Malanoctem - Dall'Adriatico all'Aldilà 30/11/2011

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Io-Notan
00sabato 24 dicembre 2011 03:20




Io-Notan
00mercoledì 1 febbraio 2012 10:01


Ragazzi piazzo 2 recensioni:

---Fonte : www.debaser.it/recensionidb/ID_36267/Malanoctem_DallAdriatico_allAldil_c...

---Recensione a cura di " Etere".

---Voto 4/5



"Finalmente mi arriva tra le mani un disco autoprodotto che merita seriamente di essere ascoltato. Normalmente quando si tratta di dischi autoprodotti, in ambito Black Metal e dintorni, ci si trova di fronte ad album scadenti sotto quasi tutti i punti di vista: registrazione indecente, composizioni immature, estetica aberrante e chi più ne ha più ne metta. “Dall’Adriatico all’Aldilà” dei Malanoctem è un EP che pur essendo autoprodotto è migliore di tanti dischi “ufficiali” osannati sulle riviste del settore.

Il nome degli abruzzesi Malanoctem può sembrare piuttosto stereotipato, ma così non è: ad un analisi più approfondita si scopre infatti che tale appellativo (in italiano Malanotte) veniva utilizzato nel medioevo per riferirsi al borgo di Montebello sul Sangro un paesino di sole 102 anime sperduto tra le montagne abruzzesi, dal quale, la band, trae ispirazione per i propri pezzi. Infatti, nonostante sia minuscolo, questo borgo, è legato a molteplici leggende, tra le quali una che spiega il nome Malanotte: Nel 1300 il signore del feudo perse una battaglia e come tributo dovette concedere tutte le donne del villaggio per una notte, da qui il nome.

Creato un po’ di background attorno alla band abruzzese posso iniziare a scrivere dell'aspetto musicale della band abruzzese: si tratta di un Black Metal con uno splendido gusto per la melodia e le partiture epiche, ma non fraintendetemi; quando parlo di sonorità epiche legate ai Malanoctem non voglio assolutamente fare alcun riferimento a gruppi Viking o a qualsiasi sonorità o immaginario di questo tipo, le melodie del combo nostrano sono puramente mediterranee, calde, quasi elleniche in alcuni passaggi, ricordano molto da vicino i Legion of Darkness. Questo loro aspetto mediterraneo è più che pregevole, crea un’identità molto più vicina all’antica cultura italiana rispetto all’esterofilia nordica che nel black metal va per la maggiore. La band dimostra chiaramente di aver fatto dei passi da gigante rispetto alle primissime produzioni ed è sicuramente matura per dare alle stampe un full-length (spero che non tardi ad arrivare), infatti, al di la delle chiarissime abilità compositive del gruppo, si è allietati da una produzione ottima e calibrata e da una tecnica all’altezza della situazione, come dimostra il brano acustico “Vitrei Presagi” il quale saltella con estrema naturalità da sonorità elleniche a sonorità spagnoleggianti andando a creare una canzone di assoluto interesse. I Malanoctem, però, se la cavano ottimamente anche con parti più tirate nelle quali dimostrano una spiccata influenza Heavy che non risulta mai essere fuori luogo.

In definitiva direi di fare un bell’applauso a questi ragazzi che sono riusciti a creare un EP indubbiamente valido anche senza il supporto di un’etichetta e hanno presentato la loro fatica in una confezione affascinante e di qualità professionale! Anche l’occhio vuole la sua parte. Bravi!"

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---FONTE: www.debaser.it/recensionidb/ID_36337/Malanoctem_DallAdriatico_allAldil_c...

--- Recensione a cura di "FEDE83".

---Voto 5/5



"Qualità e Personalità. Il genere, il nome e la fama non contano. Conta Vuttare".



Queste le parole che troviamo sulla loro pagina ufficiale di Facebook tra le "influenze". Giusto per ricordare che non conta il nome, ma la qualità della proposta, qui di qualità se ne trova a valanghe. I 5 ragazzi abruzzesi dopo aver partorito nel 2009 il loro primo Promo, di strada ne hanno fatta, e tanta anche. Un singolo azzeccatissimo promosso nella prima metà del 2011 (Vitrei Presagi) li ha fatti conoscere in tutta Italia ( e all'estero), attraverso compilation, passaggi in radio, interviste e live.

