[MAGIONE] Achesta, Draugceleb - ''Non lasciarmi sola''

Lucrezia Shirokokoro Ciccolella
00sabato 14 maggio 2016 23:17
RIASSUNTO

Nella magione l'elfo si sta concedendo un momento di riposo quando arriva Achesta. Dopo diverso tempo si rivedono e accade qualcosa di imprevisto. Achesta confessa di aver sentito la mancanza dell'elfo, parla dei suoi sentimenti che pian piano sono cresciuti e che sono sfociati in un amore nei confronti dell'areldar che non puà ormai trattenere. D'altro canto l'elfo, è ultimamente diviso su più fronti, propri e non solo sentimentali e sente un legame con la giovane ma non sa di che tipo, e lo confessa per non creare vane speranze. Alla fine, parleranno del più e del meno, di sogni premonitori strani e di un pezzo di pergamena che Achesta ha trovato.

COMMENTO

Ammetto che è stata non bella ma bellissima questa role, e un grazie enorme va alla player di Achesta. E' stata molto emozionante, spiritosa e drammatica al punto giusto. Non mi aspettavo che Achesta si dichiarasse lo ammetto ma Draug se amerà mai lo farà una ed una volta soltanto probabilmente e per questo ci mette più tempo di quanto altre razze possano fare per affezionarsi fino ad arrivare all'amore. Tuttavia, questa è una role che di certo l'elfo si porterà dietro per molto tempo e che lo destabilizzerà un po' anche per quello che Achesta gli dice sui suoi sogni che lo riguardano.

REGISTRAZIONE

DRAUGCELEB (sala comune)Niente armi oggi, niente cotte, nessuna effigie. Solo una tunica d’argento, pantaloni grigi e stivali in pelle morbida dello stesso colore alti al ginocchio. Aspetta, qualcosa, qualcuno da diverso tempo in effetti. Non ha sue notizie da un po’, Grant gli ha detto che ha lasciato il sanitarium ma non ha mai risposto alla sua lettera. Evidentemente era ancora arrabbiata con lui, ancora ferita e si era recato diverse volte alla cascata, come oggi ma nessuno è arrivato, nessuno si è presentato. E' tornato alla magione e si è seduto su una delle poltrone e per una volta la stanchezza ha preso piede nella mente e nel corpo dell’elfo. Il suo sonno, simile ma ben diverso da quello degli uomini è ciò che lo lascia lì disteso. Ha gli occhi chiusi, è tranquillo e sta riprendendo le forze. Respira lentamente e la sua coscienza vaga, vaga senza meta in visioni strane e contorte ma piacevoli, cose che cominciano a delinearsi e che lo dividono ancora senza un particolare motivo. Cose, a cui dovrà prestare attenzione per non ferirsi irrimediabilmente e persone che ormai non vede da troppo tempo e teme possano essere scomparse e se ne dispiace per alcune più che per altre in effetti. E la sua mente vaga, mentre il viso è disteso e si, si potrebbe dire che stia dormendo e abbastanza profondamente per quello che da elfo gli è concesso. Forse non sentirebbe nemmeno i passi di qualcuno avvicinarsi o forse si, mentre in questa notte in cui la luna e le luci della magione, fanno risplendere tutto, si è annullato, al sicuro in quelle mura.

