Dell'Antimonio

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Domenicano bianco
00lunedì 25 aprile 2005 12:23
Qualche giorno fa mi è stata donata , da parte di un amico, un po' di stibina.
L'ho piazzata su di una mensola e mi capita spesso di osservarla incuriosito.
Mi domando : quale "escamotage" o invidia c'è dietro la differenza tra antimonio volgare e antimonio dei filosofi ?

Il sig. Heinrich Christian Amelung Von Tannembaum nel 1690, stanco di complicati soffiatori e sofisti che ai suoi tempi contribuivano a gettar discredito sull'Arte Sacra, scrive e fa pubblicare a Dresda un'opera dal titolo " Ricerca Chymica. Sulle differenze tra antimonio filosofico e minerale, come pure tra mercurio filosofico e volgare " recentemente pubblicato dalle edizioni Mirdad.

Il bel sottotitolo dell'opera suona " So per certo che questa scienza si fonda non sulla fortuna, nè sull'invenzione casuale, ma sulla conoscenza reale. Le cose che si trovano sopra corrispondono a quelle che si trovano sotto : ciò che mostra il Cielo, spesso lo possiede anche la Terra. Il Fuoco e l'Acqua fluttuanti sono due contrari : felice chi riesce a congiungerli. Ti basti sapere questo ! "

Nel trattatello l'autore cerca di spiegare le differenze tra mercurio Filosofico e mercurio volgare, così come fra Antimonio Filosofico e antimonio volgare, suffragando il tutto con brevi affermazioni di Autori del passato di robusta fama ( Cosmopolita, Ripley, Northon, Mayer, Morienus ).

Per Von Tannenbaum il mercurio e l'antimonio volgari sono "morti", in quanto già specificati in metallo e minerale, a meno che non si riesca a reincrudirli tramite il Mercurio Filosofico. Aggiunge poi che Antimonio e Mercurio Filosofici non sono cose separate essendo di un 'unica sostanza o radice, e vengono diversificati dai Filosofi solo lungo i vari processi dell'Opera.

Più avanti aggiunge : "" La vera e giusta differenza tra Antimonio filosofale e quello volgare, però, la descrive un eccellente Filosofo con le seguenti parole : L'Antimonio dei Filosofi è una vera materia metallica sciolta nella sua propria umidità viscosa, nella quale putrefà fino a quando è cotta e annerisce e questa materia, a quel grado della sua cozione, quando putrefà viene detta Antimonio. Quanto invece questo Antimonio sia distinto dall'antimonio volgare è evidente a tutti : infatti l'antimonio volgare è determinato, impuro, nel quale la Natura ha cessato la sua opera e la sua cozione ; invece l'Antimonio dei filosofi è un principio metallico puro e perfetto, liberato da tutti gli escrementi, nel quale la natura agisce potentemente per condurlo all'ultimo grado di perfezione al quale può giungere. L'antimonio volgare da solo non può perfezionarsi, mentre se gli si applica il fuoco per cuocerlo, l'Antimonio dei Filosofi si perfeziona per mezzo della sola cozione e acquisisce così tanta perfezione che tutto ciò che rimane imperfetto chiede di concludere il proprio perfezionamento.
Dunque l'Antimonio dei filosofi e l'antimonio volgare non differiscono tanto nella Materia, poichè ne posseggono una sola e la medesima, bensì in qualità : infatti la materia dell'antimonio dei Filosofi è mutata con varie alterazioni, e le stesse alterazioni non si trovano nell'antimonio comune, ma se esso venisse di nuovo disciolto dal suo umido, col quale è composto, per mezzo di tale dissoluzione scaturirebbe fuori purificato dai suoi torbidi escrementi : se ciò accadesse, ritengo che potrebbe subire la stessa alterazione e credo che potrebbe diventare l'Antimonio dei Filosofi ""

Poco più avanti aggiunge : "" ...da questo Antimonio Filosofale, i veri sapienti, con il proseguimento della loro cottura, poco a poco, e senza aggiunta di altre cose che non siano della sua natura, hanno estratto il vero e bianco Mercurio Filosofale, che apre radicalmente l'oro e tutti i metalli e minerali...""

