Luoghi alchemici italiani

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Francesco Indraccolo
00domenica 13 agosto 2006 16:38
Propongo questa rubrica di segnalazioni per monumenti e luoghi d’arte ITALIANI a forte carattere alchemico-ermetico, magari piccoli e/o fuori dai soliti itinerari culturali, oppure per parti trascurate di grandi capolavori a tutti noti, in modo che i frequentatori di questo Forum possano condividere le proprie scoperte con i compagni (sia pure virtuali) di ricerca ed eventualmente confrontare le proprie impressioni.

Perché luoghi italiani? Perché sono convinto che l’Italia non abbia niente di meno e niente da invidiare rispetto ad altri Paesi vicini e lontani. Anzi - secondo le statistiche internazionali - più dei due terzi dei beni culturali di tutto il mondo si trovano da noi e… chissà, forse a pochi passi da dove stiamo (nel luogo di vacanza di quest’anno o quasi nelle nostre “dimore” abituali che possono essere “filosofali” per chi le conosce).

Questa non è una proposta di “turismo autarchico” (anche se… coi tempi che corrono…), né di cultura alchemica “nostrana” (che fa sempre parte di quella universale). Difatti, niente e nessuno potranno sminuire i luoghi alchemici e filosofali di altri Paesi, descritti e illustrati dai nostri Maestri e Autori preferiti. Non dobbiamo dimenticare, però, che Bellezza e Sapienza non si trovano soltanto “in re ipsa”, cioè nei monumenti e nella capacità di percezione artistica di chi li ha ispirati e realizzati, ma anche nella consapevolezza di chi li ha visti, studiati e segnalati.

Per le caritatevoli segnalazioni da fare sul nostro Forum – con la speranza che il nostro prode Capitano approvi – credo basteranno poche righe (non necessariamente perfette schede da guide turistiche o da trattati di storia dell’arte) e, per chi sa come fare, l’allegato di qualche immagine davvero significativa. Comincerò a scrivere 2-3 Post (di solo testo, perché con le immagini m’incarto), per rompere il ghiaccio. Poi… se la va, la va… finché va.

Buone vacanze,
Francesco Indraccolo
Francesco Indraccolo
00domenica 13 agosto 2006 16:41
La "Madonna della Ghianda" vicino a Varese
Comincio con il riproporre, arricchita, questa segnalazione fatta pochi giorni fa in altra “stanza” e magari sfuggita ai visitatori più frettolosi: a Mezzana Superiore, rione di Somma Lombardo (in provincia di Varese), c’è una chiesa ermetica dedicata alla Madonna della Ghianda, che è bella da vedere e “sentire”.
Sulla facciata del santuario rinascimentale, progettato da Pellegrino de’ Pellegrini e inglobante la primitiva cappella duecentesca, c’è scolpita una quercia ricca di ghiande per ricordare l’albero su cui a metà del XIII secolo sarebbe apparsa la Vergine a una giovane pastorella di nome Catterina, sordomuta, immediatamente miracolata.
I cultori d’Alchimia sanno già che Catterina significa “pura”, anzi, meglio, “mondata da ogni lordura”, e sanno pure che una figura “mutola” (come quelle del Mutus Liber) parla più di ogni descrizione. Perciò sorvolo.
Molti gli affreschi (restaurati in questo secolo), tra cui uno con i tre grandi chiodi della Crocifissione e la corona di spine. Poi c’è una curiosa statua di sant’Antonio abate, che ha nella mano sinistra un cuore rosso ardente, e vicino, quasi spuntando da sottoterra, un maiale. Che si tratti del misterioso “flos maialis”?
Sulla cappella primitiva c’è affrescato un grande albero (con figure di santi e di profeti) a sei grandi braccia più il tronco centrale che (a me) ricorda una “menorah”, cioè il candelabro ebraico a sette braccia..

Girovagando,
Francesco Indraccolo
Francesco Indraccolo
00domenica 13 agosto 2006 16:44
La Biblioteca dell'Abate a Montescaglioso (MT)
A Montescaglioso, in provincia di Matera, c’è assolutamente da vedere la Biblioteca dell’Abbazia benedettina, riccamente affrescata nello stile delle “grottesche” dal pittore lucano Girolamo Todisco attorno al 1632.
Ci sono le raffigurazioni di vari Filosofi a partire da Platone, Aristotele e Diogene (con una “lanterna” che sembra quella dell’Eremita dei Tarocchi), ma spiccano Pitagora (con un compasso in mano) e Arpocrate che fa il segno del silenzio.Al centro, c’è l’Arcangelo Michele, il quale alza la spada mentre il diavolo serpentiforme si contorce ai suoi piedi.
Poi c’è tutta, ma proprio tutta la Grande Opera rappresentata in grandi “emblemata” che culminano nella scena dell’Incoronazione della Vergine.
Per non fare errori, cito le definizioni degli emblemi fatte da Sigfrido E. F. Höbel nel suo pregevolissimo fascicolo “La Biblioteca dell’Abate”, con le foto di Rodolfo Fiorenza (Newprint – De Dominicis Editore, Napoli 1990): l’Impresa del Corvo, le Aquile della Sublimazione, l’Emblema del Pellicano, “Leo Viridis”, l’Emblema delle Stelle, l’Emblema del Toro nero e “Splendor Solis”.

