamera sperava un crollo per poter così immortalarlo e mandar il video a qualche programma televisivo specializzato in crash.

Non successe nulla e dopo un altro paio di km si arrivò a Playa los Pinos.

La bellezza del luogo ci tolse il respiro, la sabbia bianca, il mare di un turchese chiaro incredibile che man mano diventava verde smeraldo o azzurro cielo quando una nuvola oscurava momentaneamente il sole,







la vegetazione lussureggiante ed incontaminata e poi….il vociare delle donzelle che rendeva il luogo gaio e promettente….si perché per i poltroni e gli amanti del “riposino”, c’erano a disposizione 5 bei bungalow fatti con canna di bambù, ma che all’interno avevano tutte le comodità, a cominciare di un buon letto, una doccia ed un ventilatore……







Subito i due cuochi/pescatori si tuffarono per far incetta del pesce per il pranzo, e dopo aver attraversato la enorme piscina naturale per circa 300 metri, raggiunta e superata la barriera, sparirono nelle profondità del mare aperto armati solo di maschera e fiocina.

Così tra giochi, sollazzi e “riposini” passo tutta la mattinata e parte del pomeriggio. I pescatori tornarono con il pescado che per non perderlo lo avevano infilato in un filo di ferro, (pensate, quattro ore su e giù nel mare aperto senza l’appoggio neanche di una barca), e venne l’ora del pranzo/cena che si consumò nella fresca ombra di un patio fatto di pali e guano.

Di pesce ce n’era in mega quantità, cernie, aragoste, pesci colorati mai visti, ma una cosa venne apprezzata di più, la murena che ai nostri occhi sembrava un “bisaton gigante”. Il ragazzo che l’aveva catturata e portata a riva, nonostante le ferite mortali inferte al povero pesce, a stento riusciva a tenerla e ogni volta che la murena apriva l’enorme bocca per azzannarlo, lui con un coltello la colpiva sulla testa. Questo durò per una decina di minuti finchè finalmente non si mosse più….morta si ma con la bocca dentata ben aperta….

Dopo il pranzo si pensò di rispolverare qualche gioco. Si giocò a nascondino (ehmmm..ehmmm..), a bandiera, a rincorrersi, e persino, utilizzando i coperchi delle cerveza Tinima e spingendoli facendo molla con le dita, al “giro di Cuba” su pista di sabbia.

Praticamente eravamo tutti tornati bambini felici e spensierati, avevamo dimenticato tutto lo stress della vita quotidiana ed i problemi annessi e connessi, avevamo mandato aff…. Il mondo e qualcuno pure la ….famiglia.





Purtroppo ogni bel gioco dura poco e pure quello finì, al crepuscolo si risalì nella guagua destinata a riportarci nel mondo “civile” (phua!!)

Il sole tramontò in un “amen” e complice la sopravvenuta oscurità, tra le coppie ricominciarono le “coccole”…

Dal mio zainetto saltò fuori una cassetta di musica anni ’60 e tra un “Sapore di sale”, un “Je t’aime…moi non plus” ed un “Tanta voglia di lei”, le paroline dolci si sprecavano…

Era come un duello a colpi di smancerie, se lei esordiva con un……ahiii…caimancito mio….lui rispondeva con un…..bela cubanona, te ga un cul che fa provincia ma a mi te me piasi par questo…

Ed ad un ….ahiiii…..my tocororo macho……lui ribatteva con ….. ahooo..so’’ngrifato e c’ho voja de ‘nzuppà l’agnello….

Oppure ad un…..oye chico….que tiene aqui, un palo?…………la risposta era…….me chiameno treppiede che se te’o metto’n spalla, altro che via crucis…

Praticamente la Nazionale Italiana del “petting”.

C’erano anche coppie in silenzio, e nell’oscurità si sentiva ogni tanto un ..”hoffff…hoffff” tutte le volte che la guagua beccava una buca procurando così per il contraccolpo un improvviso intasamento delle prime vie respiratorie della donzella impegnata in atti eccitatori orali nei confronti del proprio partner. ( voi chiamateli pure come volete).

Io purtroppo, nonostante le “avance” di Tamara, ero impegnato a tener sveglio l’autista che, passato tutto il pomeriggio a trombare e bere rum, era finito come un calzino e stentava a tenere gli occhi aperti.

Come Dio volle, “scaricate” le “compagne di avventura” per strada ed a debita distanza, arrivammo all’hotel.

