"il grande show della politica" del "vecchio rancoroso"

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pane e castagne
00domenica 21 maggio 2006 23:26
trascrivo integralmente il pezzo che biagi ha scritto nel suo solito corsivo domenicale ("strettamente personale")

Il grande show della politica

Al discorso di insediamento di Napolitano, una fotografia ritrae il Cavaliere seduto, immobile, le mani congiunte, a testa china

Il dolore non risparmia nessuno: neppure Silvio Berlusconi. L'ho visto molto teso, con la pelle più tirata del solito e gli occhi a fessura. Al discorso di insediamento di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica, una fotografia ritrae il Cavaliere seduto, immobile, le mani congiunte, a testa china, con a lato e in piedi Fini e Martino che civilmente applaudono. Devono avergli fatto un dispetto perché l'ordine era di stare composti come a un funerale. Ma la vera irritazione il leader di Forza Italia l'ha avuta perché Napolitano, nel suo intervento a Camere riunite, non l'ha citato nei saluti iniziali.
Capisco che per il padrone di Mediaset, che si sente l'Unto del Signore, un po' più alto di Napoleone, che entrava al Cremlino non sentendosi ospite ma lo zar, sia difficile rientrare nel ruolo del comprimario. Chissà che cosa avrà pensato mentre interveniva il «comunista» del Quirinale. Questa è la vera sconfitta di un uomo che ha fatto dell'anticomunismo una bandiera, soprattutto quando non aveva altro da dire. Sarebbe giusto non dimenticasse che se è riuscito a costruire un impero dal niente, creare tre reti televisive come quelle di Stato, è stato grazie all'amicizia di un politico, Bettino Craxi, che non si è mai seduto sui banchi della destra.
Poi, se Silvio Berlusconi ha potuto fondare un partito e addirittura diventare capo del governo, dovrebbe ringraziare quanti, soprattutto i comunisti, durante la Resistenza, hanno combattuto perché questo diventasse un Paese democratico. Ma va riconosciuto al Cavaliere uno straordinario senso dello spettacolo: basta che si accendano i riflettori e il suo volto si distende. E' successo il giorno in cui ha passato le consegne a Romano Prodi: davanti alle telecamere, eccolo di nuovo sorridente, pronto alla barzelletta, suonando un campanellino. Poi, però le luci si sono spente.
Enzo Biagi
21 maggio 2006

ecco,ora,la risposta all'articolo del (detto alla cossiga)"paperon de' paperoni" della politica italiana:


"E' una vergogna che un giornale come il Corriere della Sera ospiti i rancori di un vecchio rancoroso che ce l' ha con me". E sulle polemiche relative all' allontanamento di Biagi e Santoro dalla Rai ha aggiunto: "Non ho mai detto che dovevano essere mandati via, ho sempre detto che se volevano rimanere non dovevano continuare a fare un uso criminoso della televisione. Ho detto che avrebbero dovuto fare come nelle televisioni private. Nelle televisioni private non ci sono mai state trasmissioni con attacchi a qualche partito ma da noi ci sono i Costanzo e i Mentana perchè noi siamo liberali".

(fonte:la repubblica)

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rimango senza parole!
mi vien sempre da pensare al nostro grande miracolo italiano:meno male che non ha vinto!

Deriva
00lunedì 22 maggio 2006 14:45
dalla rubrica Carta canta di Marco Travaglio su Repubblica:

Mai detto


"E' una vergogna che un giornale come il Corriere della Sera ospiti i rancori di Enzo Biagi, un vecchio rancoroso che ce l'ha con me. Non ho mai detto che Biagi e Santoro dovevano essere mandati via" (Silvio Berlusconi, 21 maggio 2006).

"Mai nella storia della Repubblica si era verificato che la tv pubblica si facesse arma contro una parte politica. Si è andati contro la mia immagine con una serie di trasmissioni, come quelle di Luttazzi, Santoro e Biagi, che hanno portato alla discesa, dal 64 al 47%, del mio gradimento personale presso l'opinione pubblica. La tv pubblica è stata gestita come una clava. Ma questo non accadrà più" (Silvio Berlusconi al vertice internazionale di Caceres, in Spagna, Ansa, 8 febbraio 2002).

"In questi giorni la Rai ha cambiato i responsabili dei tg e delle reti. Tornerà finalmente a essere una tv pubblica, cioè di tutti, cioè oggettiva, cioè non partitica, cioè non faziosa come è stata con l'occupazione manu militari da parte della sinistra. L'uso che i Biagi, i Santoro e i... come si chiama quello là... ah sì, Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è stato criminoso. Preciso dovere della nuova dirigenza Rai è di non permettere più che questo avvenga" (Silvio Berlusconi, conferenza stampa a Sofia, 18 aprile 2002).

(22 maggio 2006)

......beh, si commenta da solo.
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