Italianizzando,
Francesco Indraccolo
Francesco Indraccolo
00domenica 13 agosto 2006 16:47
Affreschi quasi sconosciuti a Firenze
Segnalo un soffitto affrescato in una “dimora filosofale” di Firenze, un palazzo civile in Borgo Pinti n. 27, che io e Paolo Lucarelli volevamo visitare già quattro anni fa, perché molto incuriositi dalle splendide foto e informazioni ricevute da due studiosi toscani (Massimo B. e Paolo R.).
Il Palazzo, noto come Lenzi-Marzichi, ora di proprietà della Famiglia Ciardi-Dupré, è accanto all’albergo Monna Lisa e il soffitto in questione si trova al piano terra, in una loggia cui si accede direttamente dalla strada.
Gli affreschi in stile “grottesche”, attribuibili – pare - a Bernardino Poccetti Barbatelli (Firenze 1542-1612), sono in numero di 15 (in tre file da 5) più uno fuori simmetria che raffigura una grande Orsa nera (cosparsa di stelle dell’omonima costellazione, quindi, deve essere la Minore, se serve a orientarsi), che fluttua in cielo su un mare calmo e sopra una barca con albero maestro senza vela (forse ancorata), salutata sulla sinistra da quello che sembra un gigantesco dio marino.
Ecco la descrizione degli altri 15 affreschi e relativi filatterii (dove si riesce a leggere):
1. una tartaruga terrestre volta a destra e la scritta “TVTA LABORE NVLLO” in rosone ottagonale;
2. un caduceo alato e la scritta “VOTIS MVLTIS” in rosone tondo contornato da 4 figure alate femminili;
3. un timone semimmerso in mare, retto da una mano destra e la scritta “TENET VSQUE” in rosone tondo;
4. una specie di piombino sospeso dal cielo sulla terra e la scritta “SVO CADIT PONDERE” in rosone tondo;
5. un imponente cespuglio di corallo rosso che cresce su uno scoglio emergente dal mare e la scritta “PVLCHRIOR IN LUCE” in rosone ottagonale;
6. uno specchio a piantana in cui si scorge un volto e la scritta “TE IPSVM” in rosone ovale;
7. una figura alata riversa in basso e la scritta “…TVTA SILENTE” in rosone quadrato;
8. uno stemma con leone celeste (questa sì ch’è nuova) rampante attraversato da banda bianca con 3 stelle rosse a cinque punte in rosone ovale sormontato da un angelo;
9. un soffietto a punta in giù e la scritta “ACCIPIT REDDITITQVE” in rosone quadrato;
10. un nugolo di uccelli che si tuffano in mare a pescare e scritta illeggibile in rosone ovale;
11. testa di medusa anguicrinita e la scritta “MALIO’ LVMINA” in rosone ottagonale;
12. melusina emersa dal mare con le due code in mano e la scritta “VITANDA EST …” in rosone tondo;
13. pianta a tre getti di foglie con le radici in un sacchetto e la scritta “SVO SVCCO” in rosone ovale;
14. uno splendido sole raggiante con volto di putto biondo e la scritta “OMNIBUS IDEM” in rosone tondo;
15. grande volatile bianco con serpe nel becco e la scritta “PRODESSE …” in rosone ottagonale.

Secondo i dati ricevuti, nel Palazzo, durante il Concilio di Firenze del 1439, fu ospitato il Patriarca di Costantinopoli Giuseppe; poi, nel 1515, vi nacque san Filippo Neri (noto anche come Pippo il Buono).
Sono stato più lungo del previsto ma credo ne valesse la pena e spero che il luogo sia ancora accessibile al pubblico.

Sdebitandomi,
Francesco Indraccolo
Captain NEMO
00lunedì 14 agosto 2006 02:47
Un'Immagine vale mille parole...
Caro Signor Indraccolo,

accolgo come sempre con gran piacere le sue proposte: l'Italia è davvero un paese ricchissimo d'arte d'ogni tipo e periodo, troppo spesso trascurata e dimenticata.
Tuttavia, proprio perchè lei segnala un interesse 'ermetico' dei suoi ritrovamenti d'arte in terra italiana, lei si sarà certo reso conto che è del tutto assente - se non per pochi 'amatori'- la cultura documentale dell'immaginario ermetico in Italia.

Dunque, a maggior profitto di quanto lei propone, mi permetto di aggiungere che - visto che si sta parlando di cose da 'vedere' per poter capire - si è giocoforza obbligati su un Forum a dover fornire un 'supporto' visivo.
Se lei avesse delle difficoltà sul come pubblicare un'immagine, me le invii tranquillamente e sarò lietissimo d'aiutarla.

