Pubblicazione con contributo

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Ghidara
00lunedì 29 ottobre 2007 04:52
Quando per pubblicare bisogna pagare
Argomento spinoso ma da affrontare.
"gentile Autore, siamo lieti di comunicarle che il suo romanzo è stato selezionato per la pubblicazione presso la nostra editrice".
[SM=x1263924]
La pubblicazione di autori esordienti, però, richiede uno sforzo economico notevole per il lancio e per la diffusione del libro, per cui siamo costretti a richiedere un piccolo contributo da parte dell'autore...
[SM=x1263935]

sotto forma di...

- acquisto copie a prezzo di copertina;
- contributo alle spese di stampa;
- acquisto di metà delle copie a prezzo di produzione;
- acquisto di libri delle nostre collane per un valore di...

Che dite, ne parliamo??? [SM=x1263971]
Shalane
00lunedì 29 ottobre 2007 09:25
Parliamone. [SM=x1263941]
Non mi trovo molto d'accordo con le forme di contribuzione, però ci sono distinzioni da fare. [SM=x1263926]
Ci sono editori che chiedono cifre spropositate puntando sulla voglia dell'esordiente di pubblicare, e i servizi in cambio potrebbero non essere all'altezza della cifra sborsata.
Altri magari chiedono meno, ma ci danno un servizio minore.
Altri ancora non chiedono niente, e il servizio é pari a zero.
Non mi riferisco alla media-grande editoria, ovviamente, ma alle piccole case che pur arrancando non chiedono contributo.
L'ideale, certo, si sa: pubblicare con una medio-grande casa editrice che ci da una buona distribuzione e non vuole niente in cambio, é un sogno che solo a pochi é concesso realizzare.
Il punto, invece, a parer mio é un'altro: che bisogna tentare. Arriva un contratto a contributo? Guardiamo la cifra che chiedono. E' spaventosa? Ce lo possiamo permettere? Guardiamo i servizi. Studiamo bene il contratto e decidiamo.
Io sono sempre d'accordo sullo studiare un po' il contratto, ma cifre a tre zeri mi paiono decisamente esagerate. Io cercherei qualcosa di più economico.
Quello che voglio arrivare a dire é che il primo libro é un trampolino di lancio che, se va un po' bene, e ci da un po' di notorietà, può diventare un buon bigliettino da visita per le case ed. più grandi. Quindi bisogna essere disposti a mettersi in gioco, e a non sperare sempre nella manna che scenda dal cielo.
Ripeto che bisogna valutare e soppesare i contratti, e non buttarli a priori.
Una cosa importante e che spesso viene dimenticata é questa: non si paga la pubblicazione di un libro ovvero non pagate per essere pubblicati. Un editore legge il libro, gli piace, vi fa l'offerta. Non gli piace, non vi fa l'offerta.
Mandare un libro a una casa ed. a pagamento non significa, quindi, pubblicazione garantita.

Oddio ditemi di smetterla perché domani sono ancora qua..... [SM=x1263956]
.ermes73.
00lunedì 29 ottobre 2007 12:03
Questo argomento è fondamentale!Grande Ghidara! [SM=x1263945]

Ritornando in topic, sono d'accordissimo con Shalane, chiaramente l'esborso va valutato facendo un'analisi costo/benefici con l'opportunità offerta...ma secondo la vostra esperienza, quali sono le cifre minima/massimo di cui parliamo...giusto per farci due conticini... [SM=g27987]
Ghidara
00lunedì 29 ottobre 2007 13:16
La cifra minima è zero: pubblica ancora qualcuno, senza contributo.
Poi ci sono varie opzioni.
Una: ti fanno comprare un tot di copie. Se il prezzo di copertina è 10 euro e ne devi prendere 100: 1000 euro.
Nel mio caso, sono arrivate sparate da 3000-3500 euro.
ALtri chiedono un contributo forfettario, che comprende qualche copia. Forfet di 3000 euro. A Qualcuno sono stati chiesti 4000 euro.
Poi abbiamo alcuni con costo fisso: Seneca edizioni, quando l'ho contattata, per circa 1000 euro pubblicava e promuoveva. Però non dava diritti d'autore sulla prima edizione.
Altri editori chiedono cifre più basse, dai 300 euro in su, paretndo magari con tirature più limitate.
I fattori che entrano in gioco sono tanti, però.
Se pagando hai garantita distribuzione e pubblicità, vendendo le copie acquistate si rientra col tempo nella spesa, e poi qualcosa si ricava coi diritti.