ACHESTA [> Sala Comune] Una notte stellata si affaccia sull'Isola di Avalon, il Respiro della Madre spira lento e consistente, le acque del lago sono piane distese di specchi che nascondono sotto di loro il fuoco dell'incanto della terra stessa. Ha attraversato il bosco ammantata, quasi incantatrice mentre gli alberi e gli animali, riconoscendola, l'hanno lasciata passare, oltrepassare la luce che sta divenendo nera oscurità. E' vestita da un abito splendente color dell'avorio, ricamato d'argento ed intrecciato di luce propria. I capelli li tiene sciolti, ma si intravedono piccole treccine caderle ai lati del viso. E' la forza stessa della Madre, la linearità della vita che spinge più avanti della morte, senza dubbio. Deve veder Draug… deve rivedere l'unico che scuote una parte di lei, quella più femminile, più profonda e senza peccato. Incede verso il cortile, verrebbe lasciata passare dagli armigeri di guardia perché riconosciuta. Quando all'interno Vourmusser le conferma che il cavaliere è nella sala comune se la debba annunciare, Achesta scuote lenta il capo. ''No, vado da sola'' l'altro la lascia passare verso il corridoio che lega la sala dei cavalieri, fiduciosa della sua presenza. Il vestito le cade addosso con precisione ma l'argento quasi tintinna come della delicatezza del suono di un raggio lunare e non è Achesta stessa a portare il nome di Lei, nella sua forma più antica? A vederla sembra senza tempo eppur presente, una donna misteriosa e calda che giunge. Quando il passo scivola nella comune, lo vede istantaneamente. Sulla poltrona, con gli occhi chiusi. Si ferma a quei pochi metri da lui, senza dire nulla. E' ritta, in piedi, porta le mani ad intrecciarsi sotto al ventre e se per destino egli aprisse gli occhi troverebbe la sua Luna lì a guardarlo. Sana e salva non più lontano da lui.

DRAUGCELEB (sala comune)Respira piano e senza far rumore alcuno, ma poi gli sovvengono le immagini dei propri genitori torturati dalla guerra e dal fuoco degli orchi, quelle del proprio comandante e della lotta con lui, della sua uccisione e del tempo successivo passato tra gli umani. Apre subito gli occhi, ancora scosso dalle immagini che ha appena ricordato, respirando più velocemente e staccando il busto dalla poltrona. Si passa le mani sul volto, ancora stanco, ma non riuscirebbe a riprendere la vecchia tranquillità per accorgersi solo successivamente di una presenza conosciuta nella sala. Lentamente gira il volto verso di lei e le rivolge un sorriso che lo dice felice di vederla lì. ''Mae govannen.'' (ben trovata) Si appoggia con entrambe le mani ai braccioli per fare forza su di essi e alzarsi. Le fa cenno con un ampio gesto del braccio di sedersi di fronte a lui, la vede diversa, ancora una volta, come quando era da poco entrata tra i druidi, ma sembra ancora una volta più forte se possibile e ancor più consapevole di se stessa. Le ultime notizie che aveva avuto oltre quelle di Grant erano state quelle di Tarkien che l'aveva vista parlare con un uomo all' approdo. Poi più nulla ed aveva cominciato a preoccuparsi. ''Ti avevo chiesto di non sparire più.'' Non è un tono risentito il suo, ma un tono sia di benvenuto caloroso, sia di provocazione ma tutto sommato felice di vederla lì. Si chiede come mai si sia presentata a quest'ora alla magione, visto che comunque è tardi e fuori è pericoloso. Questioni forse importanti che lo fanno pensare al peggio, forse proprio a quell'uomo che Tarkien aveva visto in sua compagnia. Se le avesse fatto del male, una bella notte nelle segrete della magione o dei guardiani, gli sarebbe servita e non ci sarebbe andato leggero nonostante la forza minore rispetto a quella degli uomini.

ACHESTA [Sala Comune] Nel sonno di Draug scorge di certo i suoi spettri, le fatiche di una vita lunga ed immortale. Scorge, mentre lo scruta con delicatezza, gli affanni che ha e che ella stessa vorrebbe legare a se, con un nastro grigio lasciare che possano divenire anche i propri. Dividerebbe con l'elfo ogni cosa, ma non c'è alcuna porta, alcuno spiraglio, nessun pertugio che possa aver intravisto per arrivargli veramente vicino, fino a scalare la montagna che riserva dentro di lui. Espira con forza su quel termine di benvenuto ''Devi insegnarmi'' dice riferendosi alla lingua degli elfi. Avanza e il rosseggiare del fuoco del camino muta il colore dell'argento del suo abito e per un momento ella è luce calda che si muove viva in quella sala. Non si siede, non ancora almeno, ma lo guarda negli occhi, quel tanto che basti per dissetarsi di una mancanza che -crede- abbia provato e sentito solo lei. Lo lascia parlare e solo dopo, quando rimbalzerà il silenzio inizierebbe Lloer ''A Barrington ho sofferto. Le ombre della cittadella soffocano l'anima di un virgulto, dello stelo e lo prendono con sè. Ho sofferto di più quando te ne sei andato però.'' Confessa senza remore o ombre sul tono di voce. Non ci sono mai contatti tra di loro e di certo non è nel suo modo di fare. ''Sono tornata e sono al tempio in questi giorni, ma sto condividendo un percorso con un uomo, un nuovo anello della catena dei druidi, se la Madre lo chiamato a noi, era da noi che doveva arrivare'' Volge lo sguardo verso il fuoco, si gira di un piccolo mezzo profilo poi torna a guardarlo. ''Draug sono venuta per vederti questa notte'' sancisce sigillando le sue parole.

DRAUGCELEB (sala comune)C'è qualcosa di strano stasera nel modo di fare di Achesta, è terribilmente seria, non si concede nessun sorriso e quel pensiero su quell'uomo si fa sempre più presente e costante inducendolo a indurire lo sguardo, ma le si avvicina, quando parla della terra ferma e della sua sofferenza, arrivando a 40 cm di distanza. Continua a guardarla negli occhi, così come lei fa con lui. Vi vedrebbe forse tristezza, profonda anche. Un cenno affermativo con gli occhi a quel suo voler imparare da lui la lingua elfica e i suoi elementi grammaticali. ''Lo so, e mi dispiace.'' Gli dispiaceva davvero di averla lasciata da sola, ma non poteva fare altro in quel momento, con tutto quello che è successo dopo, ma si era mantenuto informato e poi quando gli racconta del tempio e del nuovo druido, il suo animo si acquieta sapendo che non ha corso nessun pericolo di sorta ma allora perchè adesso si comporta così? C'è qualcosa che si sta muovendo, qualcosa che ha bisogno di tempo e che non è definito ma diviso e che quindi è difficile da capire e lui non riesce ancora a farlo. Rimane stupito forse dalle parole successive o forse no ma tirerebbe un sospiro di evidente sollievo quando gli dice il perchè è lì. Già pensava al peggio. ''Volevi vedere me? Perchè?'' Dopo una lunga vita passata lontano dagli umani, e nonostante la fiducia che le da, quando lo cercano per qualsiasi motivo rimane incredulo, perchè semplicemente gli è difficile pensare perchè possano aver bisogno della sua presenza.

ACHESTA [Sala Comune] Espira ancora con forza. Lascia che le braccia, lasciate nude dalla veste, avvertano il calore del fuoco e che quel calore le permetta di chiudere gli occhi e donarsi al tepore dell'elemento che più ama tra i quattro. Il migliore per rappresentare la sacra potenza che scorre nel corpo di una donna, consacrata alla Madre. Il viso di lei è perfetto, in quel crogiolarsi al calore, lo tende -idealmente- verso il fuoco e il colore dei suoi capelli sembra lambirci sotto. Ascolta la voce di lui come una melodia che la salva e la scacci insieme. Perché farsi male? Perché sconcerto e meraviglia sembrano sempre unire due emozioni tanto differenti. Apre gli occhi, in quella forma naturale, così intensa ed affusolata. ''Sono passioni umani, Draug'' menziona lei, guardandolo dritto negli occhi, rapendolo nel suo sguardo se lui si lasciasse trascinare. ''Le passioni umane però non ti appartengono'' termina camminando di un passo verso di lui, quindi riducendo ancora di più quella manciata di centimetri. Inspira ed espira più volte. ''Voglio che tu mi tocchi, gli umani si abbracciano quando hanno creduto di essere persi, gli umani si dimostrano che esiste un legame stringendosi e chiudendosi in silenzi che hanno invece molto di più. Hanno parole'' è ferma, solenne. Algida e pronta, del resto. Non cambia questa notte l'arco della Luna, ma tra qualche notte potrebbe riversare il proprio sguardo altrove, molto più lontano.