Basandomi sugli indizi da lei forniti, ho tentato di fare qualche ricerca sul Web, ma l'Hotel Monna Lisa di Firenze ovviamente tende più a mostrare sale da pranzo e camere da letto che il prezioso soffitto che lei ci ha fatto agognare (a parte una foto che immagino appartenga alla sala da lei citata, in cui però il fotografo ha voluto cogliere solo la modanatura lignea dei cassettoni, trascurando - e ti pareva! - di inquadrare i decori!). Non parliamo poi dell'Abbazia di Montescaglioso. Spero proprio che lei abbia qualche foto, fotocopia, disegno o quant'altro dei luoghi, perchè dalla descrizione che ci ha fornito nasce una gran curiosità in chi la legge.
Rivolgo dunque un invito corale a tutti i partecipanti a corredare i loro Post in questo Thread di immagini: se infatti Notre Dame de Paris o la Cattedrale di Amiens hanno riempito di foto i libri di mezzo mondo, la stessa sorte non è toccata ai nostri 'tesori' nascosti.
Se d'altro canto qualcuno disponesse di immagini dei luoghi citati dal Signor Indraccolo (magari perchè abita nelle vicinanze), spero potrà pubblicarle, per ritrovare assieme il gusto del parlare assieme di icononografia ermetica, e se possibile, sempre più alchemica, quale è l'oggetto di questo Forum.

sempre di buon cuore

Captain NEMO
louis claude
00martedì 15 agosto 2006 22:05
Il Gabinetto dell'Ermatina a Caprarola
Mi piace segnalare il "Gabinetto dell'Ermatina" nel Palazzo Farnese a Caprarola vicino Viterbo. Tutto il Palazzo è molto bello e molti affreschi sono ermetici, ma l'Ermatina è così curiosa e inquietante con le sue due teste e tre piedi.
Se uno va laggiù non può certamente perdersi tutto il ciclo mito-ermetico degli affreschi che sono stati progettati da Annibal Caro quasi tre secoli prima del mio Dom Pernety. Chapeau!
Louis Claude
louis claude
00martedì 15 agosto 2006 22:44
La Biblioteca benedettina di Parma
Consiglio una visita alla Biblioteca de l'Abbazia benedettina di San Giovanni Evangelista a Parma. Sugli affreschi dei soffitti si possono vedere otto volte ermetiche, tra le quali molto belle e significative sono quattro in particolare:
- l'Ouroboros che contorna Hermes, Helios e la Carità;
- la Vergine con l'Unicorno;
- Hermes che dona un grande fiore bianco a quattro petali a un guerriero con corazza e cimiero piumato (forse Ulisse);
- l'Arche di Noé da cui spicca il volo un corvo.
Si può vedere anche il corpo du Cristo in forma di Arche di Noé, ma questa è un'altra storia più kabalistica.
Secondo le guide locali, il ciclo degli affreschi fu voluto nel 1573 da l'Abate Stephanus Cattaneo de Novaria, ma l'ispiratore era un certo Vitale da Verona che guidò passo passo i pittori bolognesi Ercole Pio e Giovanni Antonio Paganini.

Louis Claude
Captain NEMO
00mercoledì 16 agosto 2006 00:32
Hunting for images...
Caro Signor Louis Claude,

eccole un'immagine della Hermathena...!!



sempre di buon cuore

Captain NEMO
Captain NEMO
00mercoledì 16 agosto 2006 01:11
Hunting for images...2 !
Caro Signor Louis Claude,

per la Biblioteca Benedettina di san Giovanni Evangelista a Parma ho potuto trovare solo quest'immagine (purtroppo le volte non si vedono!).



Magari lei ha qualche foto fatta da lei, oppure un libro ?

sempre di buon cuore

Captain NEMO
Captain NEMO
00mercoledì 16 agosto 2006 02:58
Il Chiostro del Duomo di Monreale
Molti chiostri sono adornati di sontuosi ed incredibili capitelli. Tra i tanti in terra d'Italia, è ben conosciuto quello del Duomo di Monreale: vi propongo un piccolo 'assaggio' da meditazione...
(Nota: per visualizzare le immagini è necessario Macromedia Flashplayer)



Foto di:
Jean Paul - © jpb@sicile.net, 2006
Rubens Anu - © ArtServe, 2002
Epheta - © Catechese.free.fr, 2006


Captain NEMO
Francesco Indraccolo
00mercoledì 16 agosto 2006 09:41
Le tarsi alchemiche del Lotto a Bergamo
Per chi si trovasse al Nord in una giornata autunnale come questa, suggerisco di fare un salto a Bergamo per ammirare le tarsie alchemiche di Lorenzo Lotto nel coro ligneo della basilica di Santa Maria Maggiore.

Sono 36 queste tavole a intarsio, materialmente realizzate da Giovan Francesco Capoferri su altrettanti modelli di “picture” del Lotto, fra il 1524 e il 1531, sotto forma di “imprese geroglifiche” a soggetto veterotestamentario e alchemico per conto dei Reggenti della Misericordia.

Una delle tarsie più belle e pregne di indicazioni operative è la “Sommersione di Faraone” che raffigura un uomo ignudo, cavalcante a dorso di un asino cillenico (che poi è il Mercurio), con un compasso aperto nella mano destra, uno specchio a piantana nella mano sinistra e con la testa semi coperta da una gabbietta per uccelli appesa a un ramo dove si attorciglia in spire un serpentone.