Dall’espressione degli adetti alla reception quando ci videro scendere dalla guagua, era come se vedessero uno sbarco di alieni. Eravamo sbracati, mezzi ubriachi, chi rideva, chi piangeva, chi ancora con la patta dei calzoni aperta, altri con il viso tutto impiastricciato di rossetto (maledetta mania delle cubane di dipingersi sempre le labbra), insomma, un’armata Brancaleone dopo una battaglia…..e che dura battaglia.


Quarta e ultima parte...

Sono sincero, nonostante le varie promesse per trovarci dopo cena per proseguire i “giochi olimpici” appena giunto in camera e appoggiato il capo sul cuscino con l’idea di un riposino di appena dieci minuti, mi addormentai come un sasso e così tutta la notte fino alle dieci del giorno dopo….

Bummm..bummmm…bummmm….echecazz….vuoi vedere che hanno allungato “l’orario trombarolo” e adesso la SEPSA lascia correre fino a meta mattina?

Macchè, era la cameriera che bussava per “hacer la cama”.

Non riuscendo a rispondere per via della bocca impastata e della testa che mi rimbombava come un tamburo, non riuscii a fermarla in tempo e appena misi a fuoco il grembiule bianco sopra un corpo nero che con la bocca aperta a mo di sorpresa mi fissava ai piedi del letto…mi ricordai che la sera prima mi ero coricato così come mamma m’ha fatto, praticamente senza il “pigiamino”….hihihi.

Pudicamente (sic!) cercai subito di coprirmi strisciando sulle lenzuola per raggiungerne un lembo, ….fu in quel momento che capii di quanto poteva aver sofferto Giovanna d’Arco durante il supplizio del rogo…..nonostante i litri di crema protettiva che mi ero messo il giorno prima,….avevo la pelle scottata, ero come un gambero fritto…..un urlo mi salì dai testicoli fino alla gola e tutte le parolacce imparate da militare mi uscirono come un rosario….facendo rimanere di sasso la povera “camarera” che imbarazzatissima pensava di aver provocato lei questa mia reazione…

Con il mio “savoir fare” rimediai subito spiegando la vera causa di quella sfilza di “mala palablas” e scusandomi la pregai di spalmarmi la crema “doposole”…..

Cosa fece lei?? Beh, prima telefonò alla reception per informare del problema e della necessità di assistenza che avevo, dopo si offerse di aiutarmi e si mise all’opera.

Ora i soliti “maniaci” chissà cosa penseranno…ed invece lei prima volle che facessi un bagno in vasca con acqua fredda per attutire il calore, mi spugnò delicatamente ben bene sulla schiena, poi mi asciugò sempre con la massima cura e delicatezza e poi mi spalmò d’appertutto… di crema come un neonato…., regolò il condizionatore in maniera ottimale e poi si interessò presso il ristorante per farmi avere il pranzo in camera. Se ne andò baciandosi il polpastrello del dito indice per poi passarmelo sul naso…(che goduriaaaaa) e con la promessa che sarebbe stata lei stessa a portarmi il “rancio” tra un paio d’ore….e per finire, con un perentorio invito di starmene buonino buonino a letto ad aspettare…

Ecchisemove??? Anche perché osservandola mentre usciva dalla stanza avevo potuto notare il “posteriore”, che assemblato al resto, non dava un brutto risultato….anzi!!!!

Questa volta neanche sentii il bummm… bummmm… bummm…. Mi ero riaddormentato forse anche a causa di qualche linea di febbre conseguenza della scottatura, ma mi risvegliai per la sensazione di fresco della sua mano appoggiata sulla fronte. Ma che strano, fuori saranno stati più di 30 gradi, magari avrà lavorato sodo tutto il tempo e ancora riescono ad avere le mani fresche…..

Come promesso mi aveva portato la comida in camera, però aveva fatto lei stessa il menù, brodino di carne, patate lesse con un po’ di pollo bollito. Diceva che dovevo stare leggero in previsione di una reazione febbrile.

E questa puntuale arrivò. Dopo aver bevuto il “brodino” cominciai a tremare come una foglia, dal caldo passai ad avere freddo….lei premurosa mi mise a letto e …udite udite….mi coprì con due coperte, spense il condizionatore ma ancora tremavo, e…….. ed ecco il colpo di genio…..ma cosa c’è di meglio in questi casi di un “riscaldamento naturale”? Ed è appunto questo che lei ha pensato…..sfilatosi il grembiulino…..s’infilò sotto le coperte….e non so se per la febbre o per il “riscaldamento acceso”…andai in estasi….vidi laVigin del Cobre, sentii un coro di angeli cantare (o era lo stereo a manetta per la lezione di salsa in spiaggia?), ebbi persino la visione di Fidel che giocavano prima a domino con Clinton e poi a monopoli con Berlusconi…..insomma ragazzi….un’apoteosi !!!!!