Il "compilatore" Pernety sostiene che i Chimici si sbagliano quando prendono l'antimonio volgare per la materia dei Savi : il "loro" ( dei Savi ) Antimonio sarebbe la loro Acqua Celeste, o il loro mercurio, perchè questo purifica e lava l'oro filosofico, così come l'antimonio comune e volgare purifica e lava l'oro volgare.

Per Basilio Valentino una preparazione spagirica dell'antimonio è uno straordinario rimedio contro tutti i veleni ( forse elimina tutte le tossine, anche le più radicate e resistenti ???).

Perfino Steiner, ( che con l'alchimia non c'entra molto )sosteneva che l'antimonio volgare avesse delle interessanti caratteristiche "spirituali", una forza in grado di portare ordine in un organismo malato.

Ci sarebbe da citare Canseliet con il suo "Ane timon ", ma preferisco lasciare il tutto , eventualmente, alla competenza del Lucarelli che ne parla anche nell'introduzione al "Due luoghi alchemici ".

Aggiungo una piccola annotazione : la stibina è presente, in modo significativo, in Toscana e Sardegna .

Insomma , stibina "falsa ma utile" ? O stibina vera ma solo in seguito a certi processi ? O...

Perdonate queste piccole divagazioni ( e anche alcune inevitabili sciocchezze ) che ho voluto condividere sul forum: è solo che mi piace mantenerlo vivo e stimolare interventi più competenti dei miei.
A volte mi munisco di carta e penna e prendo note delle segnalazioni degli altri partecipanti...