La più nota tarsia è quella di un sole fiammeggiante con un occhio solo e mani e piedi fuori misura, (visibile su http/www.libroco.it/leotest/jpgs/13704.jpg) , che è servita da copertina all’eccellente libro “Lorenzo Lotto e l’immaginario alchemico” di Mauro Zanchi, con pregevole Prefazione sulla “Rubedo” del Prof. Giuseppe Panella, e doviziosissime fotografie di Eugenio Buscherato (Editrice Ferrari Grafiche s.p.a. di Elusone, in provincia di Bergamo).

Servizievolmente,
Francesco Indraccolo

---
P.S.: Ringrazio le Très Cher Frère Louis Claude per le sue segnalazioni e il Generoso Capitano per le belle immagini fornite. Mi sorge però un gubbio sull’Ermatina che può non esser l’Hermathena (anche se noi “greci” iotacizziamo ormai da secoli). Quell’Ermatina sì cara al Caro Annibal (non era il traduttor de’ traduttor d’Omero?) è molto pù grigia e saturnina. O no?
Comunque, il nostro Nocchiero è la riprova del motto latino “Ad impossibilia Captain Nemo tenetur”.

Kalimera, F.I.
Francesco Indraccolo
00mercoledì 16 agosto 2006 09:47
Rettifica su Clusone (non Elusone) in provincia di Bergamo
Ooops, scusate tanto ma questi correttori automatici impossibili da controllare sono scorretti per cui la cittadina di Clusone (RPT Clusone) in provincia di Bergamo è quella giusta per l'Editrice Ferrari a cui si deve il libro sulle tarsie alchemiche del Lotto.

Rectificandoque [SM=g27988] invenies,
F.I.
donum dei
00mercoledì 16 agosto 2006 13:05
Le tarsie alchemiche del Lotto a Bergamo



La più nota tarsia è quella di un sole fiammeggiante con un occhio solo e mani e piedi fuori misura







Bellissimo thread! Bella e preziosa l'idea di "catalogare" i luoghi ermetici-alchemici in Italia!


Maria Teresa
Captain NEMO
00giovedì 17 agosto 2006 00:57
Hunting for images...3
Caro Signor Indraccolo,

la tarsia relativa alla "Sommersione del Faraone" dovrebbe essere questa (mi spiace, ho trovato solo il B/W !).



E poi ho 'trovato' queste altre belle tarsie:



Ed ora, perchè non provare a commentare un po' queste immagini ?

sempre di buon cuore

Captain NEMO
Francesco Indraccolo
00sabato 19 agosto 2006 18:19
La Fontana dei Fiumi di Piazza Navona
Mentre ero intento a scrivere di cosmogonie andine per la rubrica della poderosa Donum Dei, m’è scattato un ricordo utile soprattutto a questa rubrica, su un monumento che, se non è propriamente alchemico, è senz’altro ermetico e sta – per dirla con Ellemire Zolla – “ben nascosto in evidenza”. Mi riferisco alla Fontana dei Fiumi di Gian Lorenzo Bernini, al centro di piazza Navona, a Roma.

Questo gioiello scultoreo, architettonico e scenografico dell’arte barocca si deve sia all’amicizia del Bernini con Athanasius Kircher, sia allo spirito di competizione tra Bernini e Francesco Castelli detto il Borromini. Nel 1648-1651, lo stesso Papa, Innocenzo X ,aveva affidato al primo la Fontana e al secondo la ricostruzione e ampliamento della chiesa di santa Agnese, nella “piazza in agone” divenuta poi Navona per le battaglie navali che vi si svolgevano.

L’epigrafe della facciata Sud dell’obelisco (di granito rosso, eppur “venusiano”) annuncia chiaramente che l’acqua della Fontana è per dare “bevanda agli assetati ed esca a coloro che meditano”. E poi, oltre alle personificazioni dei quattro grandi fiumi allora conosciuti (con il Rio della Plata che si ripara da una possibile caduta della chiesa del Borromini) c’è tutta la simbologia ermetico-alchemica in forme scultoree pregevoli: la palma dactylifera (sarà quella di Maria?), il leone che si abbevera, il cavallo che balza, i due serpenti (d’acqua e di terra), la testa di un probabile “bafometto”, la colomba (sulla quale di recente ha scherzato Dan Brown in “Angeli e demoni”).

Chi ha voglia e tempo può andarsi a sfogliare il mio articolo (ricco di foto) “Bernini esoterico” su Hiram, n. 11-12 di novembre-dicembre 1986, ma se uno capita nella splendida piazza Navona, faccia un salto anche a santa Agnese (che ricorda sia il Fuoco sia l’Agnello) ed è legata alla Fontana più di quanto appaia a prima vista.

Francesco Indraccolo
antonioserrai
00sabato 19 agosto 2006 20:39
in effetti sono tanti
Solo dopo l'inizio della sua nuova discussione, facendo mente locale e leggendo gli interventi mi sono reso conto che in effetti i "luoghi" sono tanti. Sono ancora in vacanza per cui mi arrabatto a dare solamente due piccole indicazioni, non posso pertanto aggiungere foto od altro e me ne scuso :

il primo posto che voglio indicare é la porta magica di Rivadutri
il secondo posto é la facciata della chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma.

Dovrei ancora avere in archivio delle vecchie foto dei due posti, quanto prima provvederò ad inoltrarne qualcuna.