I particolari non ve li so dire….il febbrone mi deve avere neutralizzato i neuroni della memoria relativa a quei momenti….però so solo che verso le nove di sera…mi era passato tutto…scottatura, febbre, fame, sete, ingroppamento e pure le visioni……insomma ero nuovamente pronto per la noche cubana….

Mi sentivo bene, avevo salutato e ringraziato ($) la “cameriera” per “l’assistenza”, e come libero da mille preoccupazioni, ero stranamente felice, con quella ansia che ti fa tremare il petto e di conseguenza la voce, ero pronto a qualsiasi evenienza.

Guardai nel bar e nel ristorante (più per scrupolo) per vedere se c’erano i compagni d’avventura del giorno prima, ma non trovai nessuno, mi dispiaceva uscire senza averli magari salutati anche per le promesse fatte, ma “nisba”, nessuno….

Alla reception però ne incontrai uno, stava la per telefonare, spiegai il motivo della mia assenza e quello mi consolò dicendo che tutti più o meno avevano avuto gli stessi problemi, e che ancora ne stavano patendo le conseguenze.

Così, un po’ sollevato, prendo la mia Vitara e…con lo stereo a palla ed il motore imballato via in direzione Rumbo!

Azzzzz…..una figura mi si para davanti,.. pianto un’inchiodata come mi fossi trovato a trecento all’ora a pochi metri dalla chicane delle piscine a Montecarlo, e riesco a fermarmi prima di stirare gli short giallo/rinfrangente della Tamara.

Ma sei matta!!....???

Matto sarai tu!.. Mi dice, era incazzata nera per tutto il tempo che mi aveva fatto la posta a pochi metri dall’albergo.

Hi….hi….hi….la risatina del carretero sempre sotto la medesima palma, mi fa capire che la “santa donna” doveva essere rimasta lì sin dalla mattina….

Vabbè…ti porto a mangiare qualcosa, però dopo …rauss…va dove vuoi che il sottoscritto non vuole “sergentimaggiori” tra le bale….

La porto a mangiare il pollo e poi l’accompagno a …ehmmm ehmm….. casa.

Un dedalo di stradine che farebbero la gioia di un “endurista”, capanne di legno, cani spelacchiati con tanta di quella “rogna” da vendere a chili, bambini coperti di stracci lasciati girare a piedi nudi, vecchi che, seduti o per terra o su un pezzo di cemento indurito rubato chissà dove che ti guardano con una tristezza infinita negli occhi, galline e maiali che girano per casa lasciando scie di escrementi…. …ma dove siamo??? Ma allora sarebbe questo il “paradiso socialista” di Fidel ?

E qua mi fermo, non voglio mischiare politica e facezie, non sarebbe giusto.






Lascio la Tamara nel suo tugurio dove ha affittato un ….”posto letto” per qualche pesos al giorno, e ritorno in tutta fretta al Rumbo che già avevo visto pieno ….”folla”.

Già parcheggiando la Suzuki mi ero fatto notare….una sgommatina da cafone, quattro accelerate da pseudo “chofer en pierna” ed già un centinaio di occhi avevano inquadrato il bersaglio ed una cinquantina di cervelli avevano elaborato il “piano d’attacco”.

Scendo con fare saccente, tasto le gomme come per vedere se tutto era a posto e mi avvio verso il solito tavolo “premurosamente” liberatosi dopo una leggera “pressione” del gestore nei riguardi di sei culetti ivi accomodati.

Seduto da solo ad un tavolo con 5 sedie libere stavo rimuginando il da farsi, ( se ne inviti una se ne presentano 5 e dopo devi…offrire…) quando mi venne in aiuto il …temporale.
Un’ improvviso scroscio di pioggia tropicale costrinse tutti a ripararsi sotto quella poca tettoia in lamiera ad uso magazzino di bibite…. dove in pochi metri quadri mi ritrovai solo, circondato, schiacciato, sudato, bagnato e …..palpato.

Miriadi di mani nella ressa toccavano, strusciavano, palpeggiavano un povero turista (il sottoscritto) intento a salvare il salvabile, infatti ero nell’atroce dubbio di non sapere cosa difendere, se il portafoglio nella tasca posteriore dei pantaloni, i soldi pronti nella tasca laterale, i documenti nell’altra tasca posteriore, o gli attributi ed i pettorali che la mamma mi fece.