DRAUGCELEB (sala comune)La osserva, i suoi lineamenti, la sua figura e un'idea comincia a farsi largo prepotentemente nella mente dell'elfo che comincerebbe a realizzare la portata di quello che l'altra gli sta dicendo e che da se stesso forse non sarebbe mai riuscito a realizzare, se non forse dopo molto, moltissimo tempo e con difficoltà. Ascolta le sue parole, capendole forse anche più di quanto lei possa credere. Passioni umane diverse da quelle elfiche ma anche comuni per certi versi, che faticano però a realizzarsi e a prendere determinate forme e cose. La osserva avvicinarsi e osserva il suo respiro farsi più corto e veloce. Si avvicina anche lui eliminando quei pochi centimetri che ci sono tra loro e posando la mano destra sul mento della ragazza per guardarla dolcemente, forse per la prima volta. ''Sai cosa mi chiedi?'' Non è una domanda con una semplice risposta o con una risposta scontata che si potrebbe dare senza pensarci su. La destra dell'elfo poi lascerebbe il mento per posarsi sulla guancia della ragazza, adesso quel bacio sulla guancia che gli aveva dato tempo addietro e tante altre cose cominciavano ad acquisire il giusto peso e senso. Le accarezza il volto continuandola a guardare negli occhi. ''Ti sbagli quando dici che sono passioni umane, sono passioni e basta.'' Parla lentamente e con lunghe pause per affrontare la cosa che comincia a fargli male, a fare male lì dove anche a lei fa sicuramente male. La avvicinerebbe a se, dandole quell'abbraccio e lo trova...strano quasi, sempre se lei lo consentisse, non vuole prendersene gioco. ''Sento che c'è un legame tra me e te ma di quale natura non so, potrai decidere se aspettare o lasciare andare.'' L'allontana da se per prendere tra entrambe le mani il suo volto. ''Ma non posso assicurarti su quale via seguirà il mio cuore.'' Lo sussurra, colmo di emozione così che lei possa sentirlo, ma vuole essere sincero e lo fa fino alla fine con occhi di ghiaccio in quelli di lei, occhi di elfo che sono molto tristi però.

ACHESTA [Sala Comune] Se centellinasse tutte le parole di Draug riempirebbe un suo vaso personale ma poi lo svuoterebbe improvvisamente. Se lo farebbe sarebbe di sicuro un errore. Nel momento in cui la sfiora un pezzo del vetro di Lloer cade in mille pezzi, ma è solo uno dei milioni con cui ha incoronato il suo cuore. Sorride, per la prima volta, davvero questa sera incurva le labbra per Draug e lui può vedere la freschezza e la vita scorrere in Achesta, nella Luna che appartiene anche a lui. Ogni tocco la rende meno gelida e la luna ora si riempie dell'abbraccio di lui, perché quando egli la stringe a sé lei farà lo stesso, cercando l'incavo sotto le braccia di Draug per stringerlo forte, ed egli non potrebbe che avvertire l'amore, il bene, il valore che insieme racchiudono. I loro corpi per un momento vicini, raccontano del loro destino e delle mille strade che li hanno condotti fin lì proprio dove si trovano adesso, con i piedi e con il cuore accolti entrambi nella luce di Avalon. Serra gli occhi, una goccia, una lacrima di forte emozione la fa vacillare e all'orecchio dell'elfo, prima che egli si discosti completamente ella ne sussurrerebbe piccole quanto preziose parole. ''Non lasciarmi sola'' una promessa che potrebbe andare molto più di un semplice legame e solo dopo, il relativo distacco, le mani di lei vanno a sfiorarne il viso, per la prima volta lo sfiora. Con i polpastrelli seguirà il filo dolce e preciso del contorno delle labbra di lui, fino a passarle sotto il mento, sul collo… per insinuarsi tra i capelli di Draug. Questo, avvertirà, è oltre è il nodo, un legame, è qualsiasi cosa che sia oltre o che non si promettano. Lascia che ci sia silenzio, lascia che esista e viva questo piccolo istante. Autentico. Tanto sincero quanto immortale come Draug.