Vi sono inoltre tante altre piccole indicazioni che spesso non vanno tenute nel debito conto, per esempio, per dare uno spunto che ci riporti alle due scale del Mutus inerenti la discussione sul FUOCO, invio una fotografia, regalo di un caro amico di Sulmona, dove é raffigurata l'impresa posta sul frontone del palazzo di Giovanni Dalle Palle - Veneziano (1400 circa).
antonioserrai
donum dei
00sabato 19 agosto 2006 22:03
Fontana dei Fiumi di Piazza Navona








serpente di terra




serpente di mare




leone




drago




cavallo




stemma





Porta magica di Rivodutri










Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma







Maria Teresa
Captain NEMO
00domenica 20 agosto 2006 04:08
San Luigi dei Francesi - Roma...appunti alla rinfusa
La nota del Signor antonioserrai mi ha spinto ad effettuare una piccola ricerca sul Web; nè è nato un piccolissimo percorso notturno, che parte da San Luigi e finisce con....uno Stellione!
Visto che siamo ancora nelle Ferie d'Agosto, mi permetto dunque di sottoporvi questo piccolo "Gioco per Immagini e Testo Latino" !



La Chiesa di San Luigi dei Francesi fu costruita tra il 1518 ed il 1589, in onore di Re Luigi IX 'Le Saint' (1214-1270), patrono di Francia e Ungheria (la facciata è opera di Giacomo della Porta, ma le statue erano probabilmente a Porta Pia):


Copyright: © Courtauld Institute of Art

Qualche nota: Re Luigi partecipò a due crociate, entrambe disastrose: nella settima - imbarcatosi da Aigues-Mortes il 28 Agosto 1248 - vince a Damietta ma viene fatto prigioniero a Mansourah ed è noto l'episodio dell'enorme riscatto (duecentomila 'livres') pagato dai Cavalieri del Tempio per liberarlo; nell'ottava muore nei pressi di Cartagine, pare di peste: ”Il suo corpo fu bollito nel vino per separare le carni dallo scheletro, e le sue spoglie furono riportate in Francia”. Era un fervente Cattolico e sborsò una somma astronomica per la Corona di Spine del Cristo custodita a Costantinopoli per trasferirla nella Sainte Chapelle a Parigi (altro luogo molto 'alchemico', ma in Terra di Francia). Oggi la Corona è a Notre Dame. Un'altra curiosità: di ritorno dalla sfortunata crociata, "lasciò nel paese di Forez diverse immagini di Nostra Signora intagliate in un legno di colore nero che aveva portato dal Levante". Ma è' curioso ricordare che si narra che l'interesse di Re Luigi per le cosiddette 'madonne nere' nasceva dalla sua dedizione al culto di Maria Maddalena, considerata una delle antenate della discendenza reale di Francia.

La Facciata della Chiesa è arrichita da quattro statue: San Luigi (vide supra), Santa Clothilde, Santa Jeanne de Valois e Carlomagno.


Copyright: © Adrian Crook


San Luigi dei Francesi e' considerata naturalmente la chiesa 'ufficiale' dei Francesi a Roma, e fu costruita sotto Papa Clemente VII (Giulio de' Medici) e Francois I de Valois, Roi de France. E per l'appunto, oltre al consueto blasone con i tre gigli di Francia, mostra l'emblema del possente discendente dei Valois-Angouleme: la Salamandra, tanto commentata da Fulcanelli (e da Canseliet, ca va sans dire!...fra l'altro, come certo sa chi ha letto gli scritti dei due Maestri francesi, si dice che Pierre Dujols-Magophon fosse un discendente dei Valois!).


(emblema e monogramma di Francois I - Castello di Chambord)
(Notare i piccoli particolari!)



Copyright: © Courtauld Institute of Art



Copyright: © Univ. de Paris


Le due ultime immagini vengono da San Luigi dei Francesi a Roma, e sono poste sotto le due statue maschili; come si vede, l'emblema così amato da tanti Innamorati della Scienza è qui rappresentato in due medaglioni speculari, con due divise piuttosto interessanti:

"Erit Christianorum Lumen in Igne"
e
"Nutrisco et Extingo"


A buon intenditor...poche parole, no?

Ma siccome si può talvolta utilmente 'saltare di palo in frasca' nella nostra Gaia Scienza, riporto una pagina tratta da "Historiae Animalium" di Conrad Gesner da Zurigo, un vero testo monumentale del 1500 conservato all'Università di Parigi; nella pagina dedicato al 'focoso' animaletto eletto ad emblema di Francois I, la Salamadra appare con il dorso 'etoilèe', come di prammatica...



Caso o necessità ??

sempre di buon cuore

Captain NEMO

PS (sottovoce):...la lettura - fino all'ultima lettera ! - della pagina latina di Gesner è decisamente utile e divertente: come sempre, nei luoghi più inaspettati, si ritrovano suoni, spunti e curiosissime coincidenze!...anche per questo è bello cercare,no? [SM=g27988]

[Modificato da Captain NEMO 20/08/2006 4.22]

antonioserrai
00lunedì 21 agosto 2006 12:48
Tenera é la notte, o Endimione.....
Sempre occupato a ristorar le membra, azzardo l'indicazione di un altro sito molto grazioso, si tratta dello stanzino del principe a palazzo vecchio di Firenze, anche qui purtroppo non posso al momento fornire alcuna foto e me ne spiaccio.
un saluto antonioserrai
P.S.: Ringrazio vivamente per l'apporto delle foto passato e futuro
Scusatemi della correzione, ma non dimentichiamo la Cappella di San Severo a Napoli, opera di cotanto principe.