Io stesso ho conosciuto i Malanoctem in questa veste ma finalmente ora c'è qualcosa di tangibile da poter giudicare, senza frivoli digital download che snaturano il vero senso della musica e relegano le qualità artistiche a "file" usa e getta.

E'sullo scadere del 2011 che questo EP di 5 pezzi vede la luce, il titolo molto evocativo è "Dall'Adriatico all'Aldilà".

Più che EP lo definirei un MINI ALBUM, dato che la durata del disco si aggira intorno alla mezz'ora. La line-up che troviamo è stravolta per 2/5 rispetto a quella presente sul precedente lavoro (recensito da me una settimana fà su DaBaser) ed i nuovi innesti si sentono. Il bruco si è trasformato in farfalla.



Nei Malanoctem troviamo un'interpretazione personale e convincente del concetto "metal", un elaborazione di gusto di prim'ordine e la chiave giusta per far apprezzare sin dal primo ascolto ogni loro composizione. Il metal estremo di metà anni '90 si innesta prepotentemente nel gusto vintage del rock anni '70/'80, un connubio se vogliamo rischioso ma che in questa sede da risultati originali e ben pensati. Tecnica ed ispirazione sono il motore del quintetto. Su questa base si districa la splendida e poliedrica voce di Pasquini Antonio che mi ricorda per metrica, pathos e soluzioni un Piero Pelù degli esordi rivisitato in chiave estremizzata ovviamente (17RE). Decanta lodi e gesta della propria terra attraverso interpretazioni varie e molto espressive, incredibile il numero di timbri vocali che utilizza in uno stesso brano.

Il CD che ho in mano rappresenta l'impegno di questi cinque ragazzi, una splendida confezione con molti gadget che contiene: 2 spille in edizione limitata, un poster, una toppa ricamata e un adesivo con il logo della band, il tutto racchiuso in una sorta di digipack realiazzato con carta anticata.

Per essere un autoproduzione non hanno badato a spese ed oltre ad avere un ottima qualità di suono, concedono all'occhio di chi acquista un valore aggiunto da non sottovalutare. Le grafiche non lasciano indifferenti soprattutto nell'interno che una volta aperto, schiude un cielo limpido e terso con un imponente statua in primo piano.



Guardando la foto della band in terza di copertina ci si accorge che tutto è studiato nei minimi dettagli, i Malanoctem si fanno rappresentare sullo sfondo di un ambientazione d'altri tempi e lasciano intravedere un Italia antica e misteriosa, il tutto ben lontano dai classici canoni delle foto con castello/foreste/face-painting. Come ampiamente riportato nei credits, "Dall'Adriatico..." è interamente composto, arrangiato, suonato, missato, masterizzato e prodotto dai Malanoctem, indi per cui posso tranquillamente dire che chi si occupa in toto dei "propri affari" riesce a tirar fuori prodotti competitivi e a dare del filo da torcere a band più blasonate e conosciute.

L'Abruzzo stupisce un'altra volta, dopo la Pagan Black Metal band Draugr, i Malanoctem, sembra che questa terra sia fucina di una creatività incontrollata. Le 2 band oltre ad avere in comune l'utilizzo della lingua italiana, rappresentano uno spaccato artistico ben fatto che racconta gesta e storie d'Italia (in particolare d'Abruzzo), senza mai scadere nel patriottismo spicciolo ma esaltando il forte connubio che vi è tra l'uomo e la sua terra d'origine.



Premendo play, un intro di piano accompagna l'oscura voce di John (Impero delle Ombre) e prende forma "Solima", l'episodio più maturo e più complesso del nuovo corso dei Malanoctem. Non manca nulla. Un testo epico che più epico non si può racconta la nascita di Anxanon (l'odierna Lanciano) e mentre tutto ciò accade, il tappeto sonoro da forma a una muro originale e ben costruito di arrangiamenti e trovate.



"1179, ante christum natum...
Distrutta ormai Ilio, in fuga dalla memoria..."



Nei 7 minuti di "Solima" i Malanoctem mettono subito in chiaro una cosa, il buon gusto e la raffinatezza vanno di pari passo con l'aggressività dei riff completando un quadro affascinante pieno di sfumature, è indubbiamente il pezzo meno immediato del disco ma contiene un appeal che in sede live darà certamente i suoi frutti. Non c'è un tassello fuori posto, dove in un solo pezzo convergono black metal, death metal melodico, progressive, heavy metal e hard rock anni '80. L'assolo lancinante di Luigi Feliziani completa un tripudio d'ispirazione e lascia viaggiare l'ascoltatore..."Dall'Adriatico all'Aldilà".