Siccome non sono la dea Kalì, optai per le due tasche con portafoglio e documenti lasciando sfogare le gentili toccatrici. Come venne, la pioggia all’improvviso cessò, finalmente potevo respirare.
La “folla” pian piano ridacchiando cominciò a disperdersi ed a me non restava che fare un bilancio dei “danni”. Vediamo….soldi a posto, portafoglio ..a posto, documenti …a posto..e zebedei???
Ffffiiiiuuuu……Ffffiiiiiuuuu…provai a fischiare come m’insegnò il mio “vecio” alpin dopo che presi un calcio dal mulo Deri…(diminutivo di Derivato, un satanasso di mulo che il Diavolo lo abbia in gloria) e potei constatare che tutto era a posto.

Ritornato al tavolo, mi rimisi in ordine, ma la pioggia, il sudore e l’umidità, il contatto con tutti quei corpi ognuno con un profumo diverso e per ultimo il ron che mi ero portato dietro e che regolarmente mi ero versato addosso dopo l’ennesima spinta, fatto è che puzzavo come una fogna di Calcutta….tutto questo mi costrinse a pensare di andare a cambiarmi.

Non feci a tempo a salire in macchina che …..vvvrrooommmmm….altro scroscio d’acqua.

Beh, meno male che adesso mi posso riparare nell’accogliente e tranquillo abitacolo….macchè….ringraziando il sistema Suzuki che aprendo la serratura della porta del conducente, si apre pure quella del passeggero…..una mulatta s’infila come un’anguilla e lasciatala aperta (la porta) permette così ad altre cinque o sei di trovare riparo e …conforto.

Beh…mò ci penso io,…….e la mia vendetta fu ….sistematica….

Attacco una cassetta di salsa….volume altissimo…..qualche complimento e …qualche battuta a doppio senso eeeee……plapp..plapp..di qua, e plapp ..plapp di la, la Suzuki Vitara si trasforma in una “Palpuki Gnoccara”.. per la gioia di tutti.

Provate ad immaginare la scena…..la macchina parcheggiata vicino al Rumbo, la pioggia in quantità tropicale, il temporale con fulmini e tuoni, la gente sotto la tettoia a poca distanza e quei sei sette…birbaccioni che nell’abitacolo ne combinavano di tutti i colori alla faccia di quelli sotto la pioggia.

Ma la vendetta non era completa…..ci mancava l’apoteosi, infatti…., avevo riconosciuto almeno tre birbantelle che si erano date molto da fare durante il precedente palpugnamento sotto la tettoia, e che adesso dentro la macchina quasi quasi facevano le schizzinose….ebbene…sapete quel ..colpo di genio per dirla alla “Amici miei”? Con un fare noncurante metto le sicure alle portiere e poi (tanto ero già bagnato e puzzolente) sciakk….sciakk….faccio scattare i ganci che tengono il tettuccio in tela della Vitara e con un colpo secco la faccio volare via.

Ragazzi…che lavata….intrappolate e sotto quell’acqua le furbette non sapevano che fare…il panico impedì loro di trovare la sicura, le grida miste a imprecazioni si sprecavano, eravamo bagnati come dei “piti” (versione veneta di pulcini..un po’ cresciutelli….quasi polli).

Finalmente la più intraprendente del gruppo con una manovra da contorsionista si lancia fuori seguita dalle altre, io cerco pure di aiutare l’ultima ad uscire per la capote mettendogli una mano sotto per darle la spinta, ma lei forse per l’emozione, per la fretta o per i fagioli mangiati …mi scoreggia addosso ripagando odorosamente il mio sollecito e disinteressato “aiuto”.

Bene….adesso che il cocktail di odori è completo…potevo andare a lavarmi e cambiarmi.

Senza manco riattaccare il tettuccio vista la precarietà della situazione mi avvio sotto la pioggia verso l’hotel, parcheggio sull’atrio (per non bagnarmi ihihihi) e sceso mi avvio con noncuranza verso il bungalow.

Non oso neanche immaginare i commenti degli addetti alla reception e di quei quattro bacucchi canadesi seduti.

Mi limitai a salutare e far notare la bella serata limpida e serena che c’era (!)….e poi saltellando, facendo qualche piroetta e cantando Singing In The Rain , mi avviai per i vialetti che conducevano alla camera dove, dopo una bella doccia trovai un meritato riposo all’asciutto, senza problemi intestinali e con il conforto notturno della cameriera che si era “attardata” in stanza ad aspettarmi, preoccupata del mio…stato fisico!

Ahhhh…Cuba Cuba….perchè sei cambiata…

O siamo cambiati noi?




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[Modificato da fulmix77 16/09/2006 16.33]

[Modificato da fulmix77 16/09/2006 17.18]

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