Draghi e cavalieri e nipotine
Caro capitano,
anni fa (tanto per darmi un po’ di arie), in un piccolo saggio che pubblicai sull’alchimia islamica dedicai un accenno al libro di Crates (Kitâb Quaratis Ul-hikma). Ma evidentemente non avevamo la stessa versione. Eppure la mia era, ed è per quel che ne so, l’unica esistente, cioè quella di Berthelot-Ruelle. Ne è stata presentata un’altra?
Nella mia, Crates si addormenta e fa un sogno, dove racconta che, volendo aiutare un giovane che lottava contro un drago: “… presi una picca di ferro che lanciai contro il drago, ma questi voltosi contro di me, soffiò con tale violenza che mi fece cadere indietro, senza tuttavia che perdessi conoscenza. Tornai alla carica una seconda volta. Vedendomi tornare contro il drago con la mia picca di ferro in mano, il giovane mi gridò: «Fermati Crates, quello non basterà per uccidere il drago». Mi fermai e gli dissi: «Ebbene fai tu». Il giovane prese dell’acqua che gettò contro il drago: la testa di questo cadde e restò morto.”
Dove si dice che “quando ne estraeva una parte, etc”?
Che tra l’altro non saprei cosa potrebbe voler significare.
Il confronto con la lotta degli eroi di Cyrano non mi pare corretta. La lotta dei campioni sulfureo e mercuriale si pone in tutt’altra parte dell’Opera, molto più avanti (abbiamo già la remora). Mentre questa è la lotta iniziale delle due nature. Il cavaliere uccide il drago e, come in tutte le favole, “libera la principessa”, cioè il mercurio, dalla sua prigione.
Piuttosto si può ben assimilare alla descrizione di Cyliani, quasi identica, dove solo l’acqua magica del boccale dato dalla ninfa permetterà di distruggere la serratura della porta del tempio, protetta dal drago.
Il molibdocalco (ma davvero non lo sapeva?) ovviamente è il nostro primo caos nero, il “piombo dei filosofi”.
Altrettanto ovviamente pettine e dragone non sono per nulla simili, anzi. Il drago è la madre (o meglio la nonna) di Biancaneve, il nostro mercurio. Il pettine, o la mela avvelenata, è il nostro zolfo, e nell’operazione che uccide il vivo per risuscitare il morto non ci sono proprio più né draghi né cavalieri.