Neanche il tempo di riprendersi e siamo assaliti dalla furia di "Abissi di Lacrime". La seconda traccia del disco presenta l'anima più nera della band nonchè la più aggressiva. La screaming di Antonio si mescola con la voce di Porz (Malnatt) e descrive angoscia e terrore in un pezzo estremo ma dal gusto molto moderno (ultimi Satyricon).

I Malanoctem strizzando l'occhio al mainstream con rimandi blues/rock e rendono efficaci alcune trovate che spiazzano l'ascoltatore. I Blue Öyster Cult che suonano black metal? Sopra le righe anche questa volta la prestazione del chitarrista solista, inutile dire che è la marcia in più della band insieme a un batterista che si dimostra veramente in forma.

Tecnicamente parlando, non c'è un solo ingranaggio debole nel combo Frentano.



Un suono soave di liuto apre "Vitrei Presagi". A dirla tutta questo pezzo mi ha sorpreso e non poco, visto che leggendo di sfuggita il titolo sul retro della cover, mi immaginavo il pezzo che già circolava da tempo su youtube. I Malanoctem corciandosi le maniche realizzano un arrangiamento totalmente acustico del loro primo singolo, implementato da clean vocals da brivido, violini e chitarre acustiche eccellenti. Il duo Feliziani/Ruggieri è indescrivibile. Praticamente esce fuori la parte più dolce e sognante della loro musica e si materializza uno scenario di tempi antichi, di cavalieri e forti virtù. L'assolo centrale ci sbatte da tutt'altra parte e il flamenco imperversa come una ventata d'aria gelida, ragazzi qui stiamo parlando di arte! In alcuni frangenti posso scomodare Nick Drake che duetta con Branduardi e Paco de Lucia.



"Frangar non Flectar...".



"Alle porte di Rigel" si prospetta come un fottuto brano live da pogo, il più immediato e anche il più diretto in assoluto.

Con un mid-tempo sostenuto, i Malanoctem ci proiettano in un viaggio astrale con delle chitarre melodiche fantastiche (qualcuno ha detto cori alla Maiden dal vivo??? n.d.a.). I primi Iron si fondono con i Dark Tranquillity e il risultato è capolavoro!

L'apice viene rappresentato immancabilmente dall'assolo, qui psichedelico e tecnico ad alti livelli irrompe a tre quarti della song e non fà prigionieri. Asimov raccontato da Van Halen. Anche se musicalmente ci troviamo da tutt'altra parte, ho pensato subito a "Planet Caravan" dei Black Sabbath per quanto riguarda il testo e le atmosfere sviluppate dalle chitarre.



"Escatologia!

Forma a capo del cosmo

Tu Orione,

o tu Cacciatore

Obnubilia l'Uomo

nei Cieli Invernali

Ascesa al Sogno
delle Notti Australi".



L'ultimo pezzo del disco chiude in bellezza questo piccolo diamante e porta il titolo di "Dalle Gelide Acque". L'iniziale atmosfera doom fà presagire qualcosa di lento e cupo ma ben presto questa idea viene spazzata via. Una cavalcata epica alla Steve Harris irrompe con delle linee melodiche superbe e la voce descrive le coordinate da seguire, i Malanoctem sferrano cosi l'attacco finale con un refrain da brivido e con delle chitarre acustiche celestiali. L'Abruzzo su pentagramma. Ricordo che qui in qualità di ospite c'è Augur Svafnir dei Draugr, non devo aggiungere altro.



A conti fatti se "mezzo disco" è cosi non oso immaginare il full-lenght, probabilmente ci troviamo davanti all'ennesima realtà Italiana che ben presto tutti cominceranno a conoscere e ad apprezzare. Arrangiamenti, riff di chitarra di altissimo livello, una sezione ritmica devastante (ascoltate il lavoro di basso) e assoli di gusto sono la base sulla quale si spalma la voce evocativa di Antonio Pasquini e i testi che sono delle vere e proprie poesie (oniriche). Probabilmente com'è successo a me, dopo un paio di giorni vi ritroverete sotto la doccia a fischiettare uno dei loro pezzi senza neanche rendervene conto.



"Solima...".



Promossi col massimo dei voti e acquisto obbligato per tutti gli amanti della buona musica metal e non.

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