DRAUGCELEB (sala comune)Avverte ogni singolo sentimento che da Achesta vola verso di lui e lo fa con quasi straziante precisione, che lo lascia vacillare per alcuni attimi. Paure, emozioni e tante altre cose si mischiano in quegli attimi alla lacrima della ragazza. Sfuggono dalle labbra di lei parole cariche di significato, cariche di ciò che non si può controllare e che adesso scorre in modi diversi ma lo fa. ''Sai che non lo farei mai.'' Le asciuga la lacrima, vorrebbe non essere lui la causa di quel dolore, vorrebbe non esserlo affatto e lascia che Achesta passi le sue mani sulle sue labbra, e lascia anche che si insinuino anche tra i suoi capelli e continuerebbe così ad abbracciarla di nuovo, capendo per la prima volta quei sentimenti. ''Non voglio illuderti mi capisci?'' E' con la morte nell'anima che parla, che pronuncia quelle parole continuandola a guardare negli occhi per posare delicatamente le proprie labbra sulla fronte di lei in un bacio, è la prima volta che lo fa, ma riesce a farlo nonostante il suo passato. Il nuovo abbraccio terminerebbe di nuovo perchè passando il braccio sinistro a circondare il busto di lei si abbasserebbe per sollevarla in braccio poggiando le gambe sul destro. E' molto leggera, completamente diverso rispetto al fardello che entrambi portano questa notte. Si dirigerà verso il divanetto che ha di fronte a se e lì si siederebbe distendendosi e facendo stendere anche lei con lui, in una sorta di intimo ma caldo abbraccio e momento.

ACHESTA [Sala Comune] Asserisce a ciò che le dice, lo comprende e alla fine mantiene il sorriso sulle labbra. ''Io lo so'' dice mentre la porta via tra le braccia. E' una tentazione molto forte, non solo per il fatto che provi qualcosa per lui, di qualsiasi natura sia, ma in realtà l'attrazione che comporta questo legame la rende tuttavia inquieta. Non vuole fare nulla che possa mettere in difficoltà Draug, nessun gesto spavaldo od improvviso che lui non desideri e voglia. Dal bacio sulla fronte al divanetto ci sono solo i pochi passi agili dell'areldar ''So che non sono un'elfa, so che sono una semplice umana, e forse vorrai una vicino a te che sia come te, forse è giusto, ma non è bene non seguire il proprio destino, ovunque ci porti ed io ho provato a dimenticare il mio per molto tempo, ma ora voglio vivere la vita comunque vada, giurando che non soffocherò le mie passioni.'' insomma è la verità, il tentare di dare una piega qualsiasi ma in fondo per la prediletta del cielo è il modo migliore per aprirsi al cavaliere se non altro, la smetterà di tenersi tutto dentro. ''C'è una cosa che ti devo dire'' lo guarda dritto, mentre cerca quello spazio piccolo tra il divano e il corpo di Draug, e vederli da così lontano, sembrano una sola cosa, a difesa del ciclo di Avalon ma anche a difesa di quel legame così difficile ma così insostituibile per entrambi loro ''Ho sognato nelle notti a Barrigton, sogni nefasti che riguardavano te, Draug'' dice mentre solleva la testa dalla sua spalla per mirarlo seriamente e farsi ascoltare ''Una spada di luce trafiggeva la luce stessa fino a quando le tue mani si sporcavano di altro sangue ed io ero lì, come se guardassi, ma non potevo fare nulla.'' piega le ginocchia sul morbido e si sistema meglio sul divano ''Più volte, è stato ricorrente. Draug ti prego di fare molta attenzione oggi e domani e sempre.'' C'è dell'ansia che si stempera, se dovesse succedergli qualcosa lei per prima reclamerà le ire per sé e giurerebbe vendetta.