Domenicano Stibinico
Paolo Lucarelli
00lunedì 25 aprile 2005 22:59
Modelli
Tra gli strumenti che utilizzano i fisici teorici, i più interessanti e potenti sono sicuramente i cosiddetti modelli. Un modello è una rappresentazione del frammento di realtà posto sotto esame che deve possedere alcune caratteristiche. Innanzitutto deve corrispondere ai fenomeni rilevati. In secondo luogo deve essere il più semplice possibile, e anche intuitivo io aggiungerei. Infine deve essere fecondo, cioè deve permettere di costruire degli ampliamenti della teoria e quindi dei nuovi esperimenti. Invece NON deve in nessun modo corrispondere alla realtà effettiva (se accade, ma non è mai successo, è un valore aggiunto, ma non essenziale): Un famoso esempio è il modello dell’atomo, costruito ai primi del novecento, che lo rappresentava come un piccolo sistema solare, con un nucleo e gli elettroni che vi giravano in tondo come pianetini. Utile per un certo periodo, sinché non si è scontrato con tali e tanti fenomeni diversi che ha dovuto essere abbandonato per altri modelli più adeguati. Naturalmente i fisici non hanno mai davvero pensato che un atomo fosse fatto in quel modo, così come non lo hanno pensato dei modelli successivi.
Ma un modello, lo ripeto, non deve essere VERO, deve essere UTILE.
È probabile che questo sia già successo in passato, e che molte nostre considerazioni sugli antichi siano viziate dal fatto che non ce ne rendiamo conto. Io non credo, per esempio, che Tolomeo abbia davvero pensato che i suoi cicli ed epicicli esistessero davvero, ma gli permisero di fare dei calcoli e delle previsioni sufficientemente corrette, e questo gli serviva. (Così corrette, che il modello tolemaico continuò ad essere usato per i calcoli anche dopo la nascita di quello copernicano, più semplice, ma all’inizio troppo imperfetto). Gli antichi non erano necessariamente stupidi, e i nostri moderni non sono necessariamente più intelligenti.
Uno studioso sovietico degli anni ’60 pubblicò un articolo interessante sulla rivista dell’Accademia delle Scienze dell’URSS, sostenendo che gli alchimisti del medioevo (si riferiva a quelli dell’Occidente) furono i precursori del metodo scientifico. Notava specialmente l’atteggiamento nei riguardi dell’esperimento, ma credo che avrebbe dovuto sottolineare anche l’uso di modelli come una vera anticipazione del metodo scientifico contemporaneo.
Così i Maestri parlano di ‘Antimonio” nel senso di solfuro di antimonio, cioè di stibina: nome che io credo venga dal greco “stimmi” con l’articolo arabo premesso, poi storpiato nelle versioni latine. E si tratta di un “modello” nel senso più proprio del termine.
Parlano di Antimonio perché avevano rilevato delle curiose analogie tra la loro materia prima e questo corpo: il fatto che si separasse in una parte sulfurea e una che aveva proprietà abbastanza simili a quelle del mercurio volgare, da poter esser definita mercuriale. Il fatto che questa separazione avvenisse mettendo a reagire 2 parti di stibina con 1 di ferro. Il fatto che il regolo, cioè l’antimonio metallico, purificato tre o quattro volte con opportuni fondenti acquisisse in superficie una bella stella. Il fatto che sempre il regolo, come il mercurio degli alchimisti, fosse in grado di “purificare” l’oro dagli elementi estranei, etc. etc.
Si usò anche il Piombo come modello, cioè la galena in realtà (sempre il solfuro) ma era un modello più imperfetto.
In altri paesi, vedi la Cina, si scelse il Cinabro, che ha caratteristiche simili, e per di più un colore rossiccio che si avvicina di più a quello della materia.
E così via. Bisogna dire che questi modelli furono molto “fecondi” perché finirono per dare origine alla fisica e chimica moderne.
Viene alla mente quello che dice il Cosmopolita:
«I nostri ingegni sono progrediti a tal punto, specialmente nell’arte filosofica, ossia la pratica della pietra, che ormai siamo giunti quasi alla stessa Iliade. Infatti ora l’arte chimica trova sottigliezze quali gli antichi potrebbero a malapena scoprire, e differisce dall’arte degli antichi filosofi quanto un orologiaio da un semplice fabbro ferraio. Sebbene entrambi trattino il ferro, nessuno dei due conosce i lavori dell’altro anche se sono maestri nella loro arte.
Se oggi resuscitasse Hermes, il padre dei Filosofi, e Geber dal sottile ingegno con il profondissimo Raimondo Lullo, non sarebbero presi per filosofi ma piuttosto per discepoli dai nostri chimici. Non conoscerebbero tante distillazioni oggi in uso, tante circolazioni, tante calcinazioni e tante altre innumerevoli opere degli artisti che gli uomini di questo secolo hanno trovato ed escogitato dai loro scritti.
Manca una sola cosa, che si sappia ciò che essi fecero, cioè la pietra dei filosofi ovvero la tintura fisica. Mentre cercavamo quella abbiamo trovato altre cose.»
Il difetto dei modelli alchemici è che a volte sono così buoni, che qualcuno li scambia per la realtà, come ancora oggi credo che ci siano degli ingenui che pensano che un atomo sia davvero un minuscolo sistema solare.
“L’Antimonio è delle parti di Saturno, avendo in tutte le sue parti la sua natura, così questo Antimonio Saturnino conviene al Sole, avendo in sé l’argento vivo nel quale nessun metallo si sommerge se non l’oro: cioè soltanto davvero il Sole si sommerge nell’argento vivo Antimoniale Saturnino..”
Così inizia l’Antichissimo filosofo Artefio la sua opera… e parla della nostra roccia impura da cui esce il nostro mercurio, l’unico dissolvente in grado di “solvere” l’oro (ovviamente dei filosofi e non quello volgare).
E per concludere con una chicca per i massoni, noto che nella notazione alchemica greco alessandrina la stibina era segnata con qualcosa che assomigliava in modo impressionante a una G maiuscola, cioè a un sigma maiuscolo (C ) con una piccola tau. Se poi si considera che il regolo ha una stella…! Mah!
Captain NEMO
00mercoledì 27 aprile 2005 01:01
Re: Ane Timon

Scritto da: Domenicano bianco 25/04/2005 12.23
...L'Antimonio dei Filosofi è una vera materia metallica sciolta nella sua propria umidità viscosa, nella quale putrefà fino a quando è cotta e annerisce e questa materia, a quel grado della sua cozione, quando putrefà viene detta Antimonio. Quanto invece questo Antimonio sia distinto dall'antimonio volgare è evidente a tutti : infatti l'antimonio volgare è determinato, impuro, nel quale la Natura ha cessato la sua opera e la sua cozione ; invece l'Antimonio dei filosofi è un principio metallico puro e perfetto, liberato da tutti gli escrementi, nel quale la natura agisce potentemente per condurlo all'ultimo grado di perfezione al quale può giungere...