L'importante è non spaventarsi alla prima proposta da salasso. Io mi sono spaventata e non ho nemmeno risposto all'editore, pensando a una truffa: invece era serio, solo un poco... ehm... fuori dalla mia portata!!!!

Resta che di solito si paga la prima edizione e non quelle successive.
Shalane, la parola a lei.
Shalane
00lunedì 29 ottobre 2007 15:45
Caspita! Mi ritrovo il microfono in mano ma non so bene cosa dire.
Ehm...
Forse si potrebbe aprire una parentesi sul diritto d'autore.
Dunque, diciamo che ci sono editori medio grandi che pubblicano a costo zero, ma che fino alla millesima copia venduta non danno niente all'autore.

Ci sono editori che chiedono cifre spaventose, ma che dalla prima copia in poi corrispondono un diritto d'autore del 12-15%, che da quel che ne so io, é un buon diritto d'autore.

Ovviamente tutto ciò é per sentito dire, non ho contratti da mostrare e nemmeno posso dimostrare questa teoria, tuttavia mettendo insieme le varie proposte editoriali, esperienze, ecc... quello che ne é emerso é questo.

Per quel che mi riguarda, ho ricevuto una proposta editoriale che lusingava tanto la mia opera, che spiegava che c'era la possibilità di un'intervista su Rai1 e tutta una serie di belle parole per arrivare a chiedermi la modica cifra di € 3.000.
Di recente, l'ultima é stata da 2.100 a 2.400, a seconda della lunghezza. Sì, perché alcuni editori chiedono soldi in base alla lunghezza del testo: se riesci a tagliare, tagliamo un po' anche il prezzo.
La cosa difficile é destreggiarsi in mezzo a questo labirinto di editori, cosa che non é facile, se sei da solo.
Quando si riceve una proposta, conviene sempre contattare un autore che abbia pubblicato con quell'editore, e vedere un po' cosa ne pensa, se si é trovato bene... e se il contributo é valso a una buona promo e una buona distribuzione.

Ghidara
00mercoledì 31 ottobre 2007 18:22
Aggiungo: anche fare un giro in libreria non fa male. Chiedere di un certo editore ci fornisce già indicazioni preziose.
Se rispondono "CHIIIII?" e cercano due ore sul pc, meglio aspettare altre proposte.
Erhueros
00giovedì 1 novembre 2007 12:07
Re:
Ghidara, 31/10/2007 18.22:

Aggiungo: anche fare un giro in libreria non fa male. Chiedere di un certo editore ci fornisce già indicazioni preziose.
Se rispondono "CHIIIII?" e cercano due ore sul pc, meglio aspettare altre proposte.



Confermo in pieno.
La cosa più importante è che un lettore abbia accesso al libro. Se oltre a doverlo ordinare (cosa che già scoraggia parecchio) il lettore deve pure aspettare due ore davanti al pc solo per poi sentirsi dire: "Mi spiace ma non troviamo questo editore", allora la proposta è quantomeno da rivedere.
Tebrilas
00domenica 13 aprile 2008 12:37
Buongiorno... [SM=g27987]
Se posso dire la mia, anche perchè ci sto sbattendo il naso proprio in questi giorni, se si riceve una proposta di contributo, si farebbe bene anche a valutare se, pur vendendo tutte le copie che l'editore s'impegna a stampare, si riesca comunque ad uscirne pari. Guadagnare, per un esordiente, ho capito sia quasi impossibile ma saper di rimetterci in partenza mi pare quantomeno assurdo. Se l'editore chiede un contributo che copre in realtà tutte le spese di stampa, e su richieste a tre zeri e' in genere così, e' molto probabile che poi l'editore in questione non abbia gli stimoli per pubblicizzare il libro. tanto, lui già ha fatto il suo guadagno...chi glielo fa fare di rischiare?
Io sto proponendo il primo libro di una saga da me immaginata, sono ad 11 proposte editoriali e tutte che chiedono contributo. Si va dai 300 euro ai 7000!! [SM=g27993] Non ho accettato per alcuna. O trovo un editore che creda e punti su me, o il libro tanto vale stamparlo su Boopen o Lulù. Tanto, difficilmente poi andrebbe nelle librerie e probabilmente verrebbe distribuito solo online!
Anzi, una lista di editori nocontributo per il fantasy, sarebbe cosa buona. [SM=g27985]
Ciao [SM=x1263921]
.ermes73.
00martedì 15 aprile 2008 07:52
Grazie per il contributo Tebrilas ed in bocca al lupo per il tuo libro [SM=x1263938]

[SM=x1263965]

LotharB
00venerdì 18 aprile 2008 14:06
Personalmente non ho mai cercato un editore a contributo, ma si è trattato di una scelta personale. Infatti, non ho alcuna riserva morale in merito, semplicemente preferivo pubblicare presso un editore tradizionale o non farlo affatto.