DRAUGCELEB (sala comune)Si sentirebbe più sollevato dalla sua risposta o forse no, ma è una realtà innegabile e viva. ''Non è la razza che conta in questi eventi ma solo il cuore.'' Una cosa tremendamente vera e vivida che si sta facendo largo a poco a poco per diversi fattori e diverse cose ma apprezza le parole vere di Achesta e sa che è difficile rimanere vicino a chi si vuole bene senza ricercare qualcosa che vada oltre al semplice abbraccio, ricorda qualcosa del periodo delle ali, sentimenti veri e falsi che adesso non costituiscono che un ricordo per alcuni versi netto per altri troppo sfocato. ''Vedremo se riuscirai a vincere questo areldar.'' Un ultimo momento di scherzo prima di incupirsi per il sogno che Achesta ha fatto a Barrynghton. Che cosa riguardino quei sogni, è ignoto a entrambi ma lo preoccupa. Sangue, e per un attimo si allontana da quella realtà tra entrambi per perdersi in questo sogno di sventura. Poi si riscuote da quei cupi pensieri, per rivolgerle un sorriso cercando di apparire sereno e sicuro e non turbato. ''Non preoccuparti, farò attenzione. E tu fa lo stesso, ti prego, quando sei venuta qui pensavo che il nuovo novizio ti avesse fatto del male.'' Ridacchia, ma era una possibilità che lo avrebbe portato a vendicarsi, un elemento su cui riflettere. Collega all'uomo visto da Tarkien, quel postulante di cui aveva parlato Achesta mentre le fiamme crepitano nel camino e rompono di tanto in tanto quella quiete.

ACHESTA [Sala Comune] Non è la prima volta che fa sogni, strani sogni, è da quando era bambina che la cosa accade e suo Nonno, il Sommo Sacerdote non ha potuto valutare personalmente questo danno, perché egli diceva sempre -i sogni premonitori sono sventure grandi per chi li tesse e li rivolta nella realtà- Questi però non si sono mai rivelati ipocriti adducendo sempre a qualche strana e continua verità con essi. Espira ancora, respira piano e guarda il fuoco anche lei, perché non riesce a rinunciare a quella immagine di potenza in corso. Quando capisce che parla di suo fratello sorride e gli sfiora le labbra ''Cadno è mio fratello… vorrei lo conoscessi'' dice con accurata spensieratezza. ''Credo, però…'' fa una pausa abbassando gli occhi per un attimo quasi per ripensare ma volgendoli subito alla ricerca dei suoi ''Credo che i sentimenti di Cadno forse si stiano… come posso dirti Draug…'' fa un gesto con la mano per far intendere ''Vadano oltre il semplice legare tra fratelli e non vorrei sbagliare, non vorrei commettere degli errori. Egli è un uomo adulto, cercava i druidi e li ha trovati, ora ho deciso di rimanere con lui al rifugio dei druidi postulanti perché non mi andava l'idea che rimanesse da solo.'' Parla con assoluta franchezza e senza implicare nulla del resto. ''Io voglio vincere sull'areldar… è diverso. Di solito mi infastidisce la sconfitta!'' scherza in tono chiaro e divertito mentre dopo poco gli strizzerà un occhiolino complice. ''C'è un'altra cosa che devo dirti…'' del tempo che hanno passato lontani non si può dire di certo che il tempo non abbia smosso i suoi enigmatici eventi.

DRAUGCELEB (sala comune)L'uomo ha dunque un nome che imprime nella memoria e lo fa sorridere quando parla di lui come di un uomo adulto. Certo è più che plausibile che questo Cadno cominci a provare qualcosa per Achesta, è una bella ragazza, ricca anche di molta bellezza interiore e la cosa lo tocca in parte in modo molto ma molto strano ma quasi labile. ''Se quello che dici è vero, sarebbe un problema.'' Sorride ancora, comunque nel profondo turbato e molto per ciò che gli ha detto, non è solito lasciare al caso questi sogni e ci sono diverse cose che adesso prendono la sua attenzione, cose inspiegabili e no che occupano i suoi pensieri e lo agitano ma continua a rimanere sereno per quello che è possibile. Se posasse la mano sul suo cuore lo sentirebbe battere di poco più velocemente del solito. ''Se sapessi la mia età vorrei vedere chi è l'uomo adulto tra i due.'' Ma se davvero Cadno prova qualcosa per Achesta e lui arrivasse a provare qualcosa per lei, lei potrebbe pur sempre provare qualcosa per l'uomo. I sentimenti umani cambiano ma quelli elfici, una volta donati non cambieranno mai. Ride e si mette seduto sul divano, con sguardo di sfida, quasi feroce se così si può dire. ''Allora provaci.'' Tuttavia il suo sguardo diventa dubbioso quando parla ancora di cose che non conosce. E la invita con un cenno della testa a proseguire oltre con il suo discorso e parlare, vuole sapere.