[Modificato da antonioserrai 21/08/2006 12.58]

donum dei
00lunedì 21 agosto 2006 14:03
Studiolo di Francesco I, Palazzo Vecchio, Firenze















Cappella di S. Severo, Napoli









Il Cristo velato

Il disinganno

La pudicizia




Maria Teresa

[Modificato da donum dei 21/08/2006 14.06]

Francesco Indraccolo
00lunedì 21 agosto 2006 22:10
Gli affreschi alchemici del Parmigianino a Fontanellato
Segnalo gli affreschi alchemici del Parmigianino nel Castello (o Rocca dei) Sanvitale a Fontanellato, in provincia di Parma.

Li ho scoperti per caso stasera mentre, dopo aver strologato tutto il giorno, cercavo un po' di relax sul sito Zen-it e qui ho trovato una sapientissima spiegazione di Gratianus sul mito apparente di Atteone. Assolutamente imperdibili.

Umilmente,
Francesco Indraccolo
donum dei
00martedì 22 agosto 2006 07:29
Rocca dei Sanvitale, Parma


Saletta di Diana e Atteone, al piano terreno, affrescata nel 1524 da Francesco Mazzola detto il Parmigianino (1503-1540) per Paola Gonzaga e Galeazzo Sanvitale. Il racconto mitologico affrescato da Parmigianino, tratto dal III libro delle "Metamorfosi" di Ovidio, si snoda nella parte superiore delle quattro pareti in tredici lunette e narra la vicenda di Atteone trasformato in cervo da Diana, sorpresa al bagno con le ninfe, e sbranato dai suoi stessi cani.




lato nordest







lato sud








- I figli di Paola Gonzaga-







lato est





levriero






Putto tra Diana e Atteone






Lato nord






Paola Gonzaga





putto tra Atteone e il levrerio





lato ovest






Maria Teresa
Captain NEMO
00mercoledì 30 agosto 2006 00:23
Una Chiesa del Tempio?
In questi sgoccioli d'Agosto, segnalo la Chiesa di Santa Maria di Collemaggio (L'Aquila). Tra le tante 'cosette'. ecco un'immagine familiare per chi ha letto Fulcanelli:



Captain NEMO
yi pai
00mercoledì 13 settembre 2006 22:45
Luoghi alchemici italiani
Caro Francesco,

dopo aver messo qualche foto di piccoli tesori nei miei due ultimi post (ma non sono tutti in Italia...), vorrei contribuire al tuo sforzo con le foto della splendida (davvero vale un viaggio) Abazia di S. Antimo.











Un po' di storia.

Fondata nel 352 dC sul luogo del martirio di S.Antimo nel quale era sgorgata una fonte miracolosa della quale rimane traccia in antica iscrizione (venite et bibite) la chiesa venne ampliata dai Longobardi e trasformata in monastero sotto Carlo Magno. Nel 814 un diploma di Ludovico il Pio – figlio di Carlo Magno – nomina S. Antimo abbazia imperiale e attribuisce all'Abate il titolo di Conte Palatino...

Per i più attenti: l'abbazia è a 6km da Monatlcino (SI) e se passate nelle domeniche “giuste” la messa è cantata in fermo gregoriano
Quan del Bote
00sabato 16 settembre 2006 23:35
S.Luigi dei Francesi
Ricordo sotto er sol lleone
d’aver con Paolo il gran Campione ,
riguardato e rimirato da ogni cantone
sta serpe strana che sta ner medaglione.

Luigi ganzo nun abbadava alle parole mie
da falloppone
e Paolo nun parlava, zitto come un fanello se ne stava…...

Debbotto me si gira e senza artre parole me dice
“ Ma vorrai prima o poi estrarre er succo
da tutto sto minestrone?”
Captain NEMO
00sabato 16 settembre 2006 23:40
Parole felici...
Caro Quan del Bote,

da quanto tempo mancava da queste parti!...bentornato a lei ed alle sue 'rimacce' romanesche...
Quanto al "succo"...lei ha ragione; penso che sarebbe davvero ora di smettere di 'parolare' e di 'fare'.

A presto, davvero...

Captain NEMO
Francesco Indraccolo
00domenica 17 settembre 2006 11:56
karma, occhio e gesso
A "don" Quan (o Juan?) del Bote,
Al Valentissimo Capitano,

karma, occhio e gesso.

Capisco che il poetare in altre (apposite) stanze può indurre e fare indulgere a un ricordo in vernacolo romanesco, sia pure bellissimo e legato a un luogo alchemico magistralmente illustrato dal Capitano. Ma non qui va indicato l'urgere del fare. Non qui va ansiosamente chiesto il "succo all'opra".