Per come la vedo io, l'editoria a pagamento è un business differente rispetto a quella che non ti chiede una lira. Mi spiego. Nella maggior parte dei casi, chi pubblica a pagamento fa le veci di una semplice tipografia. Ovvero, non fa editing sul tuo lavoro, se non per farlo rientrare nei propri canoni tipografici, fa pochissima o nessuna distribuzione, idem per la promozione. Molte neppure perdono tempo a leggere quello che gli mandi, non per mera crudeltà ma perché sarebbe controproducente per il business che portano avanti. Loro stampano e col contributo rientrano almeno dei costi. Se poi tu vendi, tanto meglio. Se non lo fai, avanti una altro. A che pro spendere tempo e denaro con una seria valutazione delle opere?

Ora, non voglio fare di tutta l'erba un fascio, esistono tutte le eccezioni del caso, ma dalle esperienze raccolte questo è il quadro che mi sono fatto. Non ho ancora conosciuto autori davvero soddisfatti in merito. Anche se poi, lasciatemi dire, 'soddisfazione' è un termine soggettivo. E' sufficiente per te avere fra le mani il tuo testo rilegato in forma di libro, con tanto di copertina e tuo nome sopra? Allora ok. Per andare oltre, però, distribuzione e promozione sono componenti imprescindibili. Peraltro, da quel che mi risulta, rivolgersi direttamente ad una tipografia vera è propria ti fa risparmiare qualche soldino...

Quindi massima libertà e rispetto per chi compie una simile scelta! L'importante è che sia perfettamente consapevole di quel che l'aspetta (e quel che no). Solo a quel punto si può decidere se l'esborso vale la pena!

In bocca al lupo comunque a tutti, a prescindere dalla scelta! [SM=x1263977]

PS: A pagamento o no, in Italia quelli che campano coi libri si contano sulle dita di poche mani...
Ghidara
00lunedì 21 aprile 2008 05:13
Concordo con Lothar.
Purtroppo non è che fornendo un contributo si ottengono maggiori servizi, ma esattamente il contrario.
E' sempre utile informarsi prima della distribuzione del libro e di come viene promosso, magari chiedendo ad altri autori che hanno scelto la stessa editrice.
Tebrilas
00lunedì 21 aprile 2008 20:50
Il problema è che non sempre le case editrici dicono chiaramente che cercano il contributo e così ci si ritrova a "subire" tali richieste.
Talune, a mio parere, son vere e proprie frodi. A me son arrivati a chiedere 10.000 euro per un romanzo di 400 pagine. Peraltro, appena si prova ad approfondire il discorso, chiedendo delucidazioni, in genere tali editori s'eclissano misteriosamente [SM=g27991]
Ghidara
00martedì 22 aprile 2008 07:29
Questo è vero. In effetti mi è capitato di essere contattata da un editore per telefono, chiamata rigorosamente da un numero privato, che prima mi ha riempita di lodi, e solo al secondo contatto mi ha parlato di soldi.
Dopo questa, anche a costo di essere troppo diretta, la prima domanda è stata sempre "ci vuole un contributo?" la seconda "quanto?"; la terza non era una domanda, ma un cordiale saluto [SM=x1263939] ...
Tebrilas
00martedì 22 aprile 2008 07:38
Re:
Ghidara, 22/04/2008 7.29:

Questo è vero. In effetti mi è capitato di essere contattata da un editore per telefono, chiamata rigorosamente da un numero privato, che prima mi ha riempita di lodi, e solo al secondo contatto mi ha parlato di soldi.
Dopo questa, anche a costo di essere troppo diretta, la prima domanda è stata sempre "ci vuole un contributo?" la seconda "quanto?"; la terza non era una domanda, ma un cordiale saluto [SM=x1263939] ...