ACHESTA [Sala Comune] ''Non lo so, magari m sbaglio ma forse tu potresti saperne di più quando lo incontrerai, al bosco'' incurva le labbra. Anche lei è inquieta per i sogni ricorrenti ma che su Avalon hanno cessato di esprimersi nella sua testa. Non indugerà maggiormente su questa questione, anzi lei vorrebbe solo dimenticarli. Eppure una spada di luce potrà mai trafiggere Draug e sporcargli le mani id sangue? E se sì di chi è quel sangue? Il suo stesso… oppure è un simbolo, una rinascita, un battesimo. Una purificazione? Lei queste domande se le è già poste, ma non saputo donarsi delle risposte, solo gli eventi potrebbero, solo quelli. ''Siete entrambi più grandi me, è certo'' sorride compiaciuta ''Mi sono affezionata a Cadno, è spaesato sulla via della Madre ma vuole imparare e molto. Io credo che sia importante per lui fargli passare del tempo con me. Molte lezioni arrivano dalle parole, la sapienza dei druidi Draug, avviene per una sorta di tramandare infinito. Lui questo non lo sa, ma con me sta imparando già molto.'' Sorvola su tutto quello che è successo al tempio, quello e della missiva di Iphin, che l'ha turbata, gliene parlerebbe in un'altra occasione. Dovrà anche lì diradare dei dubbi. ''Una cosa segreta… !'' scherza e fa con un soffio di fiato, mentre con le dita della mano sinistra si tira su un lembo del vestito d'argento e questo movimento le scoprirebbe dapprima la caviglia, poi lentamente il ginocchio sottile e morbido e lascerebbe occhio nudo su una parte della sua gamba tonica e liscia. Con un laccio di cuoio c'è legata alla coscia la pergamena che ha trovato a Barrington. La sfila via con grazia. A tratti le lettere si illuminano ancora quando queste vedono la luce del fuoco. ''Questa pergamene l'ho trovata a Barrington, nei pressi della fontana. Leggi, è incompleta… DI LUCE, IL CUORE… CAMPIONI CHE… e Gloria li… MORTE, DELLA CANDELA, CHIAVE UNA VOLTA'' le sa a memoria ormai. ''Vedi è strappata ed è strana non trovi? '' domanda mentre gliela lascia quel momento che basti per realizzare egli stesso. ''Devo tornare a Barrington Draug, perché… ad un certo punto, un vortice d'aria s'è fermato davanti al portone di un palazzo e queste lettere si sono illuminate per tre volte.'' Espira con forza. ''Non tornare a Barrington non mi va, ma io credo che qualcuno abbai bisogno di aiuto e non posso fare finta di niente.'' Poi termina ''Il palazzo quello grande vicino a quello del governatore sulla destra… tu sai dirmi chi ci abiti?'' sostiene uno sguardo fisso su quella carta che continua a pulsare d'oro e di mistero.

DRAUGCELEB (sala comune)Ben un secolo di differenza è poco più che essere semplicemente più grandi di lei ma lascia correre la cosa che lo diverte in ogni caso. ''Capisco, lo incontrerò in ogni caso.'' Sembrerebbe rispondere subito alla sua provocazione con quel movimento per prendere la pergamena, quindi sposterebbe lo sguardo in parte imbarazzato dalla cosa, in parte divertito ancora dalla cosa. Poi prenderebbe in mano la pergamena e ascolterebbe ciò che gli dice, la descrizione del luogo dove si troverebbe ciò che ha visto. Fa mente locale e si che ricorda chi vi abita lì, era una donna interessante a suo modo e che si era proposta per approfondire la loro conoscenza ma per motivi vari non era successo. ''So chi ci vive, i maghi. Conosco una certa Alexandra, ma pochissimo, però potresti chiedere di Anya. Si ricorderà sicuramente di me.'' Omette volutamente cosa è successo tra loro, cosa accaduta per le ali, ma non crede che ne sarebbe contenta di saperlo e poi le ridà il foglio girando il viso verso di lei che forse si sarebbe avvicinata per riprendersi il foglietto. E' convinto che in ogni caso sia importante quel pezzo di pergamena, specie per quello che dice.