Perché questa stanza, avviata lentamente e ora anch'essa stagnante, è nata per illustrare i capolavori dell'arte italiana che alludono all'ermetismo e all'alchimia, QUALI CHE SIANO. Ed è ancora TUTTO DA PROVARE che cosa sono, né si può ribaltare l'onere della prova, non solo in una stanza già esistente ed amplissima (per certi versi assai conflittiva), ma in qualcosa di nuovo, da concordare.

Non avvertite anche voi una specie di "sospensione" del tempo? Non sentite l'ansiosa attesa dei silenti? Volete che vi canti: "Che fretta c'era, maledetta primavera"? O devo ricominciare la parabola dell' "oculatus" e dell'inoculatus"?

Sommessamente vigile, [SM=g27993]
Vs. Francesco
donum dei
00domenica 17 settembre 2006 12:58

Un caro saluto e ben-ritrovato al nostro Quan del Bote!

Maria Teresa

Francesco Indraccolo
00sabato 14 ottobre 2006 11:20
La festa dell' "October Equus" e la "colombaquila"
Torno a questa stanza, immeritatamente trascurata anche dal sottoscritto, sia perché il “piatto piange” in tutte le Sezioni del Forum sia perché ho scovato due notiziole intriganti su piazza Navona e la chiesa di Sant’Agnese, già sfiorate in un Post precedente.

La prima curiosità riguarda la festa dell’antica Roma dell’ “October Equus”, che era fissata al 15 ottobre ((Auguri per domani a tutti coloro che si occupano di Marte, di ferro e di spade)) e si svolgeva in Campo Marzio, durante gli “agones” (giochi atletici e gare di bighe), da cui prese il nome la piazza “in agone”, detta ora Navona, soprattutto dopo che vi fu eretto lo stadio di Domiziano inaugurato dallo stesso imperatore nell’86 d.C. con un triplice “certamen Capitolinum: musicum, equestre, gymnicum”.

Durante la festa dell’October Equus veniva sacrificato il cavallo di destra della biga vincente, quello cioè che aveva sopportato lo sforzo maggiore nella corsa in senso antiorario. Il “caput” del cavallo veniva assegnato al termine di una competizione fra gli abitanti della Suburra e quelli della Via Sacra; il corpo veniva in parte sacrificato a Marte e in parte mangiato nel pubblico banchetto che seguiva le gare; la coda era affidata alle Vestali, le quali ne raccoglievano il sangue da usare poi nei “Parilia” (o “Palilia”), cerimonie purificatorie che si svolgevano il 21 aprile (Natale di Roma).

Non è curioso che nella Fontana dei quattro fiumi, che da quasi 350 anni orna Piazza Navona, il Bernini abbia raffigurato nel basamento dell’obelisco un cavallo che sembra balzare dall’acqua e dall’antro di una grotta? Si tratta solo di un “ippo-potamos”, o “cavallo di fiume”, secondo le bizzarre allegorie di Athanasius Kircher, o del ricordo-memento di una festa pagana che è anche astrologica e/o alchemica e indica “tempi” e/o “modi” operativi?

L’altra curiosità riguarda la “colomba”, che sul basamento della fontana, in cima all’obelisco e ai quattro angoli della chiesa di Sant’Agnese è raffigurata sempre con il ramo d’olivo nel becco come nello stemma della famiglia Pamphili e come nel biblico racconto del diluvio. Ma, nel lanternino che sormonta la cupola di sant’Agnese (progettato dal Borromini e realizzato nel 1657 da Carlo Rainaldi), la “colomba” è raffigurata tanto grande e “metamorfizzata” da sembrare un’ “aquila”. Ed è per questo che nel titolo di questo Post ho coniato il termine “colombaquila”.

Nel fondo blu scuro del cielo del lanternino si staglia, entro una raggiera dorata, la possente “colombaquila”, bianca, dalle ali spiegate, connotata dal becco adunco senza più ramoscello d’olivo e dalle zampe trasformate in artigli da rapace a significare l’accresciuta potenza della famiglia Pamphili o qualcos’altro. Mah? A proposito, qualcuno vi ha intravisto anche una “fenice”, che si scioglie nel rogo del fuoco dei raggi del sole penetranti dalle sette “aperture” del lanternino contrassegnate da otto colonne.

Non è curioso che il martirio di Agnese si celebri il 21 gennaio? Non c’è una “croce” dei quattro Elementi (e dei 4 segni zodiacali fissi, come per i 4 Evangelisti in forma di Leone, Toro, Uomo e Aquila) che aleggia su tutta piazza Navona ed è evidenziata dalle “feste” dell’October Equus, dal Natale di Roma, dalla festa di Sant’Agnese e dalle Feriae Augusti? Qualcuno ne vorrà parlare?

Personalmente, qui mi taccio non senza aver svelato la fonte di queste curiosità: si tratta di due magnifici volumi (uno di solo testo, l’altro di sole immagini) dal titolo “Sant’Agnese in Agone a Piazza Navona - Bellezza Proporzione Armonia nelle Fabbriche Pamphili” degli architetti Giuseppe Simonetta e Gabriella Marchetti assieme alla storica dell’arte Laura Gigli (Gangemi Editore, Roma 2003). A loro va il merito di una dottissima ricerca ispirata alla Bellezza, a me tutti i demeriti di questa elucubrazione.

