IL CATAMARO DELLA VENDETTA

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giordaloco
00giovedì 21 settembre 2006 17:30
E’ da un po che meditavo vendetta: le mie uscite in catamarano diventavano
sempre più irritanti; ormai erano più le teste mozzate che recuperavo che i pesci;
d’accordo che una media fisiologica di dimezzamento dovuta a barracuda o
sgombri spagnoli poteva andare bene ed essere accettabile, ma adesso ci si
mettevano anche gli squali, e l’ultima volta avevano superato ogni limite.

Avevo in canna qualcosa di grosso che puntava verso il fondo, tirandosi dietro
quel guscio di noce del catamarano, la vela sbattendo ad ogni cambio di direzione
tentava di decapitarmi, ma ero felice, estasiato, caricato; la belva tirava e non
voleva staccarsi dal fondo; già pregustavo il momento che l’avrei intravista
nell’acqua limpida.

Sudato, bagnato dagli spruzzi, col cuore in tumulto sentivo che fra poco avrebbe
ceduto (lo indovino sempre) infatti, ecco, uno scossone e poi cede;
Mmm.....pesante è pesante ma è uno straccio, non si muove, niente, sembra morta.

Forzo pompando, ho fretta di vedere cosa è successo, dopo poco affiora una
boccaccia; appartiene a qualche tipo di cernia o similare, ma accidenti !!! ne
manca tre quarti.

Partono accidenti da tutte le parti, e un gabbiano di passaggio scandalizzato si
allontana; tirata a bordo la cosa di circa 15 chili (intera doveva superare i 30)
mostra chiaramente i segni del morso che l’ha più che dimezzata; questa volta non
sono barracuda o simili ma uno squalo; il morso si vede bene ed è
incontrovertibile; se mi venisse ora tra le mani lo sbrindello IO a morsi.

La zona dove pesco è piena di squali ma se ne stanno al largo e non infastidiscono
i turisti/bagnanti; sono tutti lì a rompere le scatole a me !!! Ma è ora di finirla,
qualcuno deve pagare.

Giunto a casa preparo le armi della ritorsione : canna Penn da 30/80 libre,
mulinello schimano TLD 30 II ( non ho niente di più grande), trecciato spiderline
blu da 200 libre, acciaio finale da 275 libre e dulcis in fondo montatura a due ami
del 10/0.

Cena, disco con un paio di cuba libre e sono nelle braccia di morfeo a sognare la
rivincita.

Il giorno della riscossa !! : il mare è medio calmo, solo qualche onda e spruzzi vari
mi bagnano il fondo schiena e le spalle ( gioie e dolori del catamarano); mi serve
la carnada (esca) : canna leggera, un artificiale metallico con piume e in venti
minuti ho quanto mi serve : un paio di simil aguglie e una rubirubia sui
trenta/quaranta centimetri, più che sufficenti per quello che devo fare.

Monto l’aguon e sono in pesca : botta !! , sono stato troppo precipitoso, la
vendetta è cattiva consigliera, non gli ho lasciato il tempo di ingoiare e ho ferrato,
pazienza, sotto un altro.

Controllo l’esca: è un poco maciucata, la risistemo e via..... dopo poco aggancio,
ma non è quello che cerco; un serra di circa 10 chili è a bordo e incomincia la
sceneggiata col capitano (è chiaro che vuole mangiarselo), constato che un amo gli
ha decisamente rovinato il fondo gola e non è possibile liberarlo senza danni, per
cui, fingendo di fare il magnanimo, acconsento al banchetto.

Nuova esca e nuova botta, un barracudino di non più di quattro chili, a fior di
labbro, è stato così gentile da non rovinarmi troppo l’esca che, per ringraziamento,
lo libero.

Avanti Savoia !! Strattone, ferrata, ma la lotta potrebbe sostenerla una verginella
delle medie; possibile che oggi i tiburon ( squali) abbiano fatto festa ?

E......No..... Ribotta, se la canna fosse stata ancora nelle mani della verginella sa
Dio dove sarebbe finita, mollo filo e lo lascio mangiare sperando che ingoi sia
l’esca che il primo predatore.

Ferro, strattono bene per piantargli gli ami e.... si tira: Il tutto non deve essergli
piaciuto molto, si porta a spasso quei 5/6 metri di doppio scafo che sono la mia
isoletta privata; il capitano tira saracche ma non vedo come possa manovrare con
un timoncino e la vela che sbatte da tutte le parti.

Dopo un po comincio a temere di aver fatto il passo più lungo della gamba, non
c’è problema, potrei tagliare tutto e addio, ma io voglio vederlo, il mio onore di
vendicatore lo esige.

E’ quasi una mezz’ora che facciamo a tira e molla, il capitano continua ad
esortarmi : Corta !! Corta !! (taglia), ma io la bestia, voglio vederla negli occhi, il
mio amor proprio, leggi cocciutaggine, non vuole rinunciare.

A poco a poco cede e posso iniziare a pompare con qualche risultato, sono stanco,
sudato, infradiciato,assetato ma non mollo; lentamente si avvicina, posso
incominciare a vederlo, una bella bestia sui due, due metri e mezzo; niente punta
delle pinne biache o nere per cui è un grigio o qualche specie similare, sono sicuro
di si perchè è anche un po tozzo.

Ormai è a tre o quattro metri dalla barca e il capitano non gradisce che quella cosa
dentuta e exagitata si avvicini di più al suo mezzo; vedo che solo un amo si è
piantato di lato per cui pochi danni e, per buona pace del “Codarde” Taglio.

Hooo !!!, sono stressato ma vendetta è fatta.

La sera il capitano “Codarde” per farsi perdonare mi invita a spartire il serra con la
sua famiglia; non sto a pensare se è per buon cuore o perchè sa che con me
verranno il Signor RUM, la Signora BIRRA, quei sessi indefiniti di bebidas e la
torta; è solo un pensiero fugace di uno Yuma (staniero) scafato e basta.

Buon appetito.
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