Caro Domenicano Bianco,

prima o poi avremmo dovuto parlarne....ed ognuno di noi si sarà fatta un'idea del grande arcano. Personalmente sono giunto al punto che - per formarmi un miglior giudizio - occorra sperimentare de visu e de manu, per capire.
Vede, dell'antimonio si parla un pò ovunque: e l'Amico Lucarelli ci dice che Maitre Canseliet fosse moltissimo 'invidioso' nel suo AEX...e certo Fulcanelli sostiene che la stibina NON è la materia prima (sarà stato caritatevole o invidioso in tal contasto?)....il parallelismo fornito dal Signor Lucarelli a proposito dei modelli è molto vero....in teoria, moltissimi corpi potrebbero dirsi adatti a subire le lavorazioni alchemiche: in fondo, minerali e metalli rappresentano, con diverse purezze e gradazioni, i principi sulfurei e mercuriali....dunque, sempre in teoria, molte 'coppie' potrebbero morire e poi 'sposarsi'. Tuttavia mi comincia a balenare l'idea - dopo più di venticinque anni di studi assidui e per molti lidi - che la cosa sia molto più semplice e terra terra....ma questa mia idea è ancora - per l'appunto - ancora un'idea; e penso che solo il lavoro, il verificare i comportamenti delle materie-modello, studiarne gli accadimenti nei processi, e così via, possano davvero portare alla luce la materia vera.
Almeno lo spero.....[SM=g27994]m17

Captain NEMO
curioso.dilettante
00mercoledì 27 aprile 2005 11:27
Capitano, mio capitano...
... anch'io ho sentito dire da qualcuno che il laboratorio "chimico" serve solo per studiare le leggi che governano le trasformazioni, e che poi l'Artista - dopo averle comprese in sè - le debba utilizzare nel vero laboratorio, quello "philosophico".
Ed anche a me hanno detto che è molto più semplice di quanto si pensi... purtroppo, io nel laboratorio "chimico" non ho ancora messo piede, ed del laboratorio "philosophico" neppure ho ancora trovato l'esatta ubicazione!
Forse è davvero un lavoro semplice ma non facile, ma l'unica certezza è che (almeno io) di lavoro da fare ne ho davvero tanto!
Un carissimo abbraccio

Alessio Nisticò
Captain NEMO
00mercoledì 27 aprile 2005 23:19
Re: Capitano, mio capitano...

Scritto da: curioso.dilettante 27/04/2005 11.27
... anch'io ho sentito dire da qualcuno che il laboratorio "chimico" serve solo per studiare le leggi che governano le trasformazioni, e che poi l'Artista - dopo averle comprese in sè - le debba utilizzare nel vero laboratorio, quello "philosophico".


Caro Signor curioso.dilettante,

quel suo aver 'sentito dire' - lo avrà letto in qualche mio post precedente relativamente alla 'Misteriosa Dicotomia Misterica' così tipica del mondo Massonico - è a mio avviso periglioso, specie per un neofita.
Ribadisco che son convinto che esista un unico laboratorio, quello un cui l'Artista opera su materie concrete secondo leggi universali e tradizionali. Ritenere che la Grande Opera abbia come materia iniziale l'uomo è lontano dal vero senso dell'Arte. Ciò non vuol dire che anche l'Artista non risenta di ciò che accade sul fuoco, ma l'oggetto dell'Arte è la corporificazione dello Spirito Universale. Si tratta certo di un compito 'inaudito', per usare una frase in uso in questi giorni, ma di questo si tratta.

Captain NEMO
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