Premier:kamikaze allo stadio per me

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CARMINE84
00giovedì 3 novembre 2005 12:49
Berlusconi:esposti a attacchi micidiali

"Io sono oggetto di una minaccia diretta. Un kamikaze allo stadio contro di me". Lo dice Silvio Berlusconi in un colloquio con il quotidiano Libero. "Ma non è questione di me - continua il premier - Qui c'è di mezzo l'Italia. Come fate a non avere questa avvertenza? (chiede alla stampa in senso lato, ndr) Siamo esposti ad attacchi micidiali del terrorismo. Espongo sempre la verità per togliere pretesti propagandistici a chi vuole organizzare stragi"

Il presidente del Consiglio entra nel merito dell'intervista rilasciata sabato a Rula Jebreal, un colloquio che, tra l'altra era inerente alla nostra missione in Iraq: "Ho voluto dare l'intervista a LA7 su questi temi perché fosse amplificata da Al Jazeera e io potessi apparire per quel che sono: leader di un Paese che in ogni maniera ha cercato di tenere lontana la guerra. Che non ha attaccato nessuno e non è in guerra. Le nostre truppe in Iraq non sono di occupazione, sono forze di pace, sotto l'egida di una risoluzione dell'Onu. Siamo intervenuti soltanto allora".

La visita a Bush
"Io a Washington dovevo, sottolineo, dovevo parlare - aveva esordito Berlusconi nel colloquio -. Non capisce? Non capisce nessuno? Mi ero accordato con il presidente Bush sulle cose riferite. Qui c'è di mezzo la salvezza del nostro Paese. Altro che presa di distanza mia dall'America. Era la pura e semplice verità. Durante il colloquio con George W. abbiamo ripercorso insieme i tentativi da me esperiti per indurlo a non attaccare l'Iraq. Le mie mosse, usando la disponibilita' di Gheddafi, per evitare la guerra. Abbiamo rievocato le parabole che adoperavo per indurlo a recedere dalle sue mosse belliche. Ma quale irritazione di Bush..."

La guerra in Iraq
"Io non sono mai stato convinto che la guerra fosse il sistema migliore per arrivare a rendere democratico un Paese - ribadisce il premier - e a farlo uscire da una dittatura anche sanguinosa. Io ho tentato a piu' riprese di convincere il presidente americano a non fare la guerra. Ho tentato di trovare altre vie e altre soluzioni. Non ci siamo riusciti e c'e' stata l'operazione militare. Io ritengo che si sarebbe dovuta evitare un'azione militare".

La vignetta di Giannelli
"Se i giornalisti, se i politici dell'opposizione amassero l'Italia - dice Berlusconi - questo dovrebbero riconoscere e dire: sono antiitaliani. La vignetta sul Corriere della Sera, la ritengo un fatto gravissimo. (...) Si comunica al mondo solo falsità: e che cioè io avrei voluto a tutti i costi l'attacco all'Iraq e che ora inganno il mondo. Fanno prevalere su qualsiasi considerazione l'odio contro di me. E lo fanno negando la verità e nuocendo all'interesse del nostro popolo. Si rendono conto o no che lo espongono a rischi mortali?"

Nigergate
"D'accordo con Bush - dice il premier - ho esposto le certezze documentali. Non siamo stati noi a fornire le carte che hanno giustificato formalmente la guerra. Dire il contrario, come insiste a fare Repubblica, che su questo ha imbastito una campagna di bufale vergognose, oltre che ad attacchi terroristici. Ove fossero creduti, saremmo considerati i mandanti, quelli che hanno fornito il lasciapassare all'intervento militare".

Rutelli in tv
"Mi ha dato del pagliaccio - spiega Berlusconi -. Ma non si vergogna? E non si vergogna la Rai a mandare in onda queste interviste senza contraddittorio? E' un uso tendenzioso della televisione pubblica".

"Mi scusi lo sfogo"
"Mi scusi lo sfogo - conclude Silvio Berlusconi nel colloquio con Renato Farina -. Ci tengo si sappia che sono una persona perbene, e non mi faccio offuscare dalla vanita', specie nei momenti gravi come questo".
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