[SM=x1263924] a me è capitato con un editore di avere cinque incontri telefonici. Già dal primo quello voleva a tutti i costi che ci vedessimo di persona, non considerando che tra me e lui c'erano quasi 800km di distanza. Alla terza telefonata, giusto perchè ho insistito, ha parlato di sponsor che acquistasse 300 copie....alla quarta m'ha detto che mi mandava una bozza di contratto ma sempre chiedendo un incontro dal vivo, alla quinta io gli ho detto che avrei valutato....nelle bozze inviate via mail non si parlava di sponsor ma di me che compravo le 300 [SM=g27991] Ovviamente è sparito.... [SM=g27989]
Shalane
00lunedì 7 luglio 2008 11:19
A me é capitata la stessa cosa di Ghid, probabilmente parliamo dello stesso editore. Per altro, é successo anche a una nostra amica, stessa telefonata, stessa solfa, stessa richiesta. Con tanto di arrivederci e grazie.

Quando cercavo gli editori per il mio libro, anche io ho ricevuto contratti con richieste di contributo. Il mio libro aveva vinto una selezione e ho ricevuto delle recensioni da loro, con tanto di parti da sviluppare o da togliere. Tali editori non solo facevano l'editing, ma promuovevano anche... Questo per dire che non sempre chi paga viene solamente stampato ma, qualche volta, i piccoli editori per arrancare nel groviglio dell'editoria non possono accollarsi da soli il rischio di pubblicare un esordiente. Ovviamente la cifra dev'essere sensata, e 10.000 euro mi sembra decisamente troppo. [SM=x1263922]
Ghidara
00martedì 8 luglio 2008 09:45
Eh, sì, è proprio quello!!!
Ma ce n'è stato un altro molto simile, che alla fine mi ha spiegato che il libro sarebbe stato in vendita solo nella SUA libreria... [SM=x1263952]
Fabrizio Valenza
00martedì 8 luglio 2008 10:01
Anche io credo che la questione "editori a pagamento" vada considerata con attenzione. E si deve per forza di cose fare dei distinguo.
Spesso e volentieri piuttosto che pubblicare con un Editore a pagamento, conviene - se se ne hanno le forze - pensare in proprio. Io ho fatto un piccolo/grande esperimento con "Storia di Geshwa Olers", pubblicandolo su Lulu.com e poi pensando in proprio a presentazioni e altro. Devo dire che è riuscito ma che è anche giunto velocemente a toccare il suo limite, cioè quello di non avere un Editore alle spalle, che può aprire molte porte.
E' anche vero che gli Editori a pagamento di solito aprono meno porte degli Editori non a pagamento (altrimenti detti "tradizionali"), ma ci sono degli Editori tipo Runde Taarn, che pur facendosi pagare si fanno pagare molto poco, e pur avendo una scarsa distribuzione ti confezionano libri di buona qualità. Ho in mente i Chariza di Francesca Angelinelli. Ecco, secondo me un editore come Runde Taarn può tornare utile a determinate condizioni, tra le quali imprescindibile è la voglia personale di diffondere il romanzo e il darsi da fare.
Oppure ci sono tante combinazioni. Un Editore che si fa pagare molto poco ma che ti confeziona un buon prodotto potrebbe sommarsi a un primo romanzo pubblicato con tutti i crismi, nel caso in cui uno scrittore voglia avere più titoli nel curriculum.
Insomma, secondo me ci sono varie possibilità, da guardare senza pregiudizio, ma semplicemente da considerare con molta attenzione. [SM=x1263933]
Fabrizio
meloth
00giovedì 21 agosto 2008 18:33
A me un piccola casa editrice ha chiesto 1300 euro di contribbuti...e ora sono conosciuta solo a Roma e su internet.Buona partenza,ma di certo non voglio più spendere un patrimonio per pubblicare il resto della trilogia...e sta mattina ho preso coraggio e sull'esempio della Strazzulla ho inviato tutta la serie all'Einaudi.Incrocio le dita e attendo. [SM=x1263945]
Tebrilas
00lunedì 25 agosto 2008 22:57
A mio parere, al contributo conviene considerare lulù o boopen. Almeno lì hai controllo sulle vendite, margine ben chiaro e cmq sei sugli store online. Se proprio vuoi spendere, magari ti rivolgi a un'agenzia e ti fai fare un buon editing del testo. Anzi, probabilmente, la cosa migliore sarebbe proprio questa delle agenzie. Almeno paghi ma puoi sperare che ti noti qualche editore serio (ovviamente se l'agenzia è pure seria). Da ciò che ho potuto constatare, gli editori che ti cercano soldi neanche lo leggono il tuo libro. A loro interessa vendere quelle copie che tu paghi...stop! Così tengono attivo il fatturato. Se un editore ci crede, credo che non abbia senso ti chieda un contributo, anche perchè oramai molti stampano solo poche copie per edizione, ben sapendo che comunque le venderanno. Credo che anche in quest'ottica, sia sbagliato dare addosso ai grossi editori. In fondo non chiedono contributo e giustamente fanno delle selezioni più accurate.
LotharB
00mercoledì 10 settembre 2008 16:30
Re:
Tebrilas, 25/08/2008 22.57:

A mio parere, al contributo conviene considerare lulù o boopen. Almeno lì hai controllo sulle vendite, margine ben chiaro e cmq sei sugli store online. Se proprio vuoi spendere, magari ti rivolgi a un'agenzia e ti fai fare un buon editing del testo. Anzi, probabilmente, la cosa migliore sarebbe proprio questa delle agenzie. Almeno paghi ma puoi sperare che ti noti qualche editore serio (ovviamente se l'agenzia è pure seria). Da ciò che ho potuto constatare, gli editori che ti cercano soldi neanche lo leggono il tuo libro. A loro interessa vendere quelle copie che tu paghi...stop! Così tengono attivo il fatturato. Se un editore ci crede, credo che non abbia senso ti chieda un contributo, anche perchè oramai molti stampano solo poche copie per edizione, ben sapendo che comunque le venderanno. Credo che anche in quest'ottica, sia sbagliato dare addosso ai grossi editori. In fondo non chiedono contributo e giustamente fanno delle selezioni più accurate.



Assolutamente d'accordo.

A parte forse la storia delle selezioni accurate dei grandi editori. Che è vero che vengono fatte, ma non sempre in base a criteri di qualità. 'Cosa' è talvolta più importante di 'come', soprattutto se è in linea con certi trend di mercato.


Irene Vanni
00martedì 3 marzo 2009 19:44
Sob... ho affrontato questo argomento un sacco di volte e, sinceramente, riassumerei tutto in una frase:

ASSOLUTAMENTE NIENTE CONTRIBUTO

Mai cadere nei trucchetti dei soliti furbi. Ci sono migliaia di case editrici italiane che aprono e chiudono in un anno perché ormai il pensiero diffuso è: "Per pubblicare senza contributo bisogna essere mafiosi".
Non è vero.
Però, se tutti continuano a pubblicare con contributo, scrivendo boiate e spacciandosi per "scrittori", è ovvio che poi tutti pensano che "si debba fare così".

Scegliere i canali giusti, olio di gomito e umiltà.

Se uno scritto vale qualcosa, prima o poi verrà pubblicato senza contributo. E' nell'interesse dell'editore.

Pollice giù anche alle varie forme di "pre-acquisto copie" o piccole case che non chiedono contributo ma non hanno distribuzione.
Tutto equivale a lasciare il manoscritto nel cassetto, alle fine dei conti.

Si perde denaro e tempo necessario da dedicare al nostro miglioramento.
Ghidara
00mercoledì 4 marzo 2009 05:46
Sottolineo una delle frasi di Irene:

Pollice giù anche alle varie forme di "pre-acquisto copie" o piccole case che non chiedono contributo ma non hanno distribuzione.
Tutto equivale a lasciare il manoscritto nel cassetto, alle fine dei conti.

Il risultato di queste pubblicazioni è pressoché identico a quello che si ottiene rivolgendosi a una tipografia e facendo stampare quelle stesse copie a uso personale. Alla fine, si regala o si vende il libro ad amici e parenti e la questione si chiude lì.
A volte risulta anche controproducente, perchè il testo viene pubblicato sotto contratto e si possono perdere occasioni migliori, magari dopo un po' di editing e un piccolo cambiamento di rotta.
Irene Vanni
00mercoledì 4 marzo 2009 09:20
Re:
Ghidara, 04/03/2009 5.46:

Il risultato di queste pubblicazioni è pressoché identico a quello che si ottiene rivolgendosi a una tipografia e facendo stampare quelle stesse copie a uso personale. Alla fine, si regala o si vende il libro ad amici e parenti e la questione si chiude lì.
A volte risulta anche controproducente, perchè il testo viene pubblicato sotto contratto e si possono perdere occasioni migliori, magari dopo un po' di editing e un piccolo cambiamento di rotta.