Francesco Indraccolo
Captain NEMO
00domenica 15 ottobre 2006 01:58
Piazza Navona...e la Fontana dei Quattro Fiumi
La Fontana dei Quattro Fiumi vide la luce nel 1651, commissionata da Papa Innocenzo X al Bernini, il quale si accaparrò l'appalto grazie ad un tipico strattagemma italico: era notorio, infatti, che il Papa fosse fortemente "influenzato" da ...sua cognata, Donna Olimpia Maidalchini, bella vedova del fratello del Papa. Donna Olimpia, che risiedeva nel Palazzo Pamphili, anch'esso in Piazza Navona, era soprannominata 'La Pimpaccia' e Pasquino la immortalò così: "Olim pia, nunc impia" ! Si dice comunque che il Bernini soffiò l'appalto al Borromini grazie ad un modello in scala, in argento, che il Papa vide 'per caso' a casa di Donna Olimpia...
La costruzione della Fontana venne finanziata grazie ad alcune tasse su beni di consumo comune, tra cui il pane, e Pasquino rispose:
"Noi volemo altro che Guglie e Fontane.
Pane volemo: pane, pane, pane!
"

Sia come sia, ecco come appariva Piazza Navona un tempo, durante le "Feriae Augustinae" ...! Un vero tripudio d'Acqua sotto il Fuoco del Solleone ! [SM=g27988]




"Nel sito, in cui anticamente si facevano l'Equiria, o corse di cavalli, istituite da Romolo, fu costruito questo Circo, da Alessandro Severo, che da lui prese il nome; e che occupava questo vasto sito, che ne conserva la forma. E' stato chiamato da' moderni Circus Agonalis, a motivo, essi dicono, che vi si facevano le feste Agonali in onore di Giano: feste che consistettero sempre in soli sacrifizj, celebrati nella Regia, preso la Via Sagra. Quindi non gli resta che l'aver tratto il suo nome moderno dalla di lui forma simile ad una nave. Questa in oggi è decorata da tre belle fontane, e dalle facciate di Sant'Agnese, di S. Giacomo de' Spagnoli, e del Palazzo Pamfili.

Innocenzo X. di Casa Pamfili fece costruire la fontana di mezzo data piazza, che sorpassa molto le altre due per la singolarità della sua costruzione, per la bellezza del suo disegno, che è del Cavalier Bernino, e per l'abbondanza delle sue acque. Consiste in un masso di scoglio, che s'inalza in mezzo di una gran vasca. Quattro statue sedenti, di proporzione colossale, ne' quattro angoli dello scoglio, rappresentano i fiumi primarj delle quattro parti del mondo; il Danubio, di Mr. Claudio; il Gange, di Francesco Baratta; il Nilo, di Gio. Antonio Fancelli; e la Plata di Antonio Raggi: dallo scolio di ciascuno sgorga in abbondanza dell'acqua, che figura quella di ciascun fiume, che si perde nel mare. Lo scoglio è traforato nel mezzo a guisa di caverna, dalla quale si vede uscire da una parte un leone, dall'altra un cavallo, scolpiti entrambi da Lazzaro Morelli. Pianta in cima allo scoglio un gran piedestallo, che sostiene un obelisco di granito rosso, alto 51. piedi, e carico di geroglifici Egizj, cavato dalle rovine del Circo di Caracalla. Il tutto di questo monumento è elegante, ben ideato, e fa un bell'effetto."

Da 'Itinerario di Roma e suoi contorni', Andrea Manazzale - MDCCCXVII

Tra i tanti simboli, giova ricordare che il Bernini raffigurò sette animali: un cavallo, un serpente di terra, un serpente di mare, un delfino, un coccodrillo, un leone e un dragone...
Inoltre, guardando la fontana nel suo insieme ma con un occhio non soltanto turistico, si potrebbe percepire il 'Vento' che piega la 'Palma', che colpisce la 'Roccia: dalla spaccatura emergono da una parte un 'Cavallo' e dall'altra un 'Leone'





Non si deve per questo pensare che il Bernini fosse necessariamente un 'iniziato', ma forse cogliere il segno della pienezza simbolica del Barocco, che, in piena fioritura sotto Innocenzo X, "illuminò" l'Artista di un'ispirazione decisamente evocativa.

E si potrebbe parlare - ma solo per un attimo - di Papa Innocenzo, alias Giovanni Battista Pamphili: le armi del papa - "Di rosso alla colomba posata d'argento, tenente nel becco un ramo d'olivo, fruttato e fogliato di verde, al capo d'azzurro a tre gigli d'oro, alternati a due pali diminuiti di rosso" - sono scolpite due volte ma decorate in due maniere diverse, proprio sopra il cavallo ed il leone:



In entrambe le raffigurazioni sono presenti i Gigli e la Colomba con il ramoscello d'Olivo, ma in una c'è una gigantesca 'Mèrelle' (di cui si è già parlato da qualche parte) e nell'altra appare una testa cornuta!...piuttosto insolito per un papa, no?

Insomma: molti simboli, molto onore...

sempre di buon cuore

Captain NEMO
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