avete ragione
allora:
Regno: Animalia
Phylum: Arthropoda
Subphylum: Chelicerata
Classe: Arachnida
Ordine: Araneae
Sottordine: Mygalomorphae
Famiglia: Ctenizidae
Genere: Cteniza
Specie:
Cteniza sauvagesi
La specie in questione è italiana, originaria delle regioni più a sud (sardegna, calabria, sicilia). Sicuramente non è un ragno che si vede spesso in giro, la femmina (nelle foto) non abbandona mai la propria tana, il maschio è errante nel periodo di ottobre-dicembre, quando avviene la riproduzione di questi bellissimi esseri. Le dimensioni come si può notare dalle foto sono notevoli, si parla di 2-3 cm, il corpo della femmina è tozzo, il maschio, leggermente più piccolo, è slanciato con pedipalpi vistosamente più lunghi (che portano terminalmente i bulbi copulatori) e opistosoma meno sviluppato. La femmina a mio parere scava una tana molto più elaborata del maschio, dopo i mie numerosi campionamenti ho qualche dubbio sul fatto che il maschio se ne scavi una, non ne ho mai trovato uno! La tana può essere lunga dai 20 ai 30 cm, scavata solitamente in terreni argillosi, dove la consistenza del substrato ne permette la costruzione. Come si vede nelle foto è interamente ricoperta da seta con all'entrata una sorta di "porta" chiamata opercolo. Il metodo di caccia di questo ragno è singolare, è un predatore notturno, fa la posta alla preda, nascosto sotto l'opercolo leggermente socchiuso fino a quando questa non si trova ad una giusta distanza per essere afferrata, a quel punto, il ragno con uno scatto afferra il pasto e lo trascina dentro la tana, dove finirà di consumarlo. Una zampa resta sempre nella tana, così impedisce la chiusura del coperchio che potrebbe impedire il rientro nella tana. Questi artropodi non sopportano il caldo, soffrono molto la disidratazione ed un ragno adulto lasciato fuori dalla tana, ha poche ore di vita (parte il maschio che comunque muore dopo la riproduzione), "IO" penso che durante l'esate vadano in una sorta d'estivazione. Gli adulti non riescono a ricostruirsi una tana in tal caso se questa venisse distrutta, finirebbero quindi per morire. I giovani grazie al
rastellum (struttura atta allo scavo, situata alla punta dei cheliceri), scavano più tane, in proporzione alla crescita e alle mute successive.Gli adulti sono incapaci di servissi del rastellum. La riproduzione come dicevo avviene nel periodo di ottobre-dicembre, specialmente durante le prime piogge autunnali, il maschio errante va in cerca della femmina che lo aspetta a casa
trovatane una, inizia a tamburellare con i pedipalpi sull'opercolo per farsi riconoscere dalla fututa consorte, se la femmina non vuole "approfondire il rapporto" il maschio farebbe meglio a non insistere... nel caso contrario la femmina apre leggermente l'opercolo e lascia introdurre al maschio solo i pedipalpi, avviene quindi la fecondazione. Il maschio muore da li a poco. La deposizione ha luogo in fondo al tubo, tra aprile e giugno, in un semplice bozzolo. I giovani restano molto tempo con la loro madre, da 4 a 8 mesi circa. Successivamente si ha la sciamatura a poca distanza dalla mamma. La durata di vita supera 5 anni per le femmine, il morso non è pericoloso.