ACHESTA [Sala Comune] ''I maghi?'' ne rimane quanto meno sconcertata… ''E chi sarebbero questi Maghi?'' Non ha tempo ora di rivedere la faccende, ha fretta e la fretta è portata proprio per Cadno a cui ha promesso di tornare prima che la notte buia cada impenitente ''Non lo so, lo scoprirò da sola, ma non so quando potrò tornare, devo finire il mio apprendistato e il tempo dalla sacerdotesse è ugualmente importante, molte cose si muovono tra i druidi e le sacerdotesse e certe non sembrano collimare.'' si morde il labbro e si alza in piedi, riprendendosi proprio la pergamena. ''Draug fai attenzione. Io tornerò presto e se dovesse succedere qualsiasi cosa, lascia la missiva alla capanna del rifugio non ti è difficile trovarla. Sono sempre con te'' gli dice mentre nello stesso aggraziato movimento si lega la carta al laccio sotto la veste. ''Vado, devo tornare al tempio'' ora è lei a donargli un bacio sulla fronte per poi lasciarlo solo con le piccole emozioni che questo nuovo incontro tra loro ha sicuramente donato ad entrambi. E l'assenza di Achesta è come l'acqua che evapora, la si vuole vedere piena la brocca al fuoco. Quando sarà all'angolo, prima di scomparire, lo guarderebbe ancora una volta volgendosi ad egli con un sorriso. Così la Lloer scompare ma pare che anche l'oscurità abbia cura di lei. Memorizzerà Anya e avrà tempo per cercarla. A meno che non sia lei a trovare la druida. [//exit]

DRAUGCELEB (sala comune)Annuisce alla domanda e le direbbe in breve chi sono i maghi, anche se poi se ne deve andare, immagina che ci sia la vicinanza al nuovo postulante a portarla ad andare, cosa che non vorrebbe, è tardi e l'oscurità è pericolosa. ''Si occupano di cosa che non potrebbero accadere se non con il loro intervento, pozioni e altro ancora.'' Non comprende del tutto cosa succeda con e sacerdotesse. La osserva nei movimenti e nelle intenzioni e sembra che cominci quello che gli uomini chiamano corteggiamento o forse no ma il tempo saprà dire cosa succederà. Lascia che lo baci sulla fronte e la osserva andare via. ''La notte è pericolosa, dirigi i tuoi passi veloci e stabili verso il tempio.'' Una raccomandazione e poi la lascerà andare via per pensare a ciò che è successo questa notte, e montare sulla groppa del roano in seguito e uscire dalla magione per galoppare sulla sabbia dell'approdo e svuotare la mente e cercare di ascoltare il cuore.




JELIEL.2015
00martedì 17 maggio 2016 18:59
Di solito è buona regola mettere in approvazione ogni automastering che veda il passaggio di informazione specialmente legate alla trama di una quest.
Comunque si tratta solo di una leggerezza che nulla cambia riguardo alla trama, anzi...lo scopo di continuare in automastering con gli indizi raccolti era proprio quello di coinvolgere altri e/o diversi partecipanti fino a raggiungere la fine del primi capitolo che ovviamente si svolgerà con master.
Riassumendo:
Il pezzo di pergamena rimane comunque in possesso di Achesta.
Draugceleb vede la pergamena e ascolta la vicenda su come la druida ne sia venuta in possesso, in fin dei conti quanto scritto sulla pergamena è solo una parte di quello che poi è un enigma da risolvere e senza gli altri indizi è impossibile che i partecipanti di questo automastring vengano a conoscenza di altri dettagli
I vari frammenti di pergamena sono passati di mano in mano da diversi pg quindi i dettagli degli indizi raccolti li possiamo sefinire come elementi alla pprtata di tutti, non dico di pubblico dominio ma quasi, considerando inoltre che sono apparsi in bacheca dei messaggi collegati alla quest e a questi indizi.
Per me non c'è nessun problema con la giocata. Ok [SM=g27811]
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