Speculatività --> Operatività
Carissimo Capitano,
come sempre le sue affermazioni mi stimolano molto i neuroni, ma questa volta mi chiama in causa direttamente a pronunciarmi, costringendomi a provare a cimentarmi nel rispondere ad alta voce ciò che di solito rispondo a me stesso.
Prima di tutto: non la ritengo un profano.
Il profano è colui che si trova al di fuori del Tempio, e per me significa: chi vuole rimanere fuori dal Tempio. Mi sembra che lei - come noi - stia edificando il Tempio interiore, dunque per forza di cose si trova all'interno del "recinto".
Circa la domanda su operatività e speculatività, ho una personale opinione: non esiste tale distinzione, se non a livello "logico".
L'approccio "speculativo" serve per apprendere il metodo, quello "operativo" per metterlo in pratica.
Ora è possibile "speculare" = ragionare, senza poi agire? Logicamente parrebbe di sì.
Tuttavia, già lo stesso ragionamento produce inevitabilmente variazioni "energetiche" (il pensiero è una manifestazione "elettrica" e secondo la teoria quantistica agirebbe su un piano compreso tra lo strato neuronale e la sostanza eterica) che in qualche misura - maggiore o minore - mutano comunque la nostra sostanza, su strati più o meno sottili.
Inoltre, secondo me, lo "speculativo" immagina, cioè crea immagini, dà loro una forma, le fa esistere (esiste tutto ciò che è pensabile) ad un livello possibile.
E' invece possibile "operare" senza aver prima "speculato"?
Io penso proprio di no. Anche i costruttori di Cattedrali, per esempio, non mettevano in movimento gli avambracci prima di aver messo in moto le meningi... sarebbe stato impossibile! E' importante però saper individuare, separare, raffinare i pensieri utili da quelli disutili.
L'operativo dà sostanza alle forme, le fa esistere su un piano reale.
L'azione segue il pensiero come il tuono segue la saetta.
Li vedo come momenti inscindibili di una cosa sola: potenza che si traduce in atto.
Un'altra differenza potrebbe, andando più in profondità, risiedere sullo strato su cui si opera.
Lo speculativo agisce sulle manifestazioni, sui fenomeni, sui riflessi, sulle ombre.
L'operativo agisce sulla sostanza, sul noumeno, sull'idea, sull'energia.
Lo speculativo allora ci appare "essoterico" mentre l'operativo "esoterico".
L'ambiente diviene "oratorio" e "laboratorio". Lo speculativo è fermo, l'operativo è in movimento.
(SI SEDES NON IS)
Ma l'operativo, come può trasmettere la propria esperienza? Attraverso miti, riti, emblemi, simboli... ed ecco ciò che prima ha s-velato adesso deve ri-velare, come il Dio che (secondo Eraclito) non dice e non nasconde, ma "significa".
Non voglio eludere la domanda, quindi giungo velocemente alla conclusione: l'Alchimia è speculativa oppure operativa?
Poichè l'Arte è "reale" (da res, non da rex; dunque "concreta", non "regia"), dunque l'Alchimia è operativa. Il problema sta solo nell'Operaio: c'è chi elucubra e chi agisce.
Chi elucubra, come me, prima o poi deve agire.
Forse sta ancora cercando di trovare quale sia la materia prima su cui operare, per poi mettere in pratica i procedimenti.
Lei che ne dice? (a proposito: possiamo darci del TU?)
Fraternamente,
Alessio
ps: in Loggia non si "fa" Alchimia, secondo me. Almeno, non nei gradi simbolici a cui sono stato sinora ammesso (sono Compagno d'Arte).
Il Tempio "simbolico" mi sembra assimilabile al "oratorio" di cui parlavo prima, in cui si svolge la fase preparatoria; quindi lì credo che si pianifichi il lavoro, si verifichi come procede... ma il lavoro vero, ognuno, deve farlo da solo, fuori dalla Porta. In Loggia si sperimenta (simula) un metodo, ma è come far girare una macchina nella galleria del vento.
Badi bene: non credo assolutamente che in Loggia si faccia attività intellettuale/dialettica, ma la via dell'Alchimia mi sembra un sentiero da percorrere da solo con un mantello, una verga ed una lanterna... come la lama dell'Eremita ci suggerisce!
pps: ribadisco che la poca esperienza vissuta mi fa avere impressioni parziali, che rivedo quotidianamente sulla base di evidenze empiriche. Quindi se ho scritto sciocchezze, prego i Fratelli (Paolo in primis) di darmi qualche gioiosa magliettata... sulle gengive!
m6: