Di ritorno da Twickenham
Beh la partita, onestamente, non è stata un gran che (fondamentalmente per colpa di un'Inghilterra irriconoscibile dopo la buona prestazione con la Scozia, ma anche per merito l'orgogliosa prova degli azzurri guidati da un intramontabile Troncon): incredibilmente l'Italia ha fatto una gran bella figura. Se non ci fossero stati i piazzati di Wilkinson, saremmo addirittura tornati dal tempio del rugby inglese con una vittoria. Ma, si sa, i piazzati fanno punti e alla fine gli azzurri hanno perso con un onorevolissimo 20-7.
E' invece indescrivibile l'atmosfera che si respira all'esterno del magnifico stadio, dove è i tifosi delle due nazionali possono socializzare gustando salsicce e fish & chips e bevendo fiumi di birra presso gli innumerevoli stands. Avevo già vissuto l'atmosfera festosa del Sei Nazioni, ma devo dire che a Twickenham la cosa è stata del tutto particolare.
Detto per inciso, ho avuto anche il piacere di sperimentare i treni suburbani locali (treni in partenza dalla famosa stazione di Waterloo per Twickenham, che si trova nella periferia ovest della capitale inglese, poco lontano da Richmond). Servizio puntuale, treni comodi e puliti. Ma non ci sono più i trenacci che ricordavo una quindicina di anni fa, quelli le cui porte si aprono solo dall'esterno?
Ero già stato ad Edinburgo (al mitico Murryfield Stadium) due anni fa ed ero rimasto impressionato, ma devo dire che entrare a Twickenham fa assai più impressione.
Ecco l'articolo della Gazzetta dello Sport sulla partita:
L'Italia perde, ma che orgoglio
Gli azzurri riscattano la brutta partita con la Francia tenendo testa ai maestri inglesi. Il k.o. di oggi (20-7) è il miglior risultato di sempre a Twickenham. Decisivo un Wilkinson da record: 406 punti nel torneo
LONDRA (Inghilterra), 10 febbraio 2007 - Con l’onore delle armi. L’Italia è sconfitta, ma esce da Twickenham a testa alta. Mai, nel Tempio della palla ovale, aveva inscenato una simile rappresentazione. Nei sei precedenti sul magico prato londinese, aveva sempre rimediato trenta o più punti di scarto: il k.o. meno pesante risaliva al debutto, coppa del Mondo 1991 (36-6). Stavolta, i punti di differenza, sono "solo" tredici. E nascondono la verità: gli azzurri, per 80 minuti, guidati da un monumentale Alessandro Troncon (non a caso scelto quale miglior giocatore del match), hanno tenuto i padroni di casa in scacco.
La differenza, alla fine, è firmata Jonny Wilkinson, capace di centrare i pali da posizioni impossibili. All’apertura inglese servono non più di tre minuti per centrare il record di marcature nella storia del Cinque/Sei Nazioni: con 406 punti, prima del fischio d’avvio, appaia il gallese Neil Jenkins, con una delle sue perfette esecuzioni (da 48 metri...) il primato diventa subito tutto suo. Bortolami e compagni, come in tante occasioni, esercitano pressione, occupano la metà campo avversaria, creano gioco, hanno possesso. Ma, ecco il problema, non concretizzano. Sono iniziative sterili, prive di costrutto e portano a nulla. Il XV della Rosa, di contro, esattamente come quello della Francia visto al Flaminio la scorsa settimana, sfrutta anche la più piccola opportunità.
L’Italia attacca, Wilkinson punisce. Jonny centra i pali al 14’ (6-0) e al 24’ (9-0). Dopo Scanavacca, fuori sette minuti per ferita sanguinante e rimpiazzato da Pez (dal 14’ al 21’), esce Dallan: il suo infortunio, alla caviglia sinistra, è più grave. Il trequarti veneto deve lasciare il campo in barella e al suo posto entra Pratichetti, al secondo cap della carriera. L’Inghilterra ha una fiammata poco prima dell’intervallo: Bortolami, complice una decisione molto fiscale del signor Owens, prende un giallo e in quattordici l’Italia subisce la meta. E’ di Robinson (la terza in due partite), abile a sfruttare un passaggio al volo di Lewsey. L’Italia, però, non demorde. Il secondo tempo comincia con gli azzurri all’assalto. Scanavacca sbaglia un secondo piazzato, Wilkinson non fallisce mai (17-0 al 55’). Ma, finalmente, arriva la meta azzurra: l’azione - di contropiede - è ispirata da Mirco Bergamasco, Sole è contrastato palla in mano, Scanavacca trova un uscio e deposita l’ovale oltre la linea fatidica. La cronaca registra un altro piazzato di Wilkinson (20-7), ma l’Italia, per la prima volta, "vince" un tempo a Twickenham (7-6). Contro i campioni del mondo, non è poco.
dal nostro inviatoAndrea Buongiovanni