Esatto.
Un buon metodo per imparare a fare editing da soli (be', ci vorrebbero dei corsi di scrittura specializzati, o editing con un editor buono, senza incappare in uno dei tanti parolai spillasoldi in giro, ma faccio per appuntare qualcosa di raggiungibile da tutti) è - oltre ai forum, ovviamente - LEGGERE IL MATERIALE DI ALTRI ESORDIENTI. Non appena vi troverete davanti delle cose che fate fatica a leggere, rendendovi conto che state facendo da sempre gli stessi errori, comincerete a revisionare in modo diverso.
Be', amici che scrivono fantasy e non riescono a pubblicare ne avrete immagino... [SM=g27990]


Ghidara
00sabato 7 marzo 2009 06:05
Per un aiuto c'è sempre il Rifugio degli Esordienti, che offre editing incrociato senza pagare nulla.
In effetti quando si comincia a scrivere c'è sempre l'impresssione di aver dato il massimo, salvo poi scoprire in seconda, terza quarta lettura che ci sono scappate castronerie assurde (cito dai miei editing: "il sentiero si snodava tra alberi nodosi"; "i cavalieri si diedero alla fuga" - la I è vicina alla U; un tipo che stava seduto accanto al camino si trova improvvisamente sbalzato col teletrasporto in un altro angolo della stanza... e ce ne sono mille altri!). Un corso di scrittura aiuta certamente, ma per capire da che parte cominciare le revisioni a volte basta un manuale con qualche dritta mirata.
RIvedere un testo non è la parte più divertente dello scrivere, ma è necessaria, e può diventare creativa quanto la prima stesura... in fondo, è una bella sfida contro se stessi.
==Aredhel==
00sabato 7 marzo 2009 12:12
Re:
Ghidara, 07/03/2009 6.05:


RIvedere un testo non è la parte più divertente dello scrivere, ma è necessaria, e può diventare creativa quanto la prima stesura... in fondo, è una bella sfida contro se stessi.




Verissimo! Io sto 'rivedendo' il mio libro da settembre e ancora non ho terminato (e non sono neanche vicina a farlo...) il tutto in assoluto disaccordo con la mia tabella di marcia, ma con la consapevolezza che questa operazione mi ha portata a un lavoro di 'taglio, creo e cucio' in alcuni momenti davvero creativo, oltre che fondamentale.


Ma ritorniamo all'oggetto della discussione principale. Se l'edizione con contributo è da scartare gli aspiranti scrittori come me dovrebbero puntare solo a quegli editori che non lo chiedono.
Io ho provato a farne una lista da quanto letto sui vari forum e siti, ma comunque non riesco a superare i 15 editori (di cui almeno 5-6 sono gli ultra famosi che probabilmente non leggeranno neanche la mia sinossi), quindi la domanda a chi ha pubblicato qualcosa è:
A chi avete mandato il vostro manoscritto???
Irene Vanni
00sabato 7 marzo 2009 17:14
Vedo che c'è un po' di confusione... [SM=g27994]

Spero non prediate il mio intervento come uno spam gratuito solo perché chi ha scrito il libro è mio amico, ma credo che potreste davvero trovare utile il link alla guida qui sotto:

www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=29434

Bye
Ire
Ghidara
00martedì 10 marzo 2009 10:45
No, non è spam... sul mio blog ne ho parlato anch'io e non conosco l'autore!
Una bella idea, questo manuale, da mettere nella libreria accanto a quello di Franco Forte.
Quando ho dato la caccia io, ho contattato un numero esorbitante di Case Editrici, con dispersione di tempo, energie e speranze. D'altra parte, se si segue il consiglio di mandare la richiesta di valutazione a un paio di editori per volta, si rischia di passare la vita ad aspettare risposte. Perciò, benvenuta guida agli editori!
Irene Vanni
00martedì 10 marzo 2009 20:43
Il problema è che una guida cartacea ha problemi di aggiornamento.
Però sul sito sta già partendo una sezione in cui i lettori possono dare suggerimenti anche su come ricatalogare online il materiale, appunto, per eventuali aggiornamenti.
Irene Vanni
00sabato 14 marzo 2009 11:45
Re:
Ghidara, 10/03/2009 10.45:

sul mio blog ne ho parlato anch'io e non conosco l'autore



Ho segnalato a Leonardo l'indirizzo del tuo blog. Spero riesca a trovarti [SM